Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
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Settecolori

Ultimo Aggiornamento: 18/08/2009 23:48
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E Settecolori cresceva, in un Mondo per lui bellissimo nella sua polivalenza, pieno di sorprese e di cose da scoprire. Un Mondo tutto da disegnare, sintetizzabile in un solo disegno della terra con la bandiera della pace piantata in cima. Questo disegnava Settecolori, e questo desiderava per sto Mondo. Sentiva una notizia brutta al telegiornale? Disegnava la Terra con i continenti fatti di spazzatura. Sapeva di una cosa bella successe? Sorrideva lui e i suoi disegni.
Settecolori cresceva, i suoi disegni lo seguivano.
Aveva sedici anni quando incontrò una signora che conosceva perché quand’era piccolo la donna gestiva il piccolo bar dietro la scuola dove lui comprava gli ovetti di cioccolato. La salutò, lei guardò verso di lui senza vederlo.
-Chi sei?-
La donna aveva gli occhi bianchi. La donna era cieca. Settecolori si trovò in imbarazzo. Salutandola aveva sperato che lo riconoscesse, ma se non lo poteva vedere..
-Signora, sono quel bambino che veniva a comprare le uova di cioccolata!-
-Non eri davvero l’unico, ci veniva tutta la scuola. Come faccio a ricordarmi di te?- gli rispose la donna sorridendo. Un bel sorriso, di quelli che irradiano luce. Settecolori desiderò in quel momento di portarsela a casa, di averla come nonna supplementare, di poterla vedere seduta sulla poltrona a cucire ogni volta che fosse entrato in sala.
-Signora, posso offrire un caffe?-
La donna rimase stupita e per un attimo non rispose, poi disse:
-Un tè caro, lo prenderò volentieri-
Entrarono nel bar. Settecolori rimescolò nelle tasche pescando abbastanza monetine per un tè e un caffè, ed ordinò.
Settecolori avrebbe voluto chiederle come fosse diventata cieca, ma non trovava il coraggio. Fu lei, sorseggiando il tè, che glielo disse. Gli parlò di una malattia che gli annebbiò la vista fino a fargliela perdere …il Mondo mi è sfumato sotto gli occhi.. e Settecolori senti un brivido, ma lei continuava a sorridere. Gli diceva che lei non poteva più vedere le immagini, ma ‘sentiva’ i colori. Diceva che il rosso scotta, il giallo fa ridere, il nero da un senso di vuoto, il verde rilassa. Basta farci caso. Così diceva.
Il tè finì, il caffè pure. La donnina gli disse che poteva andare a trovarla quando voleva. Gli disse che abitava sopra il vecchio bar. Gli disse a che nome suonare.
Settecolori rimase molto colpito da quest’incontro, e otto giorni dopo suonò il campanello indicatogli con un pacco di disegni sotto il braccio. Senti la voce della signora nel citofono.
-Chi è?-
-Signora, sono il ragazzo del..-
-Ah, sei tu. Sali-
Salì, trovò la porta di casa aperta. Chiese permesso ed entrò. Venne fatto accomodare in un salotto di altri tempi, pieno di mille oggetti tra cui la donna si muoveva con goffa destrezza.
Si sedettero sulle poltrone, uno di fronte all’altra.
-Signora. Le ho portato questi- e le porse i disegni. In ogni foglio aveva sdraiato la punta della matita, e calcando più che poteva l’aveva riempito. Per ogni foglio un colore diverso.
La donna prese i fogli. Li iniziò a sfogliare come se li vedesse, poi reclinò la testa indietro, come se veramente sentisse i colori, e lentamente, in un crescendo, iniziò a ridere di gusto, di un riso che apre il cuore.
-Ma tu sei Settecolori! Ma non me lo potevi dire!? Credi che sia tanto facile scordarsi di te?-
Settecolori rimase senza parole. Lei continuò a ridere e ricordare:
-Ma ti ricordi quando brandivi quelle tue matite come pugnali e inseguivi i bambini fin dentro il bar. E quando con quel tuo amico - Penna dritta o come cavolo di chiamava- disegnavate tutti i muri. Vi sorpresi anche a disegnare il muro del bagno del bar, ma se non vi aveva fatto passare la voglia di disegnare sui muri quel carabiniere, ve la feci passare io quel giorno..- e continuava a ridere a crepapelle. Settecolori rimase lì, dapprima spiazzato, poi si fece contagiare da quella risata fantastica, ed ora erano tutti e due lì a sbellicarsi di quelle marachelle. Si ritrovò a passar lì tutto il pomeriggio, ed andò a casa che ancora rideva da solo per la strada. Sarebbe tornato a trovarla.
Quella sera disegno la donna con lo sguardo cieco e sorridente, poggiata a braccia conserte su un arcobaleno.
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22/07/2009 23:26
 
