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Nuova tegola giudiziaria per Berlusconi: il premier è indagato per il caso "Ruby"

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2015 11:24
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17/02/2011 01:26
 
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Caso Ruby, l'ordinanza dei gip
"Ecco le prove contro il premier"

Reso noto il decreto che dispone il giudizio immediato nei confronti di Berlusconi: "Ingenti somme di denaro per la ragazza marocchina. Indebito intervento sulla questura per il suo rilascio"


MILANO - La telefonata in Questura di Silvio Berlusconi, nella notte tra il 27 e il 28 maggio scorsi, per ottenere il 'rilasciò di Ruby fu un "indebito intervento" sui funzionari di polizia. E' un passaggio del decreto con cui ieri il gip di Milano Cristina Di Censo ha disposto il giudizio immediato per il premier, accusato di concussione e prostituzione minorile per il caso Ruby.

Nelle 27 pagine del suo provvedimento, il giudice, oltre a elencare dettagliatamente gli elementi raccolti dai pm che hanno portato a ritenere la sussistenza dell'evidenza della prova - tra cui anche la presenza dell'altra minorenne Iris Berardi ad Arcore e la "disponibilità di ingenti somme di denaro da parte di Ruby" - si sofferma sull'ormai nota notte in Questura, quando la giovane marocchina venne trattenuta negli uffici di via Fatebenefratelli per via di un furto.

Per il gip, Berlusconi con la sua telefonata avrebbe agito "al di fuori di qualsiasi prerogativa istituzionale e funzionale propria del presidente del Consiglio dei ministrì". E non solo commise un "indebito intervento" nei confronti del capo di gabinetto Pietro Ostuni e degli altri due funzionari, ma agì "sicuramente con abuso della qualità di presidente del Consiglio". Inoltre, per il giudice, è "apertamente contraddetta dalla logica degli accadimenti" la tesi difensiva secondo la quale l'intervento di Berlusconi sarebbe stato giustificato con "la necessità di salvaguardare le relazioni internazionali con l'Egitto in ragione dell'errato convincimento che Ruby vantasse una stretta parentela" con l'ex presidente egiziano Mubarak.

Il gip inoltre 'boccià le indagini a discarico del premier condotte dai suoi legali, i cui contenuti non sufficienti a contrastare "efficacemente" l'evidenza delle prove raccolte dai pm milanesi. Queste ultime "in più punti stridono in termini netti" con gli elementi raccolti dagli inquirenti nel corso delle indagini. Nel suo decreto il giudice, oltre a non ravvisare alcuna "violazione di legge" nella decisione della Procura di procedere con la richiesta di giudizio immediato mantenendo uniti i due reati contestati al capo del Governo, fa un lungo elenco delle fonti di prova. Si va dai già noti "bonifici da Silvio Berlusconi ad Alessandra Sorcinelli", l'ex meteorina che nel giro di un anno ha ricevuto in più tranche versamenti pari a 115 mila euro, ai cinque verbali di Ruby testimone e alla sua disponibilità di "ingenti somme di denaro".

E poi ancora si parla dei '''rapporti tra Emilio Fede e Lele Mora in relazione al presunto prestito di denaro" da parte del capo del Governo e di una annotazione "della Guardia di Finanza relativa all'esito degli accertamenti di movimentazione di denaro tra Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli", il fiduciario del premier, e Mora e Fede. Infine, oltre ad alcuni filmati già indicati nell'invito a comparire, come quello del concorso 'Una ragazza per il cinemà a cui partecipò Ruby, è indicata anche la presenza della brasiliana Iris Berardi ad Arcore nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 2009, quando era ancora minorenne.

Fonte: Repubblica
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18/02/2011 01:20
 
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Il Pdl fa quadrato contro i giudici
"Lunedì il conflitto di attribuzione"

Secondo l'agenzia Agi sarà chiesto alla Giunta di sollevarlo per la vicenda giudiziaria di Berlusconi. Dalla Corte costituzionale trapela che in caso il Parlamento decida di sollevare la questione della competenza un pronunciamento di inammissibilità sarebbe pressoché scontato. Poi la precisazione ufficiale: "Parliamo solo con i nostri atti". Aumenta la freddezza del Vaticano, niente faccia a faccia tra premier e Bertone

ROMA - Il Pdl è intenzionato a confermare la tabella di marcia anti-giudici ipotizzata nei giorni scorsi. Secondo l'agenzia Agi sarà presentata lunedì nella Giunta per le autorizzazioni della Camera la richiesta di sollevare il conflitto di attribuzione alla Consulta sul caso Ruby.

Secondo altre indiscrezioni non è inoltre escluso che il governo possa ripresentare la riforma della giustizia Alfano. Nell'ordine del giorno- non figura alcun provvedimento riguardante l'ordinamento giudiziario ma, dicono le stesse fonti, è possibile che si affronti l'argomento già nel Consiglio dei ministri di domani.

La Consulta. Per il momento è solo un'indiscrezione rilanciata dall'Ansa, ma se confermata avrebbe ripercussioni enormi sui futuri rapporti di forza tra Berlusconi e la magistratura di Milano nell'ambito del braccio di ferro sull'inchiesta Ruby. Stando a quanto spiegato all'agenzia da una qualificata fonte della Corte costituzionale, la possibilità di sollevare il conflitto tra poteri dello Stato davanti alla di Consulta e ottenere così il trasferimento del processo dal Tribunale di Milano a quello dei ministri per la difesa del premier rischia di rivelarsi un'arma spuntata.

