Mi risvegliavo da una nottata piena di sogni.
Non me li ricordavo,per la maggior parte,ma ciò che rimaneva aveva un sapore dolciastro..come quello che si sente quando i sogni sono stati piacevoli.
Lo squillo del cellulare (quello aziendale) mi aveva strappato alle braccia di Morfeo.Lo prendo e guardo il numero sul display:non lo conosco.Più che probabile che si tratti di un cliente.
-”Pronto.”- rispondo cercando di trovare un tono sveglio e arzillo.
-”Ehm..pronto..mi scusi se la disturbo.”
E’ una voce titubante che parla dall’altro capo del telefono.Ha un tono familiare,ma al momento non riesco a capire di chi si tratti.Forse qualcuno a cui ho piazzato uno scanner o una scheda grafica?
-”Nessun disturbo,mi dica.”- dico io assumendo il tono professionale più realistico possibile.
-”E’ che lei ha venduto una stampante laser a mio cugino circa un mese fa e io..ecco..ho visto il suo nome sul biglietto da visita e..”-
-”E..?..Dica pure.C’è qualche problema?”-
Comincio ad innervosirmi.Un po’ è la sua voce titubante..un po’ è la possibilità che sia sorto un problema con il materiale che ho piazzato.Eppure quella voce..il tono..
-”No,nessun problema.La stampante è ottima.”- dice lui -”E’ che quando ho visto il suo nome..”-
-”Mi scusi..ma lei è..?”-
-”Mi chiamo Luca Boschi.”-
-”Mi perdoni,ma al momento non..”-
-”Penna dritta..alle medie..non so se ti ricordi di me.”-
Per cinque lunghissimi secondi non dico niente.
Luca..Penna dritta..in quei pochi secondi mi scorrono in testa tre anni di adolescenza e altrettanti di avventure di ragazzino.
-”Cazzo!Luca..Penna dritta!”- sbotto io perdendo tutto il mio atteggiamento professionale -”Certo che mi ricordo di te!Come stai?E’ una vita che non ci si vede!”-
-”Tutto bene..e davvero è una vita che non ci si vede.Quando ho letto il tuo nome sul biglietto,mi è venuta una gran voglia di sentirti.Spero di non averti disturbato.“
_”Ma,No..figurati.Anche a me fa piacere.”-
-“Senti..ora sono un po’ di fretta;ti ho chiamato solo per avere la certezza che fossi davvero tu.Comunque,io abito in via Biancospino al 31,sul Lungarno dei pioppi..ti va di venire una sera a cena da me?Così magari si fa due chiacchiere e due risate ricordando i vecchi tempi.”-
-”Certo che sì.Un salto ce lo faccio volentieri.Facciamo sabato?”-
-”Okay..vada per sabato.Ti aspetto per le 19.00.”
Il sabato seguente,mentre percorro in auto il Lungarno dei Pioppi,continuo a pensare che quest’ultimo periodo ha qualcosa di incredibile.Come casualità hanno cominciato a tornare nel presente pezzi del mio passato.E’ come se all’improvviso ieri e oggi si fondessero.
L’arcobaleno di Morgana..Laura..e adesso Luca..Penna dritta..
Quando arrivo a casa sua,mi accoglie con un abbraccio che ricambio con convinzione.
Ha i capelli lunghi fino alle spalle e un colorito piuttosto abbronzato,ma i suoi lineamenti non sono molto diversi da quelli che ricordavo.
-”E’ bello rivederti..Settecolori.”- mi dice.
-”Anche per me..Penna Dritta.”- gli rispondo io.
Scoppiamo a ridere come due ragazzini complici di una battuta che solo noi possiamo capire.
Mi mostra la casa e resto sorpreso dalla enorme quantità di statuette,tappeti,libri,fotografie di ogni angolo del globo appese un po’ dovunque.Il suo appartamento non è sconfinato,ma non c’è un solo angolo che non sia occupato da qualcosa.
-Cazzarola,Luca..ma dove hai preso tutte queste cose?Antiquario o ricettatore?”- gli chiedo ridendo,affascinato dalla sua collezione.
-”Nessuno dei due”- risponde lui -”Sono fotografo freelance..ho visitato praticamente quasi ogni angolo del pianeta..mi mancano solo l’Artide e l’Antartide per fare bingo.”-
Ci sedemmo a tavola per cenare.
Cena a base di pesce;tagliolini allo scoglio,gamberoni reali al vapore,fritto misto e insalata rucola e mais..il tutto accompagnato da un paio di bottiglie di buon vino.
Parliamo del presente,degli ultimi anni e di cosa abbiamo combinato.
Lui ha davvero visitato ogni angolo del globo,tanto che ci sta scrivendo pure un libro per raccontare le sue vicissitudini da fotografo indipendente.
India,Afghanistan,Cina,Pakistan..Islanda,Portogallo,Brasile,Cuba..Libano,Israele,Egitto..è saltato in ogni luogo come una cavalletta ed è un vero piacere ascoltare i suoi racconti.
Chiunque proverebbe punte di invidia nel pensare a tutto ciò che ha potuto vedere e sperimentare,ma io provo solo un gran senso di fascino.
Al termine della cena ci rilassiamo in salotto.Mentre io mi accascio sul divano,in stile sazio e contento di essere lì,lui prende una scatoletta e,sedutosi a sua volta,ne estrae cartine,filtri e una busta trasparente dal contenuto evidente.
-”Faccio una canna..ti va?”- mi dice con l’occhio sornione.