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se varcate la soglia del mio mondo le regole le detto io...chi casca nel mio burrone personale si arrangi..
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27/07/2009 11:01
 
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E Zak, allora? Qui aspettiamo solo te. Ci fai mancare un pezzo e non pubblichi niente niente? Non si fa [SM=g1652047]
Il pubblico reclama!
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Così vi voglio..curiosi e affamati di lettura.. [SM=g7350]

Siate pazienti e sarete ripagati..o almeno spero.. [SM=g7349]

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28/07/2009 10:20
 
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Muoviti allora [SM=g7349]
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29/07/2009 02:05
 
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..SOGNO..

Nel sogno sto camminando su un sentiero.
So che è un sogno per via di quella atmosfera ovattata tipica di quando si sta sognando.
La fitta vegetazione circostante mi nasconde l’orizzonte,ma il cielo sopra di me è di un blu così vivo che lascia a bocca aperta.
Intorno è tutto un brillìo di colori;fiori sbocciati e danza di farfalle..un continuo cinguettìo di uccellini a scambiarsi confidenze e racconti..e dentro di me una sensazione di pace.
Guardo il sentiero e vedo un bambino che sta correndo verso di me.Spinge davanti a se un sottile cerchio di plastica usando un bastoncino di legno.Un gioco d’infanzia che facevo anche io.Mi vede,si ferma e mi sorride.
-”Ciao”- mi saluta raccogliendo il cerchio.
-“Ciao,piccolo.”-
-”Ti va di giocare?”-
Faccio segno di sì e lui allunga la mano per prendere la mia.Mi fa cenno di seguirlo e io lo faccio chiedendomi dove mi porterà.
-“Io mi chiamo Settecolori.“- dice il bambino mentre percorriamo insieme il sentiero,continuando a tenerci per mano.
-”E’ un bel nome”- rispondo io sorridendo.
-”Ti piacciono gli animali?”-
-”Sì,moltissimo.”-
-”Vieni,allora..ti faccio vedere una cosa.”-
Sbuchiamo in una radura,circondata da alberi di mele,il cui aroma si diffonde nell’aria rendendola ancora più dolce non solo per il clima.Al centro dello spiazzo erboso,un cavallo di un bianco mai visto,bruca l’erba tenendo le ali chiuse lungo i fianchi..Pegaso,il cavallo degli dei.
-”E’..bellezza allo stato puro.”- sussurro quasi senza fiato.
-”Sì..è bellissimo”- risponde il bimbo avvicinandosi e carezzandogli il collo -”Io l’ho cavalcato molte volte.”-
Mi avvicino anch’io per accarezzare il cavallo,e sfiorando il suo manto vellutato e candido,sento l’emozione riempirmi l’anima.Un’unica lacrima nasce dai miei occhi chiusi.scivola lentissimamente sulla mia guancia.
Io e il bambino ci sediamo sull’erba e facciamo compagnia a Pegaso.Restiamo in silenzio,con un sorriso contento sulle labbra mentre lo osserviamo.Poi lui alza la testa..le narici fremono come a captare qualcosa nell’aria..poi si volta e dopo una breve galoppata,prende il volo spiegando le sue enormi ali piumate.
Sento dispiacere nel vederlo andar via,e il bambino sembra accorgersene.