"Secondo quanto previsto dall'articolo 37, secondo comma, della legge 87 del 1953", sul funzionamento della Consulta, si fa notare dalla Corte costituzionale, sulle questioni di giurisdizione decide la Cassazione e non la Corte Costituzionale. Un elemento, spiega ancora la stessa fonte all'Ansa, che alla Consulta si auspica "sia tenuto in conto nel caso in cui la Camera o la Presidenza del Consiglio decidano di sollevare il conflitto".

Dal canto suo, la Corte costituzionale ha precisato, riferendosi all'indiscrezione dell'Ansa che la Consulta "si esprime solo tramite i propri atti giurisdizionali o le dichiarazioni ufficiali del suo presidente".

La norma citata prevede che il conflitto tra poteri dello Stato sia risolto dalla Corte costituzionale "se insorge tra organi competenti a dichiarare definitivamente la volontà del potere cui appartengono e per la delimitazione della sfera di attribuzioni determinata per i vari poteri da norme costituzionali". Ma la stessa norma, al secondo comma, precisa che "restano ferme le norme vigenti per le questioni di giurisdizione".

Quindi, se la questione verrà posta per risolvere il nodo della competenza funzionale (nel telefonare in questura a Milano per chiedere il rilascio di Ruby Berlusconi ha agito o no abusando della sua funzione di premier tanto da dover essere giudicato dal tribunale dei ministri?) la Consulta dovrebbe rigettarla, dichiarandola inammissibile e senza entrare nel merito.

La sollecitazione in ambienti di Palazzo della Consulta è dunque quella di "valutare bene" la strada del conflitto tra poteri. E se questo dovesse essere sollevato, si tenga conto che il conflitto non sospende il procedimento in corso. Inoltre - fa notare la stessa fonte qualificata - tra ammissibilità e decisione nel merito mediamente passa oltre un anno prima che la Consulta si esprima sui conflitti. "Potremmo anche ridurre i tempi arrivando a sei mesi ma - viene ribadito - non si dimentichi che è la Cassazione a decidere sulle questioni di competenza".

I difficili rapporti col Vaticano. Intanto, con l'aggravarsi del quadro giudiziario, per il premier sembra tornare a farsi difficile anche il rapporto con la Chiesa. I segnali di una rinnovata freddezza della Santa Sede nei confronti di Berlusconi si vanno infatti moltiplicando. Oggetto di intepretazioni niente affatto benevole al presidente del Consiglio è in particolare la notizia fatta trapelare dal Vaticano che domani, in occasione dell'annuale ricevimento per l'anniversaio dei patti lateranensi all'ambasciata italiana presso la Santa Sede non è previsto nessun faccia a faccia tra Berlusconi e il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone. Quasi una presa di distanza e un voler sottolineare che il rapporto una volta privilegiato in questa fase è e rimane esclusivamente istituzionale.

Oggi inoltre il quotidiano dei vescovi Avvenire torna ad occuparsi diffusamente dello scandalo Ruby con una mezz pagina dedicata alle lettere dei lettori e i commenti del direttore Marco Tarquinio e dell'editorialista Francesco D'Agostino. "Se si vuole dare credito all'etica pubblica, come unica etica condivisibile nelle società pluraliste - scrive quest'ultimo - bisogna fondarla oggettivamente, perchè sobrietà, onestà, decoro, correttezza, senso dello stato, interesse prioritario per il bene pubblico - o in una sola parola - esemplarità di vita, non possono ridursi ad atteggiamenti psicologici o essere elaborati come valori ideologici: essi devono possedere una loro verità".

Fonte: Repubblica
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27/02/2011 00:01
 
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Incendio doloso all'auto
della escort Nadia Macrì

Reggio Emilia, trovata una tanica con del liquido infiammabile.
La donna era stata ascoltata nelle settimane scorse dalla Procura di Milano sul caso Ruby


Un incendio doloso ha seriamente danneggiato la scorsa notte a Reggio Emilia l'auto, una Renault Twingo, dell'ex escort emiliana Nadia Macrì, 26 anni, ascoltata nelle settimane scorse in Procura a Milano sul caso Ruby. La vettura era parcheggiata in via Martiri di Minozzo, nei pressi dell'abitazione di un amico che l'aveva in uso.

E' stata la sala operativa dei vigili del fuoco ad allertare verso l'una i carabinieri, subito intervenuti con una pattuglia del Nucleo Radiomobile. Sul posto è stata trovata una tanica con liquido infiammabile, con il quale ignoti hanno cosparso la parte anteriore della vettura e vi hanno poi dato fuoco. I carabinieri indagano per danneggiamento seguito da incendio.

Fonte: Repubblica
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27/02/2011 00:11
 
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Quanto sono comunisti i comici inglesi ...

