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Cacciare la grana,please!

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2014 23:42
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11/07/2014 17:14
 
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Di Lavoro fumettoso e illustrativo

Parte Uno: Partenze e Ripartenze

Eccheppalle..
Saltellare da un lavoro all’altro come un ranocchio nello stagno è piuttosto faticoso.
Che se qualcuno pensa che fare il creativo nell’ambito del fumetto e dell’illustrazione oggi sia cosa facile, è totalmente fuori strada.
Un lavoro dura due mesi e poi..PUF!..Un’altro dura sei mesi e poi..PUF!..Senza contare i colloqui che durano settimane,prospettando collaborazioni a tempo indeterminato e poi..PUF!
Con tutti questi PUF,pare di essere dentro al pentolone dove cuociono i pop corn,piuttosto che nella vita reale.Il problema è che insieme ai pop corn stanno friggendo anche le mie chiappe.
E sarà anche vero che sono fortunato a trovare un lavoretto ogni tanto,ma a lungo andare la cosa diventa sfibrante a livello cerebrale.
Sono le pause tra un’occupazione e l’altra a essere pesanti..quelle lunghe attese con contorno di speranze.
Correre tanto per correre va bene solo se fai jogging.

“Che bello! Disegni! Sei un creativo!”
Bello?..Sì..se lo si fa in modo decentemente stabile,hai un entrata economica fissa e non sei costretto a prostituirti una volta con uno e una volta con l’altro.
Pare che il talento naturale oggi non basti;per muoverti in questo campo,adesso devi inventarti qualcosa..devi ampliare i tuoi orizzonti..devi essere “Multitasking”.

Disegni?..Colori manualmente?..Te la cavi bene con matite e pennelli?..
E con la china fai cose fiche?..sì,sì..molto belle,però..non basta.
Oggi devi avere competenze più specifiche: utilizzo di programmi di grafica computerizzata (se non di animazione digitale)..esperienza di web design..conoscenze approfondite di grafica per impaginazione e costruzione visuale.
Tutte cosette che non si imparano in poco tempo e necessitano di ulteriori periodi di prove e contro-prove..tutte cosette che necessitano di apprendimento da autodidatta e pazienza sconfinata.
A meno che tu non sia un adolescente e non appartenga alla generazione che con l’elettronica e il digitale ci è nata e cresciuta..uno di quelli che ha l’I-Phone come protesi organica e usa il linguaggio HTML anche quando conversa col vicino di casa.


Comunque sia..mi sono armato di santa pazienza e mi sono rimboccato le maniche; mi sono “modernizzato” per quanto ho potuto e alle matite,ai pennelli,gli acquerelli e alla china, ho aggiunto il pc con i suoi programmi di grafica digitale.
Così mi affaccio al mercato del lavoro, speranzoso che tutto questo sbattimento possa essere utile a trovare un posticino tranquillo dove poter dar libero sfogo alla mia creatività e, possibilmente, camparci.


Parte Due: Il nuovo corso?

Il mercato del fumetto oggi è quello che è: un vastissimo campo minato abbandonato e senza segnalazioni; uno ci va solo se spinto da insana e irrefrenabile passione..altrimenti gli conviene andare a fare altri nobilissimi e più ricercati lavori tipo l’imbianchino,il magazziniere,il muratore o il saldatore.
Dal momento in cui la passione ti porta a cercare di fare il fumettaro, ecco che ti vai a scontrare con due dati di fatto negativi: mercato italiano inesistente (ad eccezione di Bonelli che però anche quello ha la sua bella flessione) e un aumento esponenziale della grafica digitale (videogiochi e affini) che il fumetto se lo sono mangiato vivo. Praticamente è come incrociare durante la navigazione non uno ma ben due iceberg..e ovviamente tu sei il Titanic.


In alternativa puoi puntare sull’illustrazione; copertine di libri o CD, giochi di carte e browser game, illustrazioni per fiabe o racconti, realizzazioni di immagini per siti web..questo mercato è sicuramente più attivo e offre maggiori possibilità rispetto al fumetto classico.

Nonostante tutto, qualche proposta di lavoro ogni tanto salta fuori..l’unico problema è che molte di queste hanno una caratteristica in comune.
Spesso e volentieri ti vengono proposte formule come questa:
“Azienda Taldeitali ricerca disegnatori/fumettisti/illustratori per progetto editoriale. Non è previsto un budget. Se l’opera avesse successo, tutti i partecipanti dovrebbero beneficiarne concretamente. Quindi il 10% di ogni singola copia venduta verrà assegnata ai disegnatori.”

A parte l’uso del condizionale (dovrebbero beneficiarne) che già da solo insinua dubbi su dubbi, il giochino del 10% a copia venduta è quanto di meno sicuro ci possa essere.
Le proposte di questo tipo abbondano ovunque, vuoi per la famigerata “crisi” del lavoro che fa tenere strette le chiappe e i portafogli..e vuoi per una diffusa mancanza di riconoscimento per il lavoro creativo/artistico.
Pare che questi “propositori” non tengano conto del lavoro manuale, del tempo e dei materiali che chi disegna mette a disposizione.
Un po’ come se il fatto di fare un mestiere che sostanzialmente ci piace non avesse alcun costo per noi.
Neanche le spese vogliono pagare...

Ora..a mio parere, se una persona offre un servizio, questo va pagato. Punto.
Se vai dal salumiere e vuoi comprare tre etti di prosciutto, non è che gli dici: “Facciamo che ora vado a casa, mi faccio un panino e se mi piace allora torno e glielo pago.
Lo paghi subito e basta.
Se vuoi cambiare le piastrelle della cucina, non è che le fai posare dagli operai e poi le paghi se in cucina ci stanno bene.
Le paghi subito e di corsa..anche se in cucina quel tipo di piastrelle fanno cagare.

Sta mania dilagante di pagare solo in caso di successo è una cosa che mi fa girare le palle così tanto che a volte ho l’impressione di poter prendere il volo.
Posso capire il timore di chi si lancia in progetti editoriali, ma questo non giustifica il fatto di trattare chi lavora come semplice manodopera che si può anche non pagare in caso di fallimento dell’idea.

Il lavoro si paga. Punto.
Perciò..cacciate la grana, cazzo!









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"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."



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E' palesemente sbagliato che l'imprenditore scarichi sul lavoratore il rischio di impresa.
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