-”Non preoccuparti”- mi dice sorridendo comprensivo -”Ritornerà..lui torna sempre.”-
-”Sì..hai ragione..lui torna sempre.”-
-”Ti piace disegnare?”-
-”Moltissimo.”-
-”Dai,disegniamo qualcosa!”-
Un battito di ciglia e mi ritrovo tra le mani un foglio di carta semiruvida.
La consapevolezza di stare sognando si riaffaccia per un nanosecondo nel mio pensiero,ma la inconsapevole volontà di continuare la cancella subito.
Poso la mano sulla tasca posteriore dei pantaloni e sento subito la mia fedelissima scatola dei colori.
Sorrido mentre vedo il bambino che tira fuori la sua.Settecolori.
-”Facciamo un gioco?”- dice lui eccitato.
-”Facciamo un gioco.”-confermo io.
-”Chiudiamo gli occhi,contiamo fino a tre e quando li riapriamo,disegniamo la prima cosa che ci viene in mente.”-
-”Bella idea..conti tu?”-
-”Okay,pronto?..chiudiamo..uno..due..tre..”-
-”Apro gli occhi e sul foglio bianco già so cosa fare.Il primo pensiero che mi è venuto in mente.
Prendo i miei colori e comincio a darmi da fare;le punte colorate,tenute inclinate,cominciarono a danzare sulla carta,al ritmo di una musica di ricordi.
Ogni tanto mi volto per guardare il piccolo Settecolori,e lo trovo chino sul foglio..un sorriso beato sul viso e la punta della lingua sul labbro superiore..assorto.
Sono ben avviato alla fine del mio lavoro,quando mi accorgo che manca qualcosa per poterlo completare.
-”Accidenti..per finire il mio disegno,manca un colore.”-dico seccato dal non averci pensato prima.
-”Che colore ti serve?”-
-”Eh,sarà difficile..mi serve l’indaco.”-
Il bambino sorride come se conoscesse il finale di una barzelletta e si mette a frugare nella sua scatola dei colori.
-”Tieni”- mi dice porgendomi la matita -”Non lo uso spesso ma ho imparato a portarne sempre uno dietro.”-
Sorrido cogliendo il senso della sua affermazione e poi mi do da fare per finire il lavoro.
Terminiamo praticamente insieme e ci guardiamo curiosi.
-”Vediamo prima il tuo.”- mi dice lui con occhietti furbi.
-”Io ho fatto..un’arcobaleno.”- rispondo io mostrando il mio foglio.
E’ venuto piuttosto bene;le sfumature tra un colore e l’altro sono davvero realisticamente spettacolari.I sette colori si legano e si fondono in un’unica sorgente di luce.
Il ragazzo sorride e mi mostra il suo disegno.
E’ un arcobaleno.
Lo stile è un po’ meno raffinato,ma anche in quel disegno i colori sono perfettamente in sintonia tra loro..vividi e pieni di varianti cromatiche che rende il tutto ancora più dinamico.
Sorridiamo complici.
-”Guarda”- mi dice lui indicando il cielo con il dito.
I fogli di carta spariscono e nel blu del cielo sono incastonati i nostri due arcobaleni..perfettamente parte dell’ambiente.
Si muovono ondeggiando..poi si spostano lentamente fino a fondersi l’uno nell’altro..diventando un solo arcobaleno..il più vivo che io abbia mai visto.
-”Grazie”- mi dice Settecolori.
-”Di cosa?”-
-”Di aver giocato con me.Ora dobbiamo andare..ma giocheremo ancora,vero?-”
-”Certo che sì.”-
Mi sorride e si allontana spingendo il cerchio di plastica con il bastone di legno,mentre il fruscìo del risveglio mi carezza gli occhi.

