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Campionato di calcio Serie A stagione 2023/2024 di Award & Oscar FFZ

Ultimo Aggiornamento: 18/05/2024 13:51
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Sassuolo, ora sono guai seri:
un autogol di Kumbulla spiana la strada al Genoa

Un rigore di Pinamonti illude gli emiliani, che poi vengono raggiunti
da una rete di Badelj e dalla clamorosa autorete del difensore neroverde:
decisivo lo scontro diretto col Cagliari di domenica prossima


Filippo Grimaldi


Ahi, Sassuolo, l’effetto-Inter è svanito in fretta. Ora è dura per davvero sulla strada di una salvezza che si fa sempre più impervia per la squadra di Ballardini: cade al Ferraris (2-1 il finale), resta penultimo e a due gare dalla fine attende con ansia il risultato di domani dell’Udinese a Lecce. Il Genoa non finisce di stupire: va sotto nel primo tempo (rigore dell’ex Pinamonti concesso per un contatto De Winter-Laurienté), ma poi si rianima nella ripresa e ribalta la squadra di Ballardini con il pari di Badelj (il capitano non segnava da un anno) e la sciagurata autorete di Kumbulla.

POCO FURORE — Più Sassuolo che Genoa nel primo tempo. Ballardini difende a cinque (Toljan e Doig pensano soprattutto a proteggere le corsie esterne), ma proprio un atteggiamento tattico così ordinato non concede spazi a un Genoa che fatica in fase di conclusione. L’unica occasione per la squadra di Gilardino sino a metà gara, il gol di Thorsby (6’) dopo un pasticcio Henrique-Consigli, inizialmente convalidato da Mariani, viene annullato per un fallo di mano del norvegese dopo un check Var, con Marini che richiama il direttore gara al monitor. Ed è ancora lo stesso Marini che al 27’ interviene per un contatto in area genoana fra De Winter e Laurienté: l’attaccante impatta sul terreno al momento di calciare, ma da dietro De Winter lo sbilancia. Mariani, ancora una volta, si corregge in corsa e concede il rigore. Dal dischetto l’esecuzione di destro di Pinamonti è perfetta, ma il Genoa non c’è. Attacco rossoblù impalpabile, poche idee, squadra scarica. Laurienté, sempre lui, impegna Martinez su punizione, poi tocca ai rossoblù reclamare un rigore per un contatto con Obiang.

RIBALTATO — Serve una scossa e Gilardino prova a rivoluzionare la sua squadra dopo l’intervallo. Dentro Ekuban e Spence, squadra che passa al 4-3-1-2, con Gud trequartista ed Ekuban al fianco di Retegui. Il Genoa prova ad accelerare e su angolo dalla sinistra Thorsby allunga per Badelj appostato sul secondo palo: Toljan è distratto, il capitano rossoblù fa centro: 1-1. Il pari dei padroni di casa toglie serenità al Sassuolo e il Genoa ne approfitta. Al 19’ ribalta il risultato: Gudmundsson conquista palla nella metà campo rossoblù, salta Obiang e la sua accelerazione lancia Ekuban a destra: cross in area, Retegui non ci arriva, ma Kumbulla in scivolata spedisce il pallone alle spalle di Consigli. Due a uno Genoa: e lì il Sassuolo finisce le energie, fisiche e mentali mentre Vasquez allo scadere sfiora il terzo gol. Alla vigilia Gilardino l’aveva chiesto: “Voglio una squadra responsabile”. Accontentato.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Savva e Pellegri entrano e ribaltano il Verona:
Toro, il sogno europeo è ancora vivo



Il diciottenne cipriota all'esordio in Serie A e il centravanti
rimontano l'Hellas, che era andato in vantaggio con Swiderski


Mario Pagliara

In una sola domenica si può fare il viaggio di andata e ritorno all’inferno. Poi, in sei minuti, si finisce a toccare il cielo con un dito. E’ il racconto della domenica del Toro che, da questo pomeriggio, è tornato fortemente in corsa per l’Europa: i granata sbancano 1-2 un caldissimo Bentegodi, ribaltando il momentaneo vantaggio di Swiderski con carattere, personalità e un cuore grande così più che con il gioco. Nel finale di ripresa il diciottenne Savva (al debutto in Serie A) e Pellegri (primo gol in campionato) firmano l’uno-due in quei sei minuti che spediscono il Toro a un punto dal Napoli ottavo (con la Fiorentina che deve recuperare la sfida di Bergamo). Dopo il triplice fischio, Henry è stato espulso. Per l’Hellas l’appuntamento con la salvezza è rimandato.

