E’ inutile nascondersi dietro a un dito:Andrea aveva problemi di tossicodipendenza (eroina nello specifico) e in questa opera le debolezze fisiche ed emotive di questo problema emergono in tutta la loro tragica discesa verso l’abisso.
Nella breve prefazione del volume,Vincenzo Mollica (che Andrea l’ha conosciuto abbastanza bene) scrive:
”Fu una mattina assolata ad Ascona,in Svizzera,che vidi i primi dieci fogliettini di Pompeo.
Non erano ancora tavole compiute,ma un abbozzo di storia che Andrea Pazienza aveva cominciato a stendere con il coraggio e la tenacia di chi sa di avere di fronte uno dei problemi più drammatici del nostro tempo.
Pazienza aveva deciso di affidare ad un pennarello nero e a dei fogli quadrettati il vortice delle emozioni,dei dubbi,dei turbamenti,degli incubi che affastellavano il suo cervello.
Il risultato finale è incredibile.E’ un delirio raccontato fuori dagli schemi usuali.E’ una follia che diventa tangibile.
Andrea Pazienza in questo libro ha raccontato un inferno,che poi è l’inferno di migliaia di giovani che non hanno voce e spesso sono rappresentati solo da una cifra statistica.
Pompeo è un libro che fa male e rimane per me assolutamente misterioso il perché Pazienza lo abbia realizzato,Mauro Paganelli lo abbia editato ed io abbia scritto queste quattro righe probabilmente inutili.”
_______________________________________
"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."