LA MIA VITA DISEGNATA MALE
Se nella quasi totalità delle opere di Gipi la vena autobiografica è evidente,lo è ancor di più in questo libro:”La mia vita disegnata male”.
Punto di partenza della narrazione è il periodo in cui Gipi scopre di avere un problema al pene e comincia un pellegrinaggio da un medico all’altro per scoprirne la causa e individuare la cura.
Ovviamente il “problema al pisello” è un pretesto per raccontare altro;un’adolescenza ribelle,la sua compagnia di amici un po’ strambi,gli eccessi nell’abuso di alcol e droghe della giovinezza e delle due facce dell’amicizia ora crudele,ora tenera.
Tra i frammenti di questi ricordi mescolati alla realtà,si materializzano strani incubi che hanno sempre un lieto fine e che hanno come protagonisti dei buffi pirati.
Altro risvolto di questa stupenda storia dai mille volti è il ricordo del suo amico perso e ritrovato, e poi nuovamente scomparso, eppure profondamente amato,che ci mostra la tenerezza di Gipi e la sua vena poetica.
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"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."