FURORE HELLAS — Sarà stato l’effetto provocato dall’anniversario (oggi) dello scudetto di Bagnoli dell’85, o la carica di un Bentegodi pienissimo, fatto sta che nel primo tempo il Verona di Baroni offre uno spettacolo di ritmo e di furore. Per almeno la prima mezzora, l’Hellas sorprende il Torino di Juric sul piano dell’intensità e dell’atletismo, con la pecca di non riuscire a trovare lo spunto per orientare la partita dalla propria parte. L’occasione più pericolosa dei gialloblu cade al venticinquesimo, quando Vojvoda in prima battuta e Lovato in copertura si perdono in area Noslin: sul colpo di testa è sicura la presa di Milinkovic. Baroni disegna i suoi con il 4-1-4-1, nel quale la pedina chiave è Dawidowicz posizionato da mediano a uomo su Samuele Ricci. Juric recupera all’ultimo minuto Zapata, regolarmente al centro dell’attacco, ma non Buongiorno, presente comunque in panchina. I granata sono con il 3-4-1-2, con Sanabria davanti a Zapata. Il Torino riesce, in qualche modo, comunque a contenere il pressing veronese e si affaccia nell’ultima parte del primo tempo dalle parti di Montipo’ con un colpo di testa di Zapata che non inquadra la porta.

LA FRITTATA DI TAMEZE — Nel secondo tempo, la ripartenza del Verona è nuovamente di impeto. Dopo appena un minuto, Milinkovic deve impegnarsi in un intervento ad alto coefficiente di difficoltà su un velenoso tiro a giro di Noslin. Le difficoltà del Toro sono confermate dall’occasione capitata a Lazovic (6’) che per una questione di centimetri non raccoglie di testa il cross di Bonazzoli a pochi passi da Milinkovic. Juric non aspetta oltre e corre ai ripari. Al 10’ fa addirittura tre cambi: Pellegri per Zapata, Linetty per Vojvoda, Lazaro per Rodriguez. Baroni risponde con Swiderski per Bonazzoli, Suslov per Lazovic, Silva per Magnani. Proprio Suslov ha la palla per sbloccare lo zero a zero un minuto dopo essere entrato (20’) ma il piattone è una mezza stecca all’altezza del dischetto. Il Toro sbanda e capitola quando arriva la frittata di Tameze al 21’: il francese consegna la palla da rimessa laterale direttamente a Serdar che si invola in area e consegna l’assist a Swiderski per il più facile dell’uno a zero. Sotto choc, il Toro rischia di prendere il secondo gol con il colpo di testa di Coppola (29’).

CUORE TORO — Nel momento di maggiore difficoltà, proprio quando sulla stagione dei granata sta per calare il sipario, emerge il cuore del Toro. D’improvviso arriva il lampo che riapre completamente i giochi: al 32’ il cross di Lazaro è perfetto, il colpo sotto porta del giovanissimo Savva, classe 2005 promosso dalla Primavera, è liberatorio: il trequartista cipriota riesce a segnare il suo primo gol alla sua prima partita in Serie A. Passano sei minuti, e ancora Lazaro innesca l’azione di attacco della squadra di Juric servendo Pellegri in area: il diagonale del centravanti genovese colpisce entrambi i pali e poi finisce in porta. E’ il suo primo gol stagionale, quello del ribaltamento: granata avanti 2-1. Le emozioni non finiscono mai, perché allo scadere viene annullato il 2-2 di Henry per uno spintone su Dellavalle. Il Toro vince una partita complicatissima.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Juve, Rabiot evita il tracollo con la Salernitana.
Poi ringrazia la Dea: Champions matematica

Contro una squadra già retrocessa, la Signora di Allegri gioca
un orribile primo tempo e va sotto per il gol di Pierozzi.
In serata l'Atalanta vince con la Roma e manda
i bianconeri nel massimo torneo europeo


