Il Foro di Settecolori

«Anch'io mi chiamo G».

  • Messaggi
  • OFFLINE
    666
    Post: 410
    Sesso: Maschile
    00 18/02/2010 22:55
    Gaber a fumetti
    Un bimbo «contapalle» entra nel magico mondo del cantautore. Bisio: «C’è tutta la vitalità dell’artista»
    MILANO - Le mani di Gaber. Le smorfie, le moven­ze, gli ammicchi. Quel suo ondeggia­re, stupirsi, inebetirsi, per poi di colpo farsi serio, e schernire le debolezze, i tic socia­li, i conformismi. Gesti e pose di una figura resa familiare dalla tv e dal teatro, e che oggi riappare in forma di fumetto, in un libro, G&G, che è un lungo omaggio al cantautore milanese (il volume sarà in libreria a metà no­vembre, ma giovedì prossimo sarà presenta­to a Lucca, al salone Comics and Gamese). Mi­lanese è la casa editrice, la ReNoir Comics, mi­lanesi gli autori: Davide Barzi ai testi e Sergio Gerasi ai disegni, supportati dalla Fondazione Giorgio Gaber. La storia si svolge nel gennaio 2003, nei giorni a ridosso della morte di Gaber. Il prota­gonista è G, un singolare bambino in camicia e cravatta. Un figlio di genitori ricchi, egoisti e indifferenti, che lo descrivono come «un in­credibile contapalle»: G racconta di aver cono­sciuto un altro G, «signore buffo», che all'im­provviso gli appare e lo conduce nel suo mon­do, lo incanta con i suoi racconti e lo fa riflet­tere. Mamma e papà, preoccupati, consultano più di un medico, ma la diagnosi è sempre la stessa: il bambino sta benissimo, il gioco, la fantasia, sono una cosa normale.

    La prefazione del libro è affidata a Claudio Bisio, che il 14 dicembre sarà sul palco del Pic­colo a recitarlo, Gaber, nello spettacolo «Io quella volta lì avevo 25 anni», l'ultimo testo, ancora inedito, composto dal signor G con Sandro Luporini. «Gaber l'ho incontrato po­che volte — racconta Bisio — per strada a Mi­lano, via Caetani angolo via Porpora», ma so­prattutto da spettatore a teatro, dove, ricorda, le sue provocazioni scatenavano reazioni viva­cissime. Il Teatro Canzone che diventa fumet­to, un’associazione insolita? «Ma le mani di Gaber ci sono — risponde Bisio —: importan­ti, presenti, protagoniste, a ricordarne la tea­tralità, l’italianità, la vitalità». Un fumetto è anche immaginazione, sogno senza confini. «Volevamo evitare la biografia — dice Gerasi — fargli fare cose imprevedibi­li ». Come condurre un biplano vestito da Ba­rone Rosso, o spiccare il volo intonando «Io, se fossi Dio». Originario del Vigentino, Gerasi è cresciuto a pane e «Porta Romana». «Ma Ga­ber — osserva Barzi — troppo spesso è eti­chettato come cantore della milanesità. In re­altà trovare un solo tema, un messaggio nella sua opera, è come rendere l’Odissea in venti parole. Noi ci concentriamo sulla scelta del bambino G nel suo confronto con scuola e fa­miglia: rifiutare la massa per essere se stesso, che non vuol dire isolamento, ma autonomia di pensiero».

    Nel fumetto in bianco e nero spicca un solo colore: è quello degli «stivaletti gialli», che Ga­ber indicava come distintivo di una contesta­zione che si era fatta moda, nella canzone «Polli di allevamento». Quegli stessi stivaletti di cui alla fine G decide di liberarsi, insieme ai compagni e alla maestra. E il testo di «Non in­segnate ai bambini» chiude il fumetto così co­me l'opera di Gaber, che nella sua ultima can­zone ammoniva: «Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente. Sta­tegli sempre vicini, date fiducia all'amore. Il resto è niente».

    Alessandro Trevisani
    26 ottobre 2009(ultima modifica: 27 ottobre 2009)





    _______________________________________


    THE NUMBER OF THE BEAST
    << Ma guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore
    sapendo che gli resta poco tempo... Chi ha l'intelligenza calcoli in numero della bestia
    essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. >>
    Sono rimasto solo e la mia mente è vuota
    Ho bisogno di tempo per farmi tornare in mente i ricordi
    Quello che ho visto
    Questa notte è stato reale e non solo fantasia
    Proprio quello che ho visto nei miei vecchi sogni era
    Il riflesso della mia mente pervertita
    Perché nei miei sogni vedo sempre la faccia maligna che mi torce la mente
    E mi porta alla disperazione
    La notte è nera e non mi vuole trattenere
    Perché guardo proprio qualcuno che mi sta osservando
    Nella nebbia figure scure si muovono e si intrecciano
    Tutto questo è la realtà o qualche specie di inferno
    666 il Numero della Bestia
    L'inferno e il fuoco sono generati per essere sprigionati
    Le torce fiammeggiano e canti sacri vengono innalzati
    Come iniziano ad urlare, le mani si alzano al cielo
    Nella notte i fuochi bruciano luminosi
    Il rito è iniziato, il lavoro di Satana è compiuto
    666 il Numero della Bestia
    Il sacrificio continuerà stanotte
    Questo non può andare oltre, devo avvisare la legge
    Questo è vero o è solo qualche folle sogno
    Mi sento attirato dal canto maligno dell'orda
    Sembra che mi stanno ipnotizzano... non posso evitare i loro occhi
    666 il Numero della Bestia
    666 quello per me e per te
    Sto andando a casa, ma ritornerò qui
    Possederò il tuo corpo e ti brucerò
    Io ho il fuoco e ho la forza
    Ho la potenza per attuare la mia maledizione

    I buoni vannoinvece ioche sonovado dove voglio

    Errare è umano, perseverare è cattolico

  • OFFLINE
    Mr Weiss
    Post: 6.531
    Città: LA SPEZIA
    Età: 106
    Sesso: Maschile
    00 18/02/2010 23:04
    Mi sa che me lo piglio.
    _______________________________________
    Il foro di Settecolori