Un altro breve racconto di qualche anno fa

Se non sai volare da vivo non lo puoi neanche da morto





Mauro soffiò il suo ultimo respiro e la sua anima vol.. la sua anima si elev.. la sua anima uscì e cadde a terra come un fico maturo. Questo successe e non si sa il perché, magari era come un uccellino che aveva abbandonato il nido troppo presto, o magari certe anime san volare e altre no, fatto sta che si spiaccicò dinanzi a lui e stette lì frastornata per il colpo. Mauro che per quel brutto incidente non riusciva a morire, guardava quella sua anima spiaccicata e pensava:
‘Una vita di merda e una morte anche peggiore!’ sicché decise di intervenire. ‘Se non l’ho mai fatto da vivo lo farò da morto, cazzo!’
Prese la sua anima smerdandosi con il liquame verde acqua sporca che ne usciva e iniziò a lanciarla verso l’alto, ma se uno non è riuscito a combinare qualcosa in vita difficilmente riuscirà da morto, e l’anima continuava a cadere rovinosamente fino ad essere in tutto e per tutto simile ad uno straccetto sporco di un benzinaio. Sopraggiunse la rabbia e Mauro iniziò a tirare la sua anima contro il muro gridandogli –Vola Puttana!- finché non riuscì a calmarsi e iniziò a ragionare –Se lei rimane qua io non muoio. Questa non è una sfortuna, è un’occasione. Continuerò a girare come se nulla fosse-
Si legò la povera anima alla cintura proprio come si fa con uno straccio e si girò per andarsene inciampando sul suo corpo che era ancora lì disteso. Mauro aveva fatto i conti senza l’oste. Lui era ancora lì, ma come spirito! La testa gli iniziò a girare e riuscì a pensare un vortice di cose che andiamo a elencare in ordine sparso:
Il mio corpo è là e io sono qua.
Mi gira la testa e mi viene da vomitare.
Com’è che ero morto? Boh!
Dov’è ho messo l’anima? Attaccata alla cintura.
In ultimo, che sfiga sentirsi male da fantasmi.
Fu quando riordinò tutte le idee in fila indiana e loro smisero di girargli intorno facendo -Uh Uh- come fosse un totem, che iniziò a capire come stavano le cose. Prese la sua anima che già di suo è cosa di poca consistenza, ma dopo tutti quei colpi sembrava una medusa sciolta al sole, e gli disse teneramente:
–Ascolta Piccolina, finche te non vai su io non riesco ad andare giù, sottoterra. Ti devi sforzare, dai!-
L’anima, se non fosse stata spappolata con quei tiri incidentali e volontari sarebbe stata offesa per le brutte parole dettele precedentemente e l’avrebbe mandato a fare in culo, ma era veramente ridotta male e riuscì a emettere solo un debole sospiro e così fece Mauro; sospirò. Era perfettamente chiaro nella sua mente fantasma che se quel poco che rimaneva del suo spirito non volava in cielo, anche lui avrebbe dovuto fare lo spirito senza poter andare sotto terra e l’idea di una comoda bara imbottita ormai era per lui estremamente allettante. La provvidenza, come sempre, venne dal cielo e quattro angeli in picchiata scesero su di lui in un lampo al pari di una quadriglia di caccia da guerra, e non meno ostile. Guardarono l’anima e poi guardarono lui. Mauro si difese, disse:
–Guardate che è colpa vostra. Doveva volare su come un palloncino, invece è picchiata giù come una boccia da bowling. Me l’avete data rotta, è bucata!-
Forse non aveva tutti i torti ma se uno non è riuscito a far valere le proprie ragioni in vita difficilmente ci riuscirà da morto, sicché gli angeli dissero.
–Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te- e lo lanciarono diverse volte sul muro, poi si fecero intorno alla strapazzata e dissero:
–Povera anima-
La sistemarono su un telo adibito a barella e con un angelo per ogni angolo ascesero in cielo. Mauro si alzò stravolto, il mal di testa ora era ancora più forte.
–Che vita di merda.- esclamò, poi ci ripensò. -A no, son morto.. Comunque non è il sistema.-