Filippo Cornacchia


Un colpo in spaccata di Adrien Rabiot al 91' evita alla Juventus una figuraccia storica contro la Salernitana già retrocessa e avvicina i bianconeri al ritorno in Champions, che può diventare ufficiale già stasera in caso di mancata vittoria della Roma nello scontro diretto contro l’Atalanta. Alla fine all’Allianz Stadium finisce 1-1, ma quanti rischi per la Signora dai primi minuti fino al recupero, quando Basic fallisce il tiro del possibile 2-1. Prosegue la pareggite della Juve, terza in classifica a pari punti con il Bologna e mercoledì attesa dalla finale di Coppa Italia contro l’Atalanta. Applausi per i campani, che vanno a un passo da una impresa da sogno spinti da un grande spirito e da un pizzico di buona sorte in occasione delle traverse di Vlahovic e Miretti.

PIEROZZI GOL — Allegri parte con Kean in coppia con Vlahovic, mentre Colantuono si affida a Tchaouna e Vignato a rimorchio di Ikwuemesi. I bianconeri sembrano voler chiudere partita e pratica Champions già nei primi minuti. Ma la traversa di Vlahovic (8’ p.t.) è soltanto un’illusione perché da quel momento la Juventus si spegne e la Salernitana guadagna metri, campo e coraggio, dimostrandosi superiore nei duelli e nel gioco. L’atteggiamento propositivo della squadra di Colantuono, già aritmeticamente retrocessa in Serie B, viene premiato poco prima dalla mezzora. La fotografia del primo tempo della squadra di Allegri è il calcio d’angolo che porta in vantaggio i campani. Pierozzi incorna di testa (primo gol in Serie A) anticipando uno svagato Rabiot e anche grazie a uno Szczesny tutt’altro che insuperabile. Il vantaggio non ferma la Salernitana che va vicinissima al raddoppio. Prima una punizione di Sambia mette i brividi a Szczesny e poi Ikwuemesi, armato dalla splendida ripartenza di Tchaouna, sbaglia lo stop e davanti al portiere polacco si mangia quello che sarebbe stato un 2-0 tanto clamoroso quanto meritato. La reazione della Juventus, nervosa (ammoniti Vlahovic e Rabiot in meno di mezzora) e imprecisa, è limitata a due conclusioni dalla distanza di Bremer e Cambiaso (l’ex genoano scheggia il palo).

PARI RABIOT — La Juventus rientra negli spogliatoi tra i fischi di tutto l’Allianz Stadium. Allegri rivoluziona la squadra nell’intervallo. Subito tre cambi: fuori Kean, Kostic e McKennie, dentro Chiesa, Iling Jr e Miretti. I bianconeri, complice anche la stanchezza della Salernitana che si compatta dietro, prendono in mano la partita e iniziano ad assaltare la porta di Fiorillo. Predominio sì, ma poca lucidità. Così in venti minuti l’unica occasione nitida viene architettata da un grande sprint di Chiesa, però non concretizzato da Vlahovic: il serbo sbaglia la mira (minuto 14’ s.t). Tutti motivi che spingono Allegri a giocarsi il tutto per tutto nel finale con Yildiz e Milik (al posto di Vlahovic). Il turco è vivace e il polacco, subito in palla, impegna Fiorillo. Ma il più pericoloso è Miretti, che al termine di una grande giocata personale viene fermato soltanto dalla traversa. Ci pensa Rabiot, sugli sviluppi di un corner, a trovare il gol del pareggio al 91’. Partita finita? Negli ultimi secondi c’è tempo per il brivido di Basic, che da buona posizione spreca il possibile 2-1 per la Salernitana.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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L'Atalanta è uno spettacolo:
doppietta di Cdk e Roma ko.
La Dea "vede" la Champions



Partita dominata per un'ora dai nerazzurri, che dopo il 2-0 sfiorano ripetutamente il tris
prima del rigore di Pellegrini al 66' che riapre il match e li costringe a soffrire nel finale


Matteo Brega

L’Atalanta batte 2-1 la Roma grazie alla doppietta di De Ketelaere (inutile il rigore di Pellegrini) e rafforza il quinto posto che vale un posto in Champions.