-”Perché no?”- rispondo io più sornione di lui -”Metto un sottofondo musicale.Dove mi reco per trovare note decenti?”-
-”A sinistra dell’impianto hi-fi..il mobiletto di legno.”-
Trovato il mobiletto,scopro la miniera;c’è di tutto,ma soprattutto robe ottime degli anni ‘70.
Led Zeppelin,Jimi Hendrix,Doors,Ten Years After,Genesis,Janis Joplin..e il mio tuffo nel passato si fa sempre più concreto e percepibile.
Scelgo un classico:”Made in Japan” dei Deep Purple e torno a svaccarmi sul divano,mentre Luca prepara la sua sigaretta farcita.
-”Tu disegni ancora?”- mi chiede preparando la mistura.
-”Sì,la passione mi è rimasta..e tu?”-
-”Molto raramente.Ho sostituito la carta con la pellicola fotografica e la matita con la digitale..sarà che col tempo sono diventato pigro.”-
Sorride mentre con abilità rolla e chiude uno snello spinello.Io pensavo che era stato un mutamento naturale,il suo.Aveva sempre avuto un’attrazione al particolare,aiutata da una discreta tecnica,quindi era normale che fosse passato alla fotografia.
-”Ti ricordi di Cinzia?”- fa lui sbuffando una nuvola di fumo.
-”Cinzia..certo che me la ricordo.”-
-”Aveva un viso particolarissimo..ti ricordi quando abbiamo bruciato i suoi ritratti?”-
-”Merda..sì..me lo ricordo bene.”-
-”Beh,quando ho traslocato dalla vecchia casa,in soffitta ho trovato una sorpresa..”- dice con un sorriso maligno e furbesco. -”Dentro a una vecchia cartelletta c‘erano due scampati al rogo di quel pomeriggio.Non ricordavo di averli lasciati la dentro.”-
Si alza per andare a prendere un grosso libro,mentre io ancora resto incredulo a quella postuma rivelazione.
Torna,appoggiando sul tavolino i due vecchi fogli di F4 che ritraevano Cinzia,mentre Ian Gillan intona la parte finale di “Highway Star”.
-”Uno è mio”- dice con il sorriso di un bimbo che ha appena rivelato la marachella -”L’altro è tuo.”-
Osservo i due fogli;uno ritrae Cinzia con l’inconfondibile stile di Luca-Penna Dritta,molto tecnico e ricercato..l’altro è una rappresentazione più essenziale,ma non meno espressiva..la mia.
-”Mi farebbe piacere se tenessi il tuo”- stava dicendo Luca -”Ho sempre sperato che un giorno avrei potuto restituirtelo.”-
-”Cinzia…chissà che fine avrà fatto”- dico io continuando a fissare il modo grezzo ma efficace con cui entrambi avevamo catturato l’essenza del suo sguardo.
“E’ capo infermiera all‘ospedale S. Giovanni di Dio”- mi risponde lui passandomi la canna -”L’ho incontrata per caso sei mesi fa accompagnando un parente.”-
La capo infermiera Cinzia;sorrido immaginandomela in quella veste,ma forse per effetto del vino o dell’erba,le immagini diventano un po’ spinte.
-”Ti ricordi quando ci eravamo messi a disegnare l’isola sul muro delle Poste?”- chiesi io sdraiandomi sullo schienale del divano.
-”Quando sono arrivati i caramba?”-
Scoppiammo a ridere ripensando a quella scena;due ragazzini con i cinturoni,armati di pericolosissime matite colorate,colti nel bel mezzo del reato dal lungo braccio della legge.
-”Se ripenso alla faccia del Maresciallo Altieri quando ha visto il disegno sul muro,scoppio.”- dice lui non riuscendo a trattenersi.
-”E la faccia dei due idioti che ci hanno portato in caserma?”-
Le nostre risate di gusto,si mescolano all’assolo di Richie Blackmore che si diffonde nell’aria.
Mi sembra di avere davvero un piede nel passato e mi sento felice di essere lì con Luca.
-”Dio”- fa lui -”E’ davvero bello rivedersi dopo tanto tempo..”-
-”Concordo..completiamo l’opera di questo ritorno al passato?”-
-”Cioè?”-
-”Disegniamo.”-
Sorride lanciandomi uno sguardo complice,tipo il gatto con la volpe,poi si alza e va a prendere un album di fogli e una vecchia scatola polverosa.
-”Le mie matite le tengo nello scrigno.”- dice appoggiandola sul tavolino.
-”Io invece le tengo qui.”- dico io estraendo dalla tasca la mia scatoletta.
-”Non ci credo!Le porti sempre dietro!Come allora!”-
Ridiamo di nuovo e di nuovo ci scambiamo sguardi di intesa,come vent’anni prima.Tutto è cambiato..Nulla sembra cambiato.
Passiamo il resto della nottata a disegnare;usa la stessa tecnica di quando eravamo ragazzini.Parliamo degli anni in cui non ci siamo visti,ma torniamo spesso a ricordare il passato.Ridiamo come allora.
E’ come se ridessimo colore a foto sbiadite dal tempo,donando loro una nuova vita e facendone emergere i sapori e le emozioni di un vissuto che ci è restato dentro.
Vivo la nottata con Penna Dritta con lo stesso spirito con cui sto vivendo gli ultimi mesi.
Ricordi di ritorno..come un bambino che tende la mano a un adulto per ricongiungersi con lui..come frammenti di un puzzle che si ricompongono..
Ricordi di ritorno..Tutto è cambiato..Nulla sembra cambiato..
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"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."