Apro gli occhi e torno al giorno.
Il corpo nudo e bellissimo di Laura è steso al mio fianco,ancora nell’abbraccio di Morfeo.Seguo per un po’ il ritmo regolare del suo respiro e ripenso al sogno che è ancora chiaro nei miei ricordi.
Il passato che visita il futuro..il futuro che ciclicamente si incontra con il passato..
La troppa filosofia mi ha sempre annoiato,ma questi ultimi mesi mi hanno dato da pensare.
I ricordi di ritorno..o forse qualcosa più che un ritorno.
L’arcobaleno..Pegaso..Laura..Penna Dritta..questa rinnovata coscienza di “essere”..
Sorrido guardando il soffitto…


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29/07/2009 14:59
 
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La canna girava nel cerchio di ragazzi. C’era Enrico con la chitarra, Giuseppe con il bongo, e Settecolori con un foglio e le sue matite, poi c’era Emanuele, Sara, Marco, Chiara, e c’era Micaela, la ragazza che gli interessava. Quella sera però non le prestava attenzione; voleva disegnare la musica. Poteva farsi una ragione di non saperla scrivere, ma non si perdonava di non saperla disegnare. Continuò a sfumare colori vivaci sul foglio, fino a formare una specie di creatura fantastica, una sorta di drago piumato. Lui non era soddisfatto del suo lavoro, Micaela che spiava il suo disegno da sopra le spalle sì.
Erano su una grande spiaggia, e una notte ancora chiara stava iniziando. Improvvisamente Settecolori si accorse del suono della risacca e di Micaela alle sue spalle. Era fatta.
Le ore passarono, e qualcuno si mise a dormire sulle sdraie, qualcun altro prese il motorino ed andò a casa, e Settecolori e Micaela si appartarono tra gli scogli. Qual che successe lì son solo fatti loro, ma vi posso dire che Settecolori rincasò alle sette stanco, e con la ferma intenzione di riprendere il motorino un’ora e mezzo dopo per andare al mare da Micaela, e che in quel poco tempo non andò a letto, ma prese un grosso foglio che iniziò a colorare di rosso dai bordi fino a formare un cuore bianco al centro, poi mise il disegno in un cassetto, e per un anno non disegnò più.
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Per quello che ho da fare, faccio il militare.. Il verso della canzone risuonava nella Testa di Settecolori mentre marciava in mezzo ai commilitoni sotto un Sole cocente.
Pàra para pàra para pà pà pà, continuava la canzone dentro la sua testa.
Il militare non l’aveva affrontato male, non era andato ne in depressione ne in paranoia. Lo viveva come un campeggio, quasi gli piaceva stare negli alpini.
Molti suoi commilitoni avevano personalizzato la divisa. Lui no, ma nel taschino della camicia aveva sempre l’astuccio con le sue matite. Si immaginava che un eventuale proiettile sparatogli al cuore in una immaginaria battaglia si sarebbe fermato sui suoi colori. Faceva molto affidamento sulla potenza dei colori, del resto la signora cieca glielo aveva detto: una cosa brutta può pure diventare bella. Dipende da come la colori.
In quella caserma tutti si chiamavano per cognome, ma lui per tutti era Settecolori, e probabilmente era stato proprio quel soprannome a far sì che venisse percepito da subito come un amico. In effetti lui in quel poteva fare quel che gli pareva. Ce ne sarebbero di cose che Settecolori avrebbe ricordato negli anni a seguire di quel militare, ma in particolare gli rimase impresso un sogno che fece in un campo di addestramento che fecero quasi al confine.


