I principali protagonisti sono un trittico di personaggi (Phillip, Catello e Robottone) che si alternano e affrontano piccole avventure e vicissitudini da Bronx nostrano. Il tutto contornato da un umorismo a tratti di critica sociale, a tratti demente, a tratti splatter.
Il bello (Phillip), il brutto (Catello) e il cattivo (un robot costruito con pezzi vari e con la testa a forma di caffettiera rigorosamente napoletana), formano un trio che ricorda un po’ quello creato dal mitico Pazienza: Zanardi, Petrilli e Colasanti.
Solo che il bello Phillip è leggermente meno cinico e bastardo di zanardi, il brutto Catello è meno ingenuo e manovrabile di Petrilli, e Robottone è meno “figo” di Colasanti ma capacissimo di rompere culi all’occorrenza.
Ultimamente a questi tre si è aggiunta pure una bellezza femminile che tutto è meno che sesso debole, di nome Rizla.
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Insomma: E’ di sicuro un bel fumetto, fatto da un bravo autore che sa narrare in storie brevi piccoli momenti di realtà quotidiane.
Racconti di strada, tematiche sociali diffusissime e riconoscibili da una moltitudine di adolescenti (ma anche non) e soprattutto una grandissima e sagace comicità, capace di strappare sorrisi amari e risate sguaiate.
Lo stile di Ruben Curto?
Semplice, immediato e riconoscibile. A tratti dettagliato e a tratti stilizzato, adattissimo a una lettura veloce e godibile.
Che sia cresciuto con Andrea Pazienza è evidente (ma in fondo chi non ne è stato influenzato?), ma ha creato, lavorato e definito un suo tratto personale sicuramente apprezzabile.
E io di sicuro lo apprezzo molto.
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La divertente e brevissima “storia di strada” qui sopra la trovate a questo link:
www.verticalismi.it/webserie/storie-e-merd-1/
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"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."