Peccato che Giuliano Ferrara, invece, non faccia ridere a nessuno ... [SM=x2163559]
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27/02/2011 20:26
 
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Ruby, ecco i bonifici del premier
alle ragazze del bunga bunga

Le carte dei pm, la Minetti: "Ho amato il Cavaliere, ma non ricordo quando". La procura: "L'esame congiunto della documentazione bancaria e delle intercettazioni ha permesso di individuare tre periodi in cui sono avvenuti i passaggi di denaro", dalla fine di agosto 2010 al 25 ottobre

MILANO - È una lettura molto preziosa, quella delle 782 pagine della richiesta del giudizio immediato per Silvio Berlusconi. Fanno impressione i bonifici del premier a tredici nomi di donne. Ci sono, in questo corposo fascicolo processuale, anche gli assegni che Lele Mora, agente in bancarotta, fa ad Emilio Fede, direttore del Tg 4, il quale li incassa. E c'è molto altro, ma queste pagine, scritte dai pm e accettate dal gip Cristina Di Censo, regalano, alla primissima impronta, una precisa chiave di lettura: la procura ha «investito» sulle informazioni di Ruby. Non ha preso per oro colato i suoi verbali «da vittima», pubblicati in esclusiva da Repubblica e più che sufficienti a comprendere il «contesto» di una minorenne, scappata di casa, che si ritrova a Villa San Martino, ricoperta di gioielli e denari, e circondata dai complimenti e dalle voglie di un uno di 74 anni, ricchissimo. I pubblici ministeri hanno in parte tralasciato alcune parole, si sono concentrati su quelle che portano ai reati. E, pagina dopo pagina, rendono chiaro come e perché intendono procedere per i due reati dell'accusa al premier: e cioè la sua concussione (l'aver fatto uscire Ruby-Karima dalla questura, la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010) in modo da occultare la «vergogna» (che costa carcere da sei mesi a tre anni) di essere utilizzatore finale di una ragazzina immigrata, libera finché si vuole, ma non maggiorenne.

IL CATALOGO DEI BONIFICI
Follow the money, diceva Giovanni Falcone, e follow the money hanno fatto a Milano. In un anno, dal primo gennaio 2010 al 14 gennaio 2011, data delle perquisizioni alle ragazze della Dimora Olgettina, quanti bonifici ha fatto Berlusconi? «L'elenco operazioni di bonifico con destinatari noti estratti dal conto Monte dei Paschi di Siena intestato a Berlusconi Silvio» ammonta a 483mila euro, per ventinove volte. Tutte sono sotto la voce «prestiti infruttiferi» (questa la causale) e quindi in questo computo non vanno i soldi in contanti, consegnati bunga bunga dopo bunga bunga. Per la show girl Alessandra Sorcinelli, 26 anni, «meteorina» di Rete 4 e poi madrina di «Affari tuoi», va quasi un terzo dei bonifici, 115 mila euro, ed è curiosamente la prima in classifica. Anche perché, due anni prima, il 16 aprile 2008 aveva avuto come regalo una Land Rover modello Range Rover Sport 3600 cc, di quasi 74 mila euro (con optional vetri scuri, inserti in radica e viva voce), saldato alla concessionaria Monzacar da un conto della Banca popolare di Milano con «ordinante» Giuseppe Spinelli.

Seguono Adelina Escalona Maria Alonso - con ben 50 mila in un'unica tranche, a luglio - e Valentina Costanzo (sarà la stessa mora e prosperosa concorrente del «Grande Fratello»?), 40 mila, anche lei in una sola volta, nel maggio del 2010. Con 36 mila euro, il 18 maggio, si rimpingua il conto di Mariagrazia Veroni. Per Anna Restivo un solo bonifico da 32 mila e a Konstanze Girth poco meno, 31mila euro, ma in tre sospirate rate. A pari merito, Albertina Carraro ed Erminia Salmieri, con 30 mila. Scendiamo con Anna Palumbo, la madre di Noemi Letizia, e cioè della minorenne di Portici che è stata forse l'elemento scatenante della richiesta di divorzio di Veronica Lario.

Si conosceva l'importo di 20 mila euro, sono stati spediti da papi-Silvio il 10 marzo. A quota 19mila euro, in più tranche Beatrice Concas, e 17 mila vanno a Eleonora Gaggioli: sarà l'attrice romana, di 33 anni, iscritta al Pdl e candidata alle Europee per il partito del premier prima dell'azzeramento del «ciarpame», come disse l'ex moglie Veronica? Infine, maglia nera a Monica Cheorleu, 6 mila, e Sabrina Valentina Frascaroli, 5 mila. La generosità di Berlusconi è, dunque, indiscutibile. Più discutibile appare il concetto: «Non ho mai pagato per fare sesso, lo considererei contro la mia dignità». In aula queste ragazze dovrebbero avere, come inquirente, Ilda Boccassini. Tra loro, ecco anche la foto della camera da letto, un po' disordinata, di Silvio Berlusconi: non un gran figura per la security privata e per la pletora degli 007 che tutelano il presidente del Consiglio.

UN ASSEGNO PER UNO
Emilio Fede e Lele Mora più d'una volta, seguendo nell'inchiesta le intercettazioni, o il filo di alcune interviste autoassolutorie, sembravano il gatto e la volpe. E corre voce che Silvio Berlusconi, letto anche lui il fascicolo, sia rimasto malissimo. La matematica, come si sa, non è un'opinione. Lo scorso settembre, per «ordine e conto Silvio Berlusconi» si spostano tre bonifici da 100 mila euro dal conto del premier per Giuseppe Spinelli, ragioniere di casa, ma anche ufficiale pagatore delle ragazze del bunga bunga (che lo chiamano tra loro Spin, Spino, Spinaus). Il ragiunatt, a sua volta, emette degli assegni circolari. Come scrivono i detective della Procura, «l'esame congiunto della documentazione bancaria e delle intercettazioni ha permesso di individuare tre periodi in cui sono avvenuti i passaggi di denaro», e cioè dalla fine di agosto 2010 al 25 ottobre. Viene ripetuta la stessa frase: «Consegna di Spinelli di assegni circolari a Mora Dario, che poi consegna una somma di denaro a Fede Emilio».