IL SOGNO

Era scoppiata la guerra, una guerra di trincea. Un soldato faceva la guardia avanti e indietro coperto da un muro di sacchi di sabbia. Settecolori vedeva che c’era qualcosa di strano in quel soldato, ma era buio e non capiva cos’era. Ad un tratto dal buoi si profilarono delle figure che correvano verso il muro di sacchi. Il soldato lancia l’allarme. Dalle trincee sbucarono militari come formiche, da ogni dove, e anche dall’altra parte sembravano sempre di più. Impugnarono le armi come baionette, ma a quel punto Settecolori si rese conto che non eran fucili, ma matite giganti! Si immaginava che le volessero usare per infilzarsi, ma una volta raggiunto il nemico questi iniziarono a colorarsi febbrilmente. Ognuno colorava l’avversario del colore del proprio esercito, e questo passava immediatamente dalla sua parte.
Finalmente anche Settecolori ebbe parte nel suo sogno, ed in realtà se la scelse la parte, perché pensò che sarebbe stato bello essere un sabotatore, e quello fu.
Approfittando del buio passò oltre le linee nemiche, e scambiò tutti i fucili-matite grigi con i sette colori dell’arcobaleno.
Nel sogno improvvisamente fu l’alba, e Settecolori vide tutti i soldati sdraiati sul prato. Temette per loro, ma si accorse che stavano rimirando sorridenti tutti insieme uno stupendo arcobalene che si stagliava in cielo.
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29/07/2009 23:53
 
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Cari amici vicini e lontani, Settecolori volge al termine. Ancora un pezzo cadauno e vi salutiamo.
Vorremmo giudizi impietosi sul lavoro, e non abbiate paura di farci male.
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04/08/2009 22:05
 
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Zak, sto Settecolori aspetta a te!
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05/08/2009 10:00
 
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su..su ... che poi me lo rileggo tutto di fila e come un critico vero...vi stronco la carriera [SM=g7483] [SM=g7483]
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05/08/2009 10:29
 
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Re:
merinze, 05/08/2009 10.00:

su..su ... che poi me lo rileggo tutto di fila e come un critico vero...vi stronco la carriera [SM=g7483] [SM=g7483]



zia, non ti farò mai leggere niente di mio [SM=g7356]























troppo tardi [SM=g7346]
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DENTRO

Sono Settecolori..e sono felice.
Le ultime settimane erano state incredibilmente intense.
Mi sentivo come se fossi in stato di grazia,pieno di nuova energia,pronto ad affrontare qualsiasi cosa con uno spirito rinnovato.
Non so dire se il ritorno di Laura nella mia vita fosse la chiave di quel nuovo sentire,ma di sicuro la sua presenza era qualcosa che aveva modificato la prospettiva.
Dal giorno del nostro ritrovarci sotto a quel palazzo,non ci eravamo più persi;cene,passeggiate lungo l’Arno,serate di chiacchiere sotto la luna,un sacco di risate..passavamo tutto il tempo libero insieme.
I sentimenti d’affetto si trasformarono in qualcosa di più serio in maniera del tutto naturale,e io mi sentivo come un ragazzino che dopo aver perso la cosa più preziosa,l’aveva ritrovata.
La mia vita non era cambiata;semplicemente ero io che,con la presenza di lei,la percepivo e la vivevo in maniera differente.
Non era solo Laura la causa del mio nuovo sentire.
I frammenti del passato,che si erano riaffacciati nel presente,portando con loro tutta la fragranza e il sapori della mia adolescenza,avevano fatto riemergere una parte di me che col tempo si era un po’ assopita.
Quanto di Settecolori ragazzino era sopravvissuto nel Settecolori adulto?Moltissimo,direi.
Pareva che fossero cambiate le dimensioni e che il tempo avesse sfiorato solo l’aspetto fisico..l’anima del Settecolori bambino era ancora forte e radicata dentro di me.
Anche Laura me lo diceva spesso;i miei occhi avevano la stessa profondità e lo stesso luccicare curioso di quando ero piccolo.