DOMINIO ATALANTA — Gasperini recupera Toloi in panchina dove fa accomodare anche Scalvini. In difesa ci va De Roon, lasciando Pasalic al fianco di Ederson in mezzo al campo. Davanti Scamacca, che sarà squalificato mercoledì nella finale di Coppa Italia. De Rossi sceglie Kristensen e non Celik in difesa, per il resto tutto come previsto con Baldanzi e Lukaku che di base sono le punte in un 3-5-1-1 molto mobile. Parte forte l’Atalanta che nel giro di pochi secondi sfiora due volte il gol. Prima con una potenziale autorete di Pellegrini su cui sbatte un corner bergamasco, bravo poi Svilar dopo la respinta a dire no anche a Scamacca. Dal corner seguente è Djimsiti di testa mancare il gol di poco. Gara molto tattica, con aggiustamenti continui come l’allargamento di Koopmeiners a sinistra per coprire meglio l’ampiezza visti gli esterni giallorossi (Kristensen e Angelino) alti. Al 18’ l’Atalanta passa con De Ketelaere: il belga disegna un taglio dal centro a sinistra (servizio di Scamacca) che lascia indietro Mancini, controlla, rientra sul destro e fulmina Svilar. Al 20’ il raddoppio, ancora spettacolare la giocata. Scamacca triangola con Koopmeiners che arriva sul fondo e crossa all’indietro ancora per De Ketelaere che a porta vuota raddoppia (sbagliano Mancini e Kristensen). Gasperini applaude e sorride, De Rossi mani in tasca e testa bassa, pensa. Dea avanti 2-0 dopo 20’. Al 30’ Guida ferma la gara per l’esplosione di un “petardone” lanciato dal settore ospiti dentro al campo. La risposta della curva atalantina è lo sfottò “Ce ne andiamo a Dublino” con riferimento all’atto conclusivo dell’Europa League centrato dall’Atalanta e mancato dalla Roma. De Ketelaere al 37’ va vicino alla tripletta. Recupera palla sulla pressione a Ndicka, va in profondità dove lo serve Scamacca, Cdk controlla e calcia di sinistro, palla fuori di poco. Passa un minuto e il belga salta Ndicka con una facilità preoccupante per De Rossi e da posizione defilata calcia colpendo il palo. E’ pressione Atalanta: minuto 38’, cross dalla sinistra, Hateboer di testa obbliga Svilar a una grande parata. Al 44’ altro palo, questa volta di Koopmeiners su punizione dal limite. E prima dell’intervallo è Pasalic a sfiorare il 3-0: lancio di De Roon per Scamacca che controlla e scarica per Cdk, il belga vede il buco per il croato che si infila con il tempismo perfetto e di sinistro a giro sfiora il palo lungo. Finisce 2-0 il primo tempo, ma è stato dominio Atalanta. Totale.

