00 24/08/2010 03:03

Vista la grandissima richiesta.. [SM=g1652135] ..riporto la replica da me postata al buon (?) Gino 01...

Buona la premessa sul fatto che ognuno ha una sua opinione.
Partiam dall’inizio:
Definire “stagione pop e rivincita dell’underground” un momento storico che ha segnato (nel bene e nel male) un’epoca,mi pare un po’ riduttivo.
Così come mi sembra riduttivo limitare all’estetica un’espressione artistica come il fumetto.
Secondo me il fumetto è qualcosa di più di un “bel segno”.
Hai citato grandi autori come Toppi,Battaglia e Pratt;tutti grandi rappresentanti del fumetto,tutti in possesso di un proprio “stile”.
Aldilà del fatto che tutti i citati sono anagraficamente più vecchi di Andrea e quindi con un’esperienza molto diversa dalla sua,bisogna anche dire che il rapporto tra Autore e Lettore da loro proposto è piuttosto “lontano”.
ATTENZIONE:tengo a precisare che la mia affermazione non vuole sminuire in alcun modo la loro bravura ne la loro importanza nel panorama fumettistico;
Sergio Toppi,come giustamente hai affermato,ha innovato un certo metodo di inquadrare le tavole.Ed è azzeccato anche il termine “graffiare il foglio” che hai attribuito a Dino Battaglia.Ed è altrettanto vero che Hugo Pratt ha un potere di sintesi affascinante e coinvolgente.
Il fatto è che Andrea è qualcos’altro.

Sergio Toppi (sicuramente un grande) ha davvero innovato la tecnica rappresentativa..tanto che molte delle sue tavole sembrano più illustrazioni che fumetto.Le sue rappresentazioni grafiche improntate all’uso del verticale piuttosto che dell’orizzontale,hanno davvero rotto uno schema.La sua tecnica ricercata e talvolta minuziosa all’inverosimile,è uno stile che soddisfa molto gli amanti dell’estetica.

Per Dino Battaglia vale un po’ lo stesso discorso che riguarda Toppi;nonostante abbia lavorato ad alcuni progetti fumettistici,le sue realizzazioni sono più inerenti all’illustrazione che al fumetto vero e proprio.e’ sicuramente un grande disegnatore,ma rinchiudere il suo stile in un fumetto ne sminuisce l’effetto e non rende completa la sua espressione grafica.

Hugo Pratt è davvero in possesso di uno stile sintetico ma raffinato.Ma la sua grande notorietà è dovuta alla creazione del personaggio di Corto Maltese,senza il quale non so se avrebbe avuto la fama che ha.Resta inattaccabile il suo essere grande autore,ancor più che disegnatore,perché Ivo Milazzo (il disegnatore di Ken Parker su testi di Giancarlo Berardi) ha un potere di sintesi pari (se non superiore) al suo,eppure è meno conosciuto.

Andrea Pazienza non ha uno stile solo..ne ha più di uno.
Ognuno di questi non è fine a se stesso,ma adattato a ciò che vuol raccontare.
Ora sintetico,ora grezzo,ora minuzioso,ora morbido..mai lo stesso eppure sempre riconoscibile.Senza contare il fatto che,a differenza di altri che preferivano raccontare testi “classici” o di “letteratura” o di “fantasia avventurosa”,Andrea raccontava di realtà e sentimenti..coinvolgenti quanto una spiaggia esotica di Pratt.

Nessuno dei fumettisti citati (Toppi,Battaglia,Pratt o Pazienza) si è mai definito artista?
E ci mancherebbe altro!
Neppure io che faccio il fumettista (seppure non al livello dei Grandi sopracitati),mi definisco Artista.Preferisco di gran lunga il termine “Creativo”.
In realtà sono i lettori che utilizzano il termine Artista,poiché se lo facessero gli autori stessi,avrebbe più il sapore di una autocelebrazione senza la minima modestia.
Sul termine Artista,bisognerebbe aprire una discussione,tanto interpretabile è questo concetto,ma di una cosa sono certo:se l’Arte è un linguaggio che racconta ed esprime la vita e il pensiero nelle sue molteplici sfaccettature,raccontando e provocando emozioni in chi osserva e legge,allora il Fumetto si può considerare Arte.
E’ di poco tempo fa la notizia che dopo decenni,il fumetto è diventata la “nona arte”,dopo pittura,scultura,poesia,architettura,musica,danza,teatro e cinema/televisione.
A parte il fatto che questa mania del voler etichettare ad ogni costo mi fa davvero intristire (per non dire altro),ho sempre pensato che l’Arte fosse un concetto a se stante non applicabile in base a una classifica.
Troppi anni son passati con il vecchio adagio che dice:il fumetto è una sottocultura..e mi ha sempre dato un gran fastidio.

Le regole imprescindibili di cui parli,sono sempre state infrante nel tempo.
Tecniche e materiali si sono evoluti e non sono mai diventati dogmi.L’unica “regola” che resta fissa è il materiale che il Fumetto usa per comunicare:la carta.
L’uso di questo supporto non può cambiare,in quanto è il mezzo naturale che si utilizza per disegnare fumetti.Tutto il resto è soggetto a variazioni,interpretazioni e mutamenti che vanno di pari passo con i tempi.
Senza contare che il Fumetto,nonostante sia soggetto a una sceneggiatura (a meno che non si sia autore del proprio lavoro) è un linguaggio che da libero spazio alla fantasia..e la fantasia non ha regole.

Per finire:non è la notorietà che fa un Artista (e questa mia affermazione susciterà un vespaio,già lo so).Che il suo lavoro sia riconosciuto o meno,non sminuisce il suo essere artista dentro.Il fatto che Andrea Pazienza non sia conosciuto all’estero non toglie nulla alla sua grande creatività,ne al suo stile fatto di “mondi in un mondo”.
Definire le sue storie noiose o insignificanti è solo una tua opinione,e benchè io la trovi assolutamente distante dalla realtà,sei liberissimo di esprimerla.Mi limito a dire che come hai ben detto tu “certe parole vanno usate bene”.

In fondo di opinioni si parla,no?
Tu hai esposto la tua e io la mia.

Pace da ZAK

P.S. Sul perché Andrea Pazienza è definito genio,ho risposto in parte in precedenza.Si potrebbe anche andare in profondità,ma se trovi insignificante e noioso il suo modo di raccontare,credo che niente possa essere utile a cambiare la tua opinione,perché c’è gia un pregiudizio in partenza.


Tranquilli...ora si tornerà alle cose serie...
Nel prossimo post:"Pazienza e il Linguaggio"..

P.S. Non affollate il 3D..c'è posto per tutti.. [SM=g7350]

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"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."