Seduto alla scrivania,la guardo mentre dorme.
Distesa con la testa sul cuscino,la schiena leggermente incurvata,le gambe allungate..sembra un angelo..i capelli scuri a incorniciare il volto..la pelle chiara e levigata..i seni pieni che seguono lentamente il ritmo del respiro..un sorriso,come di soddisfazione sul viso..
Le mie matite danzano sul foglio di carta.
Come ballerine eseguono la coreografia del disegno;scivolano silenziose sulle curve del suo corpo..riempiono di ombre e accendono luci lungo la superficie della sua pelle..
La sua figura è un capolavoro di forme armoniose che catturano lo sguardo.
La osservo come in trance,perso nella sua bellezza,mentre lei si sveglia dolcemente.
-”Stai disegnando me?”- sussurra sorridente.
-”Sto disegnando un angelo.”-
La raggiungo e lei si siede nel mio grembo,la schiena appoggiata al mio petto e le ginocchia piegate.
-”Mannaggia..Chi l’avrebbe mai detto?”- dice osservando il foglio su cui l’ho ritratta.
-”Cosa?”-
-”Tu..io..dopo quasi vent’anni..”-
-”Se fossi un fatalista,ti risponderei che è il destino.”-
Le accarezzo i capelli e guardo fuori dalla finestra;le luci pastello di un’alba autunnale stanno accendendo lentamente il giorno,diffondendo nell’aria un timido tepore.
Il tempo pare essersi fermato nella nostra stanza..tutto sembra essere in sintonia con il nostro respiro..artefici del nostro vivere con milioni di scelte ad attenderci oltre la soglia.
-”Ricordi i pomeriggi in giro per i boschi?”- dice lei poggiando la testa sulla mia spalla.
-”Certo che sì.”-
-”Ricordi quando ti dicevo che esiste qualcosa d’altro oltre a ciò che possiamo vedere?”-
-”Scherzi?..Credo che sia il leit-motive della mia vita.”-
-”E’ il modo di vedere e percepire le cose”- riprende lei dopo un sospiro -”Oltre alle cose tangibili..o le regole della fisica..o le cose che vediamo con i nostri occhi..c’è molto di più.”-
Rifletto sulle sue parole e sorrido;la filosofia di Laura..guardare oltre ciò che si vede.
La prima volta che me lo disse era riferito al bosco in cui andavamo a passeggiare e a giocare per pomeriggi interi.I fiori,le farfalle,i piccoli animali che si muovevano tra la vegetazione,gli alberi e i cespugli..tutto questo non faceva parte del bosco..ERA il bosco..vita fatta di vite.
-”Tu sei un’artista,sai?”- fa lei osservando il ritratto.
-”Mah..se lo dici tu?”- ironizzo io -”Non mi sono mai considerato tale.”-
-”Invece dovresti.Secondo me un artista è qualcuno che vede oltre le cose e che sa comunicare emozioni e sensazioni attraverso questo modo di percepire la realtà che lo circonda.Il Pittore,lo Scultore,il Poeta,il Musicista,lo scrittore..ognuno di loro,quando rappresenta la realtà,è capace di mostrare anche i molteplici significati di ciò che appare soggettivo.E’ quello che fai anche tu.”-
-”A me piace disegnare..è una passione..un impulso irrefrenabile..una valvola di sfogo..la ricerca di qualcosa..o un semplice piacere..forse tutte queste cose insieme..non lo so..non mi sono mai chiesto da dove arrivasse questa voglia.Però hai ragione;questo modo di vedere oltre ciò che si guarda è un dono che mi porto dietro da quando era bambino..un dono prezioso.E comunque se vedere oltre è sinonimo di artista,allora lo sei anche tu,no?”-
-”Come veterinaria,dici?Mooolto artista!Decisamente sì!”-
Ridiamo insieme,poi restiamo ad accarezzarci lasciando che le dita sfiorino i corpi nudi,come ad imprimere nella memoria ogni centimetro di noi.La sento così parte di me,che mi domando se se ne sia mai andata.Forse l’ho sempre amata?Non lo so,ma la amo adesso e questo è tutto ciò che importa.Il passato mi ha restituito cose che pensavo di aver perso.
-”Sai..una volta ho visto un folletto.”- le dico sfiorandole le labbra.
-”E che c’è di strano?”- risponde lei guardandomi seria -”Anche io ne ho visto uno.”-
Ci scambiamo un bacio profondo,fatto di complicità,di condivisione,di pura sintonia..poi restiamo ancora un po’ in silenzio,lasciandoci cullare dalle luci che tingono la stanza di rosa.
In questo momento non ho bisogno d’altro;la serenità che mi avvolge..lei tra le mie braccia..un passato che è tornato ad allietarmi il presente..un futuro che pare accogliermi sorridente..e i miei sette colori..non ho bisogno d’altro.
Sono Settecolori..e sono felice.