SPERANZA GIALLOROSSA — Si riparte con due novità in casa Roma: dentro Abraham e Bove per Baldanzi e Paredes. Dopo 7’ un tacco illuminante di Scamacca per Ederson viene sprecato dal brasiliano che invece di infilarsi in area calcia debole. Pochi secondi e Scamacca scaraventa un destro bellissimo dal limite di poco fuori. Al 10’ (quindi dopo 55’) il primo tiro in porta della Roma con Bove, un destro innocuo per Carnesecchi. Dopo 12’ triplo cambio in casa Atalanta: dentro Touré, Zappacosta e Lookman per Scamacca, De Ketelaere (applauditissimo) e Ruggeri. Al 14’ giallo pesante per Koopmeiners che era diffidato e salterà la trasferta di Lecce. Lookman dal limite sfiora subito il gol con un destro dal limite servito da Touré. E’ un’onda nerazzurra: De Roon anticipa Pellegrini, riparte da solo e calcia di poco fuori una volta giunto al limite. Al 18’ Svilar toglie la gioia del gol a Pasalic: Djimsiti irrompe con un anticipo secco, la palla arriva al croato che scambia con Lookman in area e calcia di prima con il portiere che ha un riflesso super. Dal corner successivo De Roon calcia al volo fuori non di molto. E’ estasi al Gewiss Stadium, dominio totale della Dea che aggredisce e spreca troppo. Al 19’ De Roon entra in scivolata su Abraham che prima calcia e poi viene colpito dal centrocampista nerazzurro. Per Guida è rigore che il Var conferma. Sul dischetto Pellegrini che segna e riapre la partita. Gasperini polemizza platealmente per la decisione di Guida e viene ammonito. Atmosfera caldissima, partita riaperta nonostante il dominio atalantino. Al 30’ dentro Scalvini per Pasalic con De Roon che torna in mediana. Due minuti e Pellegrini sfiora il gol del pareggio con un destro dal limite su cross dalla sinistra: Carnesecchi respinge. Al 38’ Lukaku di sinistro impegna a terra Carnesecchi. Segnali timidi ma costanti di una piccola crescita giallorossa. Fuori Cristante e Kristensen per Joao Costa e Azmoun: De Rossi tenta l’assalto finale per il pareggio. Al 42’ torna a farsi rivedere l’Atalanta prima con Ederson (parata di Svilar) e poi con Lookman (alto). Gasperini toglie Ederson e mette Miranchuk abbassando Koopmeiners davanti alla difesa. Al 44’ proprio l’olandese calcia dal limite mandando fuori di poco. Un minuto dopo è Miranchuk a buttare un’altra occasione con un sinistro di poco largo. Al 3’ di recupero Koop recupera palla su Pellegrini, consegna a Lookman che crossa per l’olandese il quale spara alto a porta vuota. Finisce 2-1 per l’Atalanta che rafforza il quinto posto e può pensare serenamente alla finale di Coppa Italia di mercoledì contro la Juventus. Stop pesante per la Roma invece, soprattutto per i contenuti, poveri per 70’ e più.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Scatto Udinese: vince a Lecce coi gol di Lucca e Samardzic.
Prima gioia per Cannavaro

In Puglia al tecnico campano bastano due guizzi per provare
ad allontanare lo spettro della retrocessione:
prima il colpo di testa del centravanti italiano, poi un gol del serbo nel finale


Francesco Velluzzi


Nella trentaseiesima giornata in cui tutte le squadre che lottano per salvarsi cadono malamente, l’unica che piglia i punti, e che punti, è l’Udinese che passa a Lecce (0-2) con un gol per tempo (Lucca e Samardzic) e rivede la luce. La squadra di Fabio Cannavaro compie un balzo enorme issandosi a quota 33 insieme al Cagliari e scavalcando Empoli e Frosinone, rimaste a 32, che ora tremano forte. Domenica l’Udinese riceverà l’Empoli: dovesse batterlo sarebbe salva. E darebbe una grande chance al Frosinone che ospiterà i friulani all’ultima. Incredibile. Ma i bianconeri, accompagnati per l’occasione addirittura da Gino Pozzo, hanno approfittato di un Lecce che ha avuto solo un ottimo avvio e qualche sussulto a metà della ripresa, ma non ha mai realmente accelerato. E’ la prima sconfitta interna di Luca Gotti (che proprio a Udine diventò capo allenatore) che è partito con i suoi uomini migliori, ha inserito gli altri, ma si è arreso pure lui al clima di festa calato sul Via del Mare. A fine partita la Nord ha chiuso con “grazie ragazzi” ai giallorossi che sono andati a salutare. Mentre lo spicchio dei 245 friulani ha sventolato le bandiere davanti ai bianconeri, ricaricati dalla cura Cannavaro: 5 punti in tre partite più lo spicchio del recupero contro la Roma.

IL PRE — Al Via del Mare in una splendida giornata senza il vento che qui non manca praticamente mai la musica rimbomba dalle 17.30. Anche troppo forte. Il menu del pre partita è ricco. Oggi tocca alla Croce Rossa Italiana nella giornata internazionale dedicata. Saverio Sticchi Damiani consegna una maglia celebrativa al presidente della Croce Rossa di Lecce Antonio Zecca. Prima del via passerella per le Woman, dalla prima squadra al settore giovanile con giro di campo.

