Nel sogno sto camminando su un sentiero.
So che è un sogno per via di quella atmosfera ovattata tipica di quando si sta sognando.
La fitta vegetazione circostante mi nasconde l’orizzonte,ma il cielo sopra di me è di un blu così vivo che lascia a bocca aperta.
Intorno è tutto un brillìo di colori;fiori sbocciati e danza di farfalle..un continuo cinguettìo di uccellini a scambiarsi confidenze e racconti..e dentro di me una sensazione di pace.
Guardo il sentiero e vedo un bambino che sta correndo verso di me.Spinge davanti a se un sottile cerchio di plastica usando un bastoncino di legno.Un gioco d’infanzia che facevo anche io.Mi vede,si ferma e mi sorride.
-”Ciao”- mi saluta raccogliendo il cerchio.
-“Ciao,piccolo.”-
-”Ti va di giocare?”-
Faccio segno di sì e lui allunga la mano per prendere la mia.Mi fa cenno di seguirlo e io lo faccio chiedendomi dove mi porterà.
-“Io mi chiamo Settecolori.“- dice il bambino mentre percorriamo insieme il sentiero,continuando a tenerci per mano.
-”E’ un bel nome”- rispondo io sorridendo.
-”Ti piacciono gli animali?”-
-”Sì,moltissimo.”-
-”Vieni,allora..ti faccio vedere una cosa.”-
Sbuchiamo in una radura,circondata da alberi di mele,il cui aroma si diffonde nell’aria rendendola ancora più dolce non solo per il clima.Al centro dello spiazzo erboso,un cavallo di un bianco mai visto,bruca l’erba tenendo le ali chiuse lungo i fianchi..Pegaso,il cavallo degli dei.
-”E’..bellezza allo stato puro.”- sussurro quasi senza fiato.
-”Sì..è bellissimo”- risponde il bimbo avvicinandosi e carezzandogli il collo -”Io l’ho cavalcato molte volte.”-
Mi avvicino anch’io per accarezzare il cavallo,e sfiorando il suo manto vellutato e candido,sento l’emozione riempirmi l’anima.Un’unica lacrima nasce dai miei occhi chiusi.scivola lentissimamente sulla mia guancia.
Io e il bambino ci sediamo sull’erba e facciamo compagnia a Pegaso.Restiamo in silenzio,con un sorriso contento sulle labbra mentre lo osserviamo.Poi lui alza la testa..le narici fremono come a captare qualcosa nell’aria..poi si volta e dopo una breve galoppata,prende il volo spiegando le sue enormi ali piumate.
Sento dispiacere nel vederlo andar via,e il bambino sembra accorgersene.
-”Non preoccuparti”- mi dice sorridendo comprensivo -”Ritornerà..lui torna sempre.”-
-”Sì..hai ragione..lui torna sempre.”-
-”Ti piace disegnare?”-
-”Moltissimo.”-
-”Dai,disegniamo qualcosa!”-
Un battito di ciglia e mi ritrovo tra le mani un foglio di carta semiruvida.
La consapevolezza di stare sognando si riaffaccia per un nanosecondo nel mio pensiero,ma la inconsapevole volontà di continuare la cancella subito.
Poso la mano sulla tasca posteriore dei pantaloni e sento subito la mia fedelissima scatola dei colori.
Sorrido mentre vedo il bambino che tira fuori la sua.Settecolori.
-”Facciamo un gioco?”- dice lui eccitato.
-”Facciamo un gioco.”-confermo io.
-”Chiudiamo gli occhi,contiamo fino a tre e quando li riapriamo,disegniamo la prima cosa che ci viene in mente.”-
-”Bella idea..conti tu?”-
-”Okay,pronto?..chiudiamo..uno..due..tre..”-
-”Apro gli occhi e sul foglio bianco già so cosa fare.Il primo pensiero che mi è venuto in mente.
Prendo i miei colori e comincio a darmi da fare;le punte colorate,tenute inclinate,cominciarono a danzare sulla carta,al ritmo di una musica di ricordi.
Ogni tanto mi volto per guardare il piccolo Settecolori,e lo trovo chino sul foglio..un sorriso beato sul viso e la punta della lingua sul labbro superiore..assorto.
Sono ben avviato alla fine del mio lavoro,quando mi accorgo che manca qualcosa per poterlo completare.
-”Accidenti..per finire il mio disegno,manca un colore.”-dico seccato dal non averci pensato prima.
-”Che colore ti serve?”-
-”Eh,sarà difficile..mi serve l’indaco.”-
Il bambino sorride come se conoscesse il finale di una barzelletta e si mette a frugare nella sua scatola dei colori.
-”Tieni”- mi dice porgendomi la matita -”Non lo uso spesso ma ho imparato a portarne sempre uno dietro.”-
Sorrido cogliendo il senso della sua affermazione e poi mi do da fare per finire il lavoro.
Terminiamo praticamente insieme e ci guardiamo curiosi.
-”Vediamo prima il tuo.”- mi dice lui con occhietti furbi.
-”Io ho fatto..un’arcobaleno.”- rispondo io mostrando il mio foglio.
E’ venuto piuttosto bene;le sfumature tra un colore e l’altro sono davvero realisticamente spettacolari.I sette colori si legano e si fondono in un’unica sorgente di luce.
Il ragazzo sorride e mi mostra il suo disegno.
E’ un arcobaleno.
Lo stile è un po’ meno raffinato,ma anche in quel disegno i colori sono perfettamente in sintonia tra loro..vividi e pieni di varianti cromatiche che rende il tutto ancora più dinamico.
Sorridiamo complici.
-”Guarda”- mi dice lui indicando il cielo con il dito.
I fogli di carta spariscono e nel blu del cielo sono incastonati i nostri due arcobaleni..perfettamente parte dell’ambiente.
Si muovono ondeggiando..poi si spostano lentamente fino a fondersi l’uno nell’altro..diventando un solo arcobaleno..il più vivo che io abbia mai visto.
-”Grazie”- mi dice Settecolori.
-”Di cosa?”-
-”Di aver giocato con me.Ora dobbiamo andare..ma giocheremo ancora,vero?-”
-”Certo che sì.”-
Mi sorride e si allontana spingendo il cerchio di plastica con il bastone di legno,mentre il fruscìo del risveglio mi carezza gli occhi.
Apro gli occhi e torno al giorno.
Il corpo nudo e bellissimo di Laura è steso al mio fianco,ancora nell’abbraccio di Morfeo.Seguo per un po’ il ritmo regolare del suo respiro e ripenso al sogno che è ancora chiaro nei miei ricordi.
Il passato che visita il futuro..il futuro che ciclicamente si incontra con il passato..
La troppa filosofia mi ha sempre annoiato,ma questi ultimi mesi mi hanno dato da pensare.
I ricordi di ritorno..o forse qualcosa più che un ritorno.
L’arcobaleno..Pegaso..Laura..Penna Dritta..questa rinnovata coscienza di “essere”..
Sorrido guardando il soffitto…
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"Vivo tra lo Stato Sovrano della Realtà e la Repubblica Popolare del Sogno..."