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La fiacca si batte qua [SM=g7361]
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Re:
@Mimmi the Maneater@, 11/08/2009 14.09:

La fiacca si batte qua [SM=g7361]




Sono in ferie.. [SM=g1672977]
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FERIE?!?!?

UE'!!!..Prima contribuire alla fine di codesta opera e doooopo ferie.. [SM=g7352]

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-Disegna una cosa Settecolori-
-Non ne ho voglia-
-Tu non hai voglia di disegnare?-
-Anche le matite debbon riposare..-
-Ma che fai? Rispondi in rima?-
-Ti rispondo. Accontentati-
-Io alle volte non ti capisco-
-Io non mi capisco mai..-
-Sai cosa c’è Settecolori? Vattene a fare in culo!-

E Settecolori si avviò.
Prese un grosso foglio, lo piazzò davanti a se e disegno un omino in un bel sentiero di collina che finiva in un enorme culo rosa.

-Sai? Il rosa non c’è nell’arcobaleno- ma l’altro se n’era già andato.
Settecolori rivolse di nuovo gli occhi al disegno. -Bello- pensò -Non è il mio genere, ma bello-
Ma qual’era il suo genere? Non lo sapeva, ma avrebbe risposto: disegnare.
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12/08/2009 01:20
 
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E' un finale? Non lo so.
E' bello? A me piace, ma che sia bello in senso assoluto.. non so neanche questo.
C'è qualcosa che so? Più so e più capisco di non sapere nulla (questa è una mezza citazione, ma è anche una grande verità).
C'è dell'altro che riguarda Settecolori? Sì, certamente. Come ogni personaggio che mi son permesso di mettere su carta (qui con la complicità di Zak) mi si è ribellato per andar dove a voluto, e io non certo non tratterrò mai nessuno, tantomeno esseri così spettacolari dall'andare incontro al loro destino.
Settecolori è come tutti quei personaggi che da Pinocchio in poi son scappati via passando in mezzo alle gambe dei carabinieri. E' per questo che gli voglio bene; a Pinocchio il buon Geppetto dovette fare delle gambe per dargli modo di scappare, a me è stato sufficente fornirlo di sette matite colorate.

Zak ed io abbiamo scritto, ora tocca a voi.
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Il foro di Settecolori

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Post: 4.020
Sesso: Femminile
12/08/2009 21:12
 
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"Settecolori" è una raccolta di scritti veramente singolare. Da una parte l'evoluzione continua: la crescita (momento magico l'infanzia, che in poche righe sa essere struggente) e la particolarità di un personaggio che vive nel proprio mondo attraverso il quale riesce a cogliere con piu' lungimiranza tutto cio' che lo circonda ma allo stesso tempo donandogli sfumature nuove (che nel finale ha il suo culmine). E dall'altra un uomo con tutte le caratteristiche di una persona adulta che affronta la vita con rassegnata accettazione, stupendosi talvolta delle cose belle che non coglie piu', magari in modo poco disincantato (l'incontro con Laura) per la sua età.Unico punto in comune: i sette colori dell'arcobaleno (fantastico!). La fusione delle due sfaccettature non è avvenuta se non in pochi pezzi.
Visioni che singolarmente rendono comunque.
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