Accanto alla vasta documentazione bancaria, passaggio dopo passaggio, ci sono gli assegni fotocopiati, con la firma di Emilio Fede beneficiario, tutti e tre partiti dal conto di Lele Mora, in tutto 150 mila euro. E, oltre alle varie telefonate caramellose tra i due, c'è un simpatico scambio di sms: «C'è posta per lei. Mario Sacco sta arrivando», scrive Lele al direttore del Tg 4». Saranno i giudici a stabilire se questi pagamenti sono leciti e illeciti, ma il denaro tra i due è corso.

L'INNAMORATA SENZA MEMORIA
Come si sa, gli habitué del bunga bunga andarono in fibrillazione alla scoperta che Ruby aveva parlato con i pubblici ministeri milanesi. Comincia così una serie di azioni della difesa Berlusconi. In estrema sintesi, le ragazze rispondono con un coro di «assolutamente no» sul sesso come comune denominatore di quelle «cene tra persone per bene». La versione fa acqua, ci sono troppe frasi captate nelle intercettazioni telefoniche e vari testimoni, e c'è Nicole Minetti. La consigliere regionale appare inguaiata: come «addestratrice» delle papi-girl, passa un sacco di tempo ad occuparsi dei loro affitti e persino dell'idraulico. E, travolta dallo scandalo, da due interviste che, davanti ai pm, rettifica. Ma non abbastanza. E per capire quanto può essere difficile reggere un interrogatorio, basterebbe questo scambio: Procura: «Lei ha detto che ha avuto una relazione sentimentale con il Presidente, vuole specificare da quando a quando è durata la relazione sentimentale? Minetti: «Non glielo saprei dire».

Come? O Berlusconi è stato del tutto trascurabile nella vita di questa giovane donna, oppure qualche cosa non torna. Proprio come con l'ormai famosa questione della telefonata in questura, in cui Berlusconi accredita Ruby, marocchina e accusata di furto, come la «nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak». E chiama spesso Nicole Minetti. Perché Berlusconi era così insistente? «Il Presidente – spiega l'indagata - telefonava e mi chiedeva "Come sta andando?", voleva essere messo al corrente dello sviluppo della vicenda. lo penso che le ragioni del suo interessamento potessero essere due: primo, che era anche preoccupato del fatto che io mi trovassi lì e che a quell'ora di notte tardi mi aveva mandato in Questura, e poi della Ruby, che era una ragazza problematica. E quindi voleva sapere come stava Rubi, come stavo io e cose del genere».

Insomma, l'idea che Minetti vuole rendere di sé è quella di una ragazza che, soggiogata dall'amore fisico per il premier, si spinge un po' più in là di quanto dovrebbe: «Io – aveva spiegato (il 29 gennaio scorso) davanti ai magistrati Boccassini e Sangermano - ho avuto una relazione col Presidente del Consiglio e quindi ho avuto anche rapporti sessuali». Come abbiamo visto, resta parecchio sul vago, su tempi e modi, così come vaghissimi, nebbiosi, sembrano i rapporti con il perno di questa inchiesta, l'allora minorenne Ruby: «Lei sapeva che Ruby ha dormito ad Arcore?»

Macchè, Minetti non si accorgeva: «Sicuramente mi sono fermata a dormire ad Arcore, non sono in grado di dirvi in quale di queste giornate, però è successo. Per quanto riguarda Rubi, non lo posso escludere, non ricordo se in una occasione anche la Rubi si è fermata a dormire ad Arcore». Ruby scotta come un ferro rovente, Nicole mantiene come può le distanze. Resta senza parole quando i pubblici ministeri scoprono qualcuna delle loro carte: «Dallo sviluppo del tabulato della Karima ci sono stati tra di voi, tra febbraio e giugno, 122 contatti. Come lo spiega?».

La risposta è: «Non posso che ribadire che non l'ho mai frequentata, non escludo che tra di noi ci siano state telefonate o sms, ma niente di più». Tre volte Nicole Minetti dirà: «Mi avvalgo della facoltà di non rispondere» e c'è una domanda speciale. È quella che tanti si fanno, compresi i pm: ma perché «più ragazze che si fermavano tutte insieme di notte, nella residenza del presidente del Consiglio».
L'unico appiglio è in stile simil-andreottiano: «Posso parlare per me, mi è capitato di fermarmi a dormire avendo col Presidente un rapporto di intimità, se si faceva tardi oppure il giorno dopo era festa io rimanevo ospite ad Arcore. So che altre ragazze si fermavano ad Arcore, ma - dice Minetti - sinceramente non so perché ciò avvenisse». Sinceramente è un bell'avverbio.