IN CAMPO — Il Lecce, come Gotti aveva annunciato, manda in campo la formazione migliore. C’è Rafia e non Oudin ad agire da disturbatore per la costruzione dell’Udinese e da trequartista in fase di possesso. Insomma, una sorta di bimodulo. Cioè 4-2-3-1 in attacco, 4-4-1-1 in difesa. L’Udinese, invece, torna all’antico col vecchio caro 3-5-2 con gli esterni bassi. Davanti con Lucca c’è Success premiato dopo il gol al Napoli. Samardzic fa la mezzala destra, Payero la mezzala sinistra. Il Lecce parte decisamente più aggressivo e la difesa dell’Udinese si salva come può, respingendo in angolo. Il primo giallo al18’ Massa lo rifila a Blin, ma la punizione di Samardzic è deviata in angolo da un difensore. L’Udinese, dopo aver cominciato senza mordere come dovrebbe, prende le misure e galoppa. I tiri di Success e Nehuen Perez non sono particolarmente precisi. Ma al 36’ i friulani legittimano il dominio e passano: Ehizibue serve Payero che da destra pennella per la testa di Lucca che brucia Baschirotto e infila Falcone: 0-1. Ottavo gol in campionato per il gigante di Moncalieri. Che ci riprova al 40’ con minor fortuna. L’Udinese va a protezione del fortino, ma Kristensen rischia due volte di combinarla grossa. Per sua fortuna i compagni rimediano.

SECONDO TEMPO — Si riparte senza cambi, ma Gotti li fa dopo 11 minuti: dentro il talismano Pierotti e il giovane Berisha che al tecnico piace tanto per Rafia (decisamente sottotono) e Blin. La partita diventa un po’ tesa con i falli di Dorgu e Payero, ammoniti. Il Lecce cresce un po’ e una serpentina di Pongracic con bel tiro finisce fuori di pochissimo. Cannavaro capisce che serve energia e rivoluziona l’attacco dopo 22’. Spazio a Davis e anche a Pereyra che non è al top. Fuori Lucca e Success che hanno fatto bene, ma hanno dato tutto. Gotti cambia ancora cercando qualità e inserimenti con Oudin e Gonzalez, ma chi si prende la scena è il solito argentino Pierotti che calcia a giro ma trova una super risposta di Okoye. L’Udinese deve reggere ancora un bel po’ e allora ecco Ebosele, che ha gamba, per Ehizibue. Il Lecce prova ancora a spingere con Gallo. La difesa dell’Udinese respinge tutto, Walace è monumentale, finché un pallone ben intercettato da Ebosele non finisce a Samardzic che serve Davis, bravissimo a pescare il Tucu che crossa per lui: colpo di testa dell’ inglese che salta su Baschirotto smanaccia Falcone, Samardzic è ben appostato e la sua stoccata vincente. Al 40 ‘ è 0-2. E al Via del Mare c’è spazio solo per i cori della Nord.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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Fiorentina, rimonta contro il Monza:
Gonzalez e Arthur rispondono a Djuric

Con i tre punti di stasera la squadra
di Italiano si riporta all'ottavo posto,
con due punti di vantaggio sul Napoli



La testa sarà anche alla finale di Conference (29 maggio), ma la Fiorentina riesce a rimanere concentrata anche sul campionato. Ribaltando 2-1 il Monza, la Viola supera il Napoli (che incontrerà venerdì al Franchi) e si aggrappa all’ottavo posto che garantisce a prescindere un posto in Europa. Ci pensano Nico Gonzalez nel primo tempo e Arthur nella ripresa a piegare la squadra di Palladino, che era passata in vantaggio con il solito Djuric, la cui rete stavolta è inutile. Il Monza ha da tempo una classifica tranquilla e in questo periodo ha un po’ rallentato: la vittoria manca da quasi due mesi (con il Cagliari in casa) e nelle ultime sette partite ha fatto solo tre punti. Dall’altra parte la Fiorentina riscatta la sconfitta di Verona con una buona prova: i tre punti, tutto sommato, sono meritati e di buon auspicio per il futuro.