Fonte: Repubblica
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27/02/2011 20:34
 
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ACCERTAMENTI SU 16 INCONTRI SERALI NELLA RESIDENZA DI ARCORE

Giro di bonifici, assegni e altre feste
Le nuove carte dell'inchiesta sulle ragazze

Nella richiesta dei pm intercettazioni e sms legati al caso Ruby.
Emerge un quadro di invidie crescenti e sospetti


MILANO - «Ti rendi conto che siamo sputtanate a vita? Ma noi abbiamo il coltello dalla parte del manico, ricordatelo sempre». Ad ascoltare le altre ragazze delle notti di Arcore, così come le svelano la nuova rata di loro intercettazioni inserite non nell'invito a comparire del 14 gennaio a Berlusconi ma nella richiesta dei pm di giudizio immediato, già a fine ottobre il clima tra le papi-girls di Arcore era da ultimi giorni a Pompei. «Sto andando alla festa tesorino, mamma mia è incredibile lo schiffo ke fa il denaro, in questo momento mi sto faccendo schiffo da sola!», si sfoga in un sms della mezzanotte del 25 ottobre la 18enne Iris Berardi. Paradosso vuole che proprio la mattina seguente del 26 ottobre esca su Il Fatto la notizia di una inchiesta sui racconti hard fatti ai pm da una minorenne marocchina, Ruby: «Hai letto?», chiede una. «Sì, però non esiste che non avvisa, anche lui! - risponde l'altra piccata -. Boh, è allucinante 'sta storia, dai!». Tuttavia l'emersione dell'indagine, peraltro intuita settimane prima come già era emerso da alcune fibrillazioni attorno a Ruby (a cominciare dal misterioso «interrogatorio» condotto il 6 ottobre da non si sa chi alla presenza di «un avvocato» e di «un emissario di lui» sulle «scene hard con il pr...»), non interrompe le feste ad Arcore: anzi, rispetto a quelle già indicate negli inviti a comparire a Berlusconi e a Nicole Minetti, ora i pm ne conteggiano altre quattro il 25 ottobre, il 7 e 22 novembre, e il 19 dicembre 2010. Totale sotto esame: sedici.

«Fa le quattro tutte le notti»
Ad aumentare tra le ragazze sono però il risentimento, l'invidia reciproca, le recriminazioni. Una racconta che «c'è chi si è lamentata che voleva più scarpe», un'altra sbuffa che «c'ho le palle girate perché ieri è arrivata quella con la Mini Cooper che gli ha regalato a luglio, e a me m'ha regalato la Smart a giugno... adesso giuro che gliela chiedo un'altra auto». Qualcuna «consiglia di scrivere a lui una lettera di sfogo, parlando anche dei genitori e del fatto che per colpa di quello che è successo sentono dire che la figlia è una prostituta e si vergognano». Tra le papi-girls c'è chi esplode a dire «non ce la faccio più, cavolo, mi ha costretto a dormire lì a tutti i costi, non voleva farmi andar via». Ma altre vogliono sfruttare questa debolezza attribuita al premier: tanto che il giorno di Natale, via sms tra amiche, progettano che «oltre che per le palle bisogna prenderlo per il coso... Domani se è aperto vado in un sexy shop e prendo un po' di cose per me e te: più tr... siamo più bene ci vorrà». Anche perché, lamenta autoironicamente una che all'interlocutrice confida una divorante passione per un nuovo cliente incontrato la notte prima, «a volte penso e dico che mi sembro papi... qua sempre a voler fare l'amore». Appena 5 giorni prima dell'invito a comparire, il 9 gennaio scorso, due delle ospiti di Arcore commentano quanto sia stata «una cosa allucinante» una certa notte: «In effetti, quando siamo noi, fa le 4 tutte le notti... non dorme perché sta tutta la notte lì così con noi una e un'altra. Cioè ti puoi immaginare... sono morta io, cioè lì ci son ragazze di 20 anni che erano distrutte, erano morte, io uguale e anche di più perché ce ne ho di più, e ce ne ho (di anni, ndr) quarantacinque meno di lui». E quando due delle ragazze di Arcore si comunicano l'esito rassicurante dei loro esami del sangue («Tutto a posto?». «Globuli bianchi a posto, non abbiamo nessun Aids»), una sospira: «Se avevo dubbi? Mah, sai, quando uno va a letto con 80 donne, non si sa mai». L'unica costante nelle nottate ad Arcore, di cui le papi-girls nei propri cellulari sequestrati conservano foto di stanze e di arredi (senza però mai Berlusconi ritratto), resta la solita: «Speriamo che torniamo tutte con le tasche piene». Il timore è invece che il premier accentui «la manina stretta», perché «sta peggiorando, eh, con l'invecchiamento si peggiora... Ci ha fatto un discorso pazzesco, ci ha detto che un operaio lo guadagna in cinque mesi (il denaro che dà a noi ragazze, ndr). Dovresti dirgli che ha ragione, però se ci abitui in un modo, scuse moi, è ovvio che...». E l'amica completa la frase fulminante: «...non è che stai uscendo con Gino il calzolaio».

Quattrocentomila euro ad altre dodici ragazze
L'accusa di ingenerosità al premier appare comunque mal risposta alla luce dell'analisi del suo conto personale n.1.29 al Monte dei Paschi di Siena: sul totale di 1 milione e 200mila euro di bonifici e di 10 milioni di euro in assegni nel 2010, infatti, gli inquirenti enucleano versamenti per complessivi 406.000 a 12 ragazze (per lo più show girl o aspiranti tali), tra le quali una sola era sinora emersa nell'indagine e altre due erano già venute alla ribalta delle cronache politiche all'epoca delle voci su progetti di candidature al Parlamento europeo. L'analisi dei conti ha anche confermato un'altra vicenda captata dalle intercettazioni, e cioè un finanziamento di Berlusconi a Lele Mora (tramite il tesoriere del premier, Spinelli) con l'intermediazione del direttore del Tg4 Emilio Fede, che al telefono accennava a «400mila euro» per sé. Per ora, invece, «l'esame congiunto della documentazione bancaria e delle intercettazioni - sintetizza un rapporto della Gdf dell'8 febbraio - ha permesso di individuare tre periodi in cui sono avvenuti passaggi di denaro da Berlusconi a Spinelli, a Mora e quindi a Fede». L'1 settembre 2010 il premier dal suo conto al Monte dei Paschi bonifica 100.000 euro a Spinelli sul conto alla Popolare di Sondrio; Spinelli chiede alla banca di emettere due assegni circolari da 50.000 euro intestati a Mora; l'impresario tv li incassa ed emette dal suo conto presso il Monte dei Paschi un assegno circolare di 50.000 euro a favore di Fede; e il giornalista lo incassa il 3 settembre. Lo schema si ripete con le stesse cifre la seconda volta tra il 21 e il 29 settembre, e la terza volta tra l'11 e il 25 ottobre. Perché? Berlusconi in un videomessaggio ha evocato «un prestito» a Mora. Fede, rifacendosi al tono a suo dire scherzoso di alcune telefonate, ha additato proprio in alcune intercettazioni la prova che i soldi giratigli da Mora fossero non una «cresta» sul prestito elargito dal premier all'impresario tv (ora indagato con l'accusa di aver convogliato prostitute ad Arcore), ma la restituzione di un prestito che Fede aveva a suo tempo fatto a Mora.

Luigi Ferrarella
Giuseppe Guastella

Fonte: CorrieredellaSera
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Marystelle, la "fedelissima" di Arcore
con droga sul comò e traffici in codice

Dalle carte dell'inchiesta milanese emerge il ruolo tanto centrale quanto ambiguo della Polanco.
Ruby avrebbe raccontato ai pm: "Portai a mia madre 40 mila euro ricevuti da Berlusconi"


MILANO - Sull'accusa al premier si sa, ormai, abbastanza. Sulle notti del bunga bunga pure. Ancora ieri Silvio Berlusconi, in qualità di premier, è intervenuto al congresso dei Cristiani riformisti e si è rivolto ai più giovani: "Invito tutti al bunga bunga... Non è quello che scrivono i giornali. Significa semplicemente divertirsi, fare quattro salti, magari bere qualcosa. Sempre con grande eleganza, senza nulla di immorale, come si conviene a una casa in cui non può accadere nulla di men che lecito". Ecco, la lettura delle 782 pagine che compongono la richiesta di giudizio immediato, accettata dal giudice, non solo smentisce questa ricostruzione, ma sta rivelando altri due aspetti, sinora un po' in ombra, come droga e prostituzione. Di certo, il concetto di "cene tra persone perbene", la prima versione fornita da Berlusconi, va sbriciolandosi.

La miglior amica della Minetti
Chi sembra avere una frequentazione assidua con il mondo della droga è Marystelle Polanco, una presenza immancabile alle serate del Cavaliere. L'arresto del suo convivente, il 3 agosto scorso, nel suo appartamento di via Olgettina (in cantina sono stati rinvenuti 12 chili di cocaina), ha agitato anche l'entourage di Silvio Berlusconi. E l'estraneità all'imponente giro di droga della starlette di Colorado Cafè non convince i finanzieri. Ascoltata a verbale il 5 agosto, la Polanco sottolinea il rapporto con Nicole Minetti, "è la mia migliore amica". I militari, in un rapporto inviato alla procura, evidenziano però come "non si comprendano le ragioni che hanno portato Garcia Polanco a ospitare e\o convivere con Ramirez De La Rosa (il convivente finito in manette, ndr)". Quello che insospettisce i militari del reparto speciale del Goa sono "le inadeguate e frammentarie giustificazioni addotte dalla Polanco circa il possesso di 4.800 euro in contanti". La somma, si legge nel verbale "è indicativamente la cifra necessaria all'acquisto di 100 grammi di cocaina sulla piazza milanese".

Intercettata un mese dopo, l'8 settembre, Marystelle non sembra essere rimasta così scossa dall'arresto del suo convivente. Anzi. Una donna al telefono le "racconta che si è informata bene sul fatto che il loro conoscente (Cucy, ndr) è stato arrestato in Spagna perché stava portando della droga a Venezia". Il 26 settembre, la soubrette cerca nervosamente di avere un appuntamento nella zona milanese di Cascina Gobba, con Eric, che i militari definiscono "interlocutore con un accento nordafricano". I due, dopo tre telefonate, in maniera criptica si accordano su un probabile scambio. Eric comunica alla Polanco di avere "15, anche 20". Marystelle gli replica "ok, due di 15".

Il 26 ottobre risultano contatti con tale Luis Jorge Zulueta, nome noto alle autorità: "Risulta avere precedenti per produzione e traffico di sostanze stupefacenti". Luis Jorge finirà in carcere due mesi dopo questa telefonata. Il 14 gennaio scorso, durante la perquisizione delle abitazioni di via Olgettina, la polizia rinviene "sul comò della camera dal letto" di Marystelle, "tracce non quantificabili di marijuana". "La stessa Polanco dichiarava essere marijuana, del peso lordo di 1,3 grammi, dicendo che la deteneva per uso personale". Scatta la denuncia.

Le nove foto della Guerra
Con le perquisizioni del 14 gennaio, sono state analizzate anche le schede dei pc delle ragazze di Arcore. I risultati hanno certificato che Barbara Guerra ha scattato nove fotografie durante una serata del bunga bunga. Gli investigatori raggiungono la certezza "che le immagini sono state ritratte utilizzando un terminale iPhone, data degli scatti 24 ottobre 2010 a partire dalle ore 4.51". Incrociando questi elementi con i tracciati telefonici si ha quindi la certezza che a quell'ora, "l'utenza in uso alla Guerra impegna la cella ubicata in Arcore". Le immagini allegate alla richiesta di immediato inviato dalla procura di Milano al gip Cristina Di Censo, sono due. Una ritrae una camera da letto, l'altra una libreria con due foto di Silvio Berlusconi giovane. Immagini simili le aveva scattate Patrizia D'Addario, durante le nottate trascorse nella residenza romana del Cavaliere ormai due anni fa.

Le ospiti prostitute
Mentre la marocchina Ruby Karima, confida ai magistrati che dei 187 mila euro ricevuti dal premier "ne ho girati 40mila a mia mamma", le sue compagne di bunga bunga cercavano di arrotondare anche altrove. C'è chi chiedeva fino a mille euro a incontro, oppure riceveva inviti a Dubai piuttosto che nel Principato di Monaco. Di più. Le ospiti della Dimora Olgettina potevano permettersi anche il lusso di scegliere i clienti, rifiutare inviti perché la cifra offerta era poco congrua ("800 euro? No, sono cambiati i tempi tesoro", risponde a un'offerta di tale Ciro la giovanissima Iris Berardi).

Ecco chi sono molte delle frequentatrici del bunga bunga arcoriano. Telefonate, sms, le rubriche telefoniche non lasciano spazio alla fantasia. Solo il 13 gennaio scorso, alla vigilia delle perquisizioni, Arisleida Espinosa chiama Barbara Guerra. Sono le più presenti alle cene di Arcore. "Barbara spiega a Iris - annotano nei "brogliacci" gli investigatori - di aver parlato chiaro con l'amico rispetto all'invito a cena con gli uomini provenienti da Dubai i quali vorrebbero cenare con lei e con altre amiche e che le avrebbero già invitate nell'Emirato a loro spese. Barbara dice di aver risposto di non aver bisogno di loro per quel viaggio, ma l'amico le ha riferito che non deve perdere i 1.000 euro per la cena di questa sera anche perché potrebbe ricavarne molti di più".

Questa markettina la fai tu?
Nelle memorie dei telefoni cellulari delle Olgettina's girls i dettagli sembrano prove. Sempre Iris, in mezzo ai numerosi cellulari del premier, battezzati come Silvio, Silvio B, oppure Papi, elenca anche nomi di battesimo di uomini assolutamente sconosciuti, etichettati sotto la rubrica "cliente". In alcuni casi la diciannovenne brasiliana specifica anche "buono". Il 26 aprile, da un numero che lei memorizza con il nome di "Elisa Troia 2", riceve l'sms: "Ei amore come stai! Ci sei stasera per 500 con me a Monaco? Cena e hotel?".

Altrettanto esplicite le frequentazioni di Barbara Guerra, la starlette tv in passato protagonista di un reality. Dai "messaggi estrapolati dal suo cellulare", emerge chiaramente la sua attività: "Sei libera sabato sera per un compleanno? Cena. Quanto chiedi?". E anche: "Tesoro devo dare un nome entro dieci minuti per questa markettina... vuoi farla tu?". E quando le serate del bunga bunga non sono ancora certe, le habituè di Villa San Martino cercano alternative. Sempre Iris, al telefono, si lamenta con Imma De Vivo "per il fatto che ancora non sa se vi sarà la cena quella sera oppure la sera dopo. Infatti questa incertezza non le permette di vedersi con una persona, con la quale si è vista la sera precedente, e fare sesso". "A volte - confida la diciottenne brasiliana - penso e dico cazzo... mi sembro Papi... qua sempre a voler trombare...".

Fonte: Repubblica
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03/03/2011 00:19
 
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Pdl-Lega a Fini: "Conflitto tra poteri"
Pd: "Richiesta incredibile e ridicola"

I capigruppo della maggioranza alla Camera chiedono la discussione dello spostamento del giudizio per Berlusconi dal Tribunale di Milano a quello dei Ministri. Fini: "Non ci sono precedenti, decideremo alla luce dei regolamenti". Il presidente della Consulta: "Non capisco chi ci accusa di essere comunisti"

ROMA - I capigruppo di maggioranza, Fabrizio Cicchitto (Pdl), Marco Reguzzoni (Lega) e Luciano Sardelli (Iniziativa responsabile) hanno inviato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, una lettera nella quale chiedono di sollevare il conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato "a tutela delle prerogative della Camera", sulla base dell'articolo 96 della Costituzione. Lo scontro sulla giustizia ha registrato in giornata anche la presa di posizione del presidente della Consulta Ugo De Siervo, che ha detto di non capire da dove vengano le accuse di comunismo rivolte ai componenti della Corte. Un riferimento chiaro, seppur implicito, alle recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.


I capigruppo della maggioranza chiedono, tra l'altro, di sollevare conflitto di attribuzioni per "l'assoluta infondatezza ed illogicità dei capi di imputazione". "All'Organismo parlamentare - si legge nella lettera trasmessa a Fini - non può essere sottratta una propria autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine giudiziaria. Né tantomeno ove non condivida la conclusione negativa espressa dal Tribunale dei ministri - la possibilità di sollevare conflitto d'attribuzioni davanti alla Corte costituzionale - assumendo di essere stata menomata per effetto della decisione giudiziaria, della potestà riconosciutale dall'Articolo 96 della Costituzione". Nella lettera si parla anche di "superficialità" che sarebbe stata dimostrata dai magistrati di Milano. La richiesta di sollevare conflitto è infatti nei confronti della Procura e del gip di Milano che, per il caso Ruby, hanno imputato al premier i reati di concussione e prostituzione minorile.