BOTTA E RISPOSTA — Italiano parte con il consueto 4-2-3-1 con Martinez Quarta in difesa, Mandragora e Arthur a centrocampo e Nzola davanti. Dall’altra parte stesso schieramento per Palladino che mette Bondo in mezzo e Colpani a destra, con Djuric unica punta. La Viola parte forte e ci prova con Nico Gonzalez su cui fa buona guardia Di Gregorio. Ma alla prima azione importante, al 9’, è il Monza a passare in vantaggio: cross dalla destra di Dany Mota sulla testa di Djuric che sovrasta Quarta e mette la palla all’angolino. Il vantaggio dà fiducia al Monza che controlla senza grandi problemi il possesso palla della squadra di Italiano, chiudendo bene le fasce. La squadra di Italiano ci prova così per vie interne: Nico Gonzalez al 27’ lancia Nzola che ha una grande occasione, ma da solo davanti a Di Gregorio si allarga troppo nel tentativo di saltarlo. Poco dopo è Castrovilli dalla sinistra ad avere una buona chance, ma è bravo Pablo Marì a salvare nell’area piccola. E’ il preludio al gol del pareggio (al 32’) di Nico Gonzalez, che di testa infila Di Gregorio dopo un cross perfetto dalla destra di Barak. L’argentino è scatenato e dopo un coast to coast spettacolare viene murato da Di Gregorio. La Fiorentina spinge ancora: Nzola sulla destra è ancora chiuso dal portiere del Monza, poi Quarta da due passi (ancora assist di Barak) manda il pallone di poco alto.

CI PENSA ARTHUR — Nella ripresa il canovaccio non cambia. I padroni di casa fanno possesso palla, gli ospiti provano a ripartire appena possono. La Fiorentina fatica ad arrivare al tiro, così Italiano al 60’ cambia il centravanti: dentro Kouame, fuori l’evanescente Nzola. Qualcosa si muove. Poco dopo è Castrovilli ad avere una buona chance, ma Di Gregorio è ancora bravo a dire di no. Al 78’ l’episodio decisivo: grande sgroppata di Arthur, conclusione da fuori che finisce a fil di palo. Da lì in avanti, dopo la girandola di cambi, la Fiorentina gestisce fino all’ultimo dei quattro minuti di recupero, senza mai tremare.

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SERIE A 2023/2024 36ª Giornata (17ª di Ritorno)

10/05/2024
Frosinone - Inter 0-5
11/05/2024
Napoli - Bologna 0-2
Milan - Cagliari 5-1
12/05/2024
Lazio - Empoli 2-0
Genoa - Sassuolo 2-1
Verona - Torino 1-2
Juventus - Salernitana 1-1
Atalanta - Roma 2-1
06/05/2024
Lecce - Udinese 0-2
Fiorentina - Monza 2-1

Classifica
1) Inter punti 92;
2) Milan punti 74;
3) Bologna e Juventus punti 67;
5) Atalanta(*) punti 63;
6) Roma punti 60;
7) Lazio punti 59;
8) Fiorentina(*) punti 53;
9) Napoli punti 51;
10) Torino punti 50;
11) Genoa punti 46;
12) Monza punti 45;
13) Lecce punti 37;
14) Verona punti 34;
15) Udinese e Cagliari punti 33;
17) Frosinone e Empoli punti 32;
19) Sassuolo punti 29;
20) Salernitana punti 16.

(gazzetta.it)

NOTE
Inter Campione d'Italia (con 5 giornate di anticipo) e seconda stella con lo
scudetto n° 20, questo il primo verdetto della stagione 2023/2024.
Salernitana matematicamente retrocessa in Serie B con 4 giornate di anticipo.
Matematicamente nella prossima Champions League, dopo Inter e Milan, anche Bologna e Juventus.
Lecce aritmeticamente salvo.
(*) Una partita in meno
Il recupero Atalanta - Fiorentina è stato fissato al 2 giugno.
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Massimiliano Allegri è stato formalmente esonerato dalla Juventus dopo la sfuriata all'Olimpico di Roma nei minuti finali della finale, poi vinta dai bianconeri a spese dell'Atalanta, di Coppa Italia lo scorso 15 maggio. Nel laconico e freddo comunicato societario non è stato digerito il comportamento dell'allenatore (già nel mirino del D.S. Giuntoli) verso il designatore arbitrale Rocchi, stampa, fotografi e soprattutto verso la stessa dirigenza bianconera. Un comportamento molto sopra le righe valutato dalla Juventus non nello stile della società calcistica (già, dopo la retrocessione del 2006 e le penalizzazioni fino alla scorsa, surreale, stagione 2022/2023). Allegri, oltretutto squalificato per due turni, lascerà la guida della panchina bianconera per le due ultime due giornate di campionato a Montero, il traghettatore in attesa della decisione del club per il nome del prossimo allenatore che dovrebbe essere l'attuale allenatore del Bologna Thiago Motta. Proprio la sfida col Bologna sarà il prossimo impegno in campionato della Juventus neo regina di Coppa Italia.
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Quattro gol e un punto a testa:
Fiorentina ottava. Napoli, Europa ancora possibile



La squadra di Calzona passa con Rrahmani, viene ribaltata prima
dell'intervallo dalla splendida punizione di Biraghi e dalla prodezza di Nzola.
Nella ripresa, strepitoso pari di Kvara e palo di Politano


Matteo Pierelli

Un pareggio che serve a poco a entrambe ma che se non altro fa un po’ di morale. Il 2-2 del Franchi permette alla Fiorentina di conservare l’ottavo posto che varrebbe comunque l’Europa la prossima stagione, a prescindere dal risultato della finale di Conference di mercoledì 29 maggio contro l’Olympiacos, che in caso di trionfo la farebbe salire in Europa League. Il Napoli, invece, non trova ancora la via della vittoria (che ormai manca da sei partite, ultimo pieno a Monza il 7 aprile), ma riesce quantomeno a non perdere una partita che a un certo punto – a fine primo tempo - si era messa male. Dopo il vantaggio di Rrahmani, la squadra di Calzona si abbassa troppo e prende due gol in pochi minuti da Biraghi e Nzola. E per rimediare almeno un pareggio ci vuole, nella ripresa, una magia di Kvara su punizione.

RIBALTONE — Davanti agli occhi di Luciano Spalletti, Italiano, molto probabilmente all’ultima partita al Franchi sulla panchina Viola, parte con Nzola unica punta, alle sue spalle Beltran, ai lati Nico Gonzalez e Kouame. Il Napoli invece deve rinunciare a Di Lorenzo, colpito dalla gastroenterite. In campo Simeone al posto di Raspadori mentre dietro Ostigard è preferito a Juan Jesus. Dopo otto minuti il Napoli è già in vantaggio: calcio d’angolo di Politano, colpo di testa di Rrahmani che sovrasta Martinez Quarta e palla all’angolino dove Terracciano non può arrivare. Fiorentina bloccata e Napoli che invece va avanti sull’abbrivio: Kvaratskhelia ci prova due volte e mette paura a Terracciano. Da lì in avanti, però, il buio. Nella seconda metà del primo i Viola cercano di accentuare la pressione. Beltran sulla destra crea un paio di occasioni, ma Meret fa sempre buona guardia. Ma la Fiorentina ormai è lanciata e al 40’ pareggia: da un fallo di mano di Lobotka nasce una punizione dal limite che Biraghi mette all’incrocio dei pali. Passano solo due minuti, altro errore della squadra di Calzona in uscita con Politano che consegna la palla a Nzola che in diagonale supera Meret.

MAGIA KVARA — Nella ripresa la squadra di Italiano continua a fare la partita, mentre il Napoli accenna a qualche iniziativa sulla destra con Mazzocchi: un suo cross non è sfruttato al meglio da Cajuste. Poco dopo, al 57’, arriva un altro capolavoro su punizione e stavolta lo firma Kvaratskhelia. La partita è piacevole, con continui capovolgimenti e al 62’ è ancora il Napoli ad andare vicino al gol, ma il tiro di Politano si stampa sul palo a Terracciano battuto. Poco dopo è ancora Rrahmani ad andare vicino al gol: colpo di testa fuori di poco. Al 79’ intervento di Lobotka su Belotti, Marchetti concede il rigore, ma richiamato al monitor cambia la decisione. Nel finale, c’è spazio solo per il diagonale di Raspadori che fa venire i brividi ai tifosi Viola, ma il pareggio alla fine è giusto.

Fonte: Gazzetta dello Sport
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