Intervistato ieri a proposito dell'eventualità che il Pdl sollevasse la questione del conflitto di attribuzione con l'obiettivo di sottrarre il premier Berlusconi al giudizio dei pm di Milano e affidare il caso al Tribunale dei ministri, Fini aveva spiegato che "non ci sono precedenti. Sarà una decisione presa alla luce dei regolamenti". Il presidente della Camera ha poi aggiunto: "Non ci sarà conflitto istituzionale tra il mio ruolo di presidente della Camera e il mio ruolo politico". La questione, aveva anche detto, "sarà valutata dall'ufficio di presidenza e dalla giunta per il regolamento". Che cosa farà Futuro e Libertà? "Credo che farà ciò che ha fatto fin qui, nella migliore tradizione della destra italiana. Fli ha un tratto distintivo nel tema della legalità, che vuol dire in primo luogo che la legge è uguale per tutti e chi sbaglia paga. Lo vorrei ricordare a qualche amico che ha dimenticato che questa era la posizione di An".

Dura la reazione del Pd. Per il segretario democratico Pierluigi Bersani bisogna fare i "complimenti" alla Lega per aver sottoscritto la lettera a Fini . "Domani si vota il federalismo salvaprocessi", ha aggiunto sulla sua pagina Facebook.

"Trovo incredibile che i capigruppo della maggioranza, anziché portare in aula provvedimenti che riguardano gli italiani, siano solerti solo sui provvedimenti che sono fondamentali per bloccare i processi del presidente del Consiglio", ha commentato il capogruppo democratico alla Camera Dario Franceschini. "Ci si espone al ridicolo di sostenere che si tratta di reato ministeriale, perché il presidente del Consiglio quando ha fatto la telefonata era convinto che si trattasse della nipote di Mubarak. Una cosa di fronte alla quale ha riso tutto il mondo. Capitasse ancora a Berlusconi di dover intervenire per la nipote di un capo di Stato straniero, la mandi a prendere da un console o da un rappresentate dei servizi segreti ma non la affidi ad una ragazza che la manda a dormire da una prostituta brasiliana. Un fatto che smonta il castello costruito per questo caso".

Fli critica la richiesta. Nino Lo Presti, esponente di Futuro e Libertà in Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio, considera la lettera piena di "inesattezze" e contenente "un fumoso affastellamento di argomenti non pertinenti".

De Siervo: "Non capisco chi ci accusa di essere comunisti". Nel suo intervento a una manifestazione per i 150 anni dell'Unità d'Italia a Cosenza il presidente della Consulta è tornato sulle polemiche delle ultime settimane: "C'è un esponente politico, di cui non farò il nome, nemmeno sotto tortura, che polemizza con la Corte Costituzionale, parlando di esponenti comunisti. Non si capisce però da dove trae queste affermazioni. Scusate questo sfogo". E ancora: "In questi giorni ho sentito critiche non giuste e non solo nei confronti della Corte Costituzionale. Tanto per essere chiari, non sono i pm ad impugnare le leggi. La Costituzione va oltre gli interessi di bottega".

De Siervo ha quindi rivendicato l'indipendenza della Consulta: "Posso garantire, sulla base della mia esperienza che la Corte Costituzionale opera come organo assolutamente indipendente. Noi decidiamo su tutto tutti e quindici i giudici, a meno che qualcuno non sia ammalato. E' naturale, come è avvenuto nel corso degli anni, che ci sia qualche frizione. Forse però adesso è in atto qualcosa di diverso, magari anche qualche campagna di disinformazione".

Fonte: Repubblica
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03/03/2011 00:25
 
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"Conflitto attribuzione a Giunta regolamento"
Fini risponde all'iniziativa della maggioranza

Il presidente di Montecitorio intenzionato a convocare l'organismo la prossima settimana. Poi cita tre precedenti sfavorevoli alla richiesta avanzata da Pdl, Lega e Responsabili per fermare i pm di Milano

ROMA - "Ritengo opportuno che la questione sia oggetto di approfondimento in sede di Giunta per il Regolamento". Così Gianfranco Fini, a quanto si apprende, avrebbe risposto, durante l'ufficio di presidenza della Camera, ai rappresentanti della maggioranza che ieri con una lettera dei capigruppo di Pdl, Lega e Responsabili ha chiesto di sollevare un conflitto di attribuzione sulla vicenda Ruby.

Sotto il profilo del merito, è stato il ragionamento del presidente Fini, come da prassi la lettera dei capigruppo di maggioranza "sarà trasmessa al presidente della Giunta per le autorizzazioni al fine di acquisire l'orientamento di tale organo, competente nella materia oggetto della richiesta".

Sotto il profilo procedurale, Fini ha fatto notare che "nella lettera si fa riferimento al ruolo dell'Assemblea quale 'sede ultima di decisioni della Camera' su tale questione". Ma il presidente ha ricordato che "la consolidata prassi procedurale in ordine ai conflitti di attribuzione prevede che, nel caso in cui si tratti di elevare o meno un conflitto da parte della Camera nei confronti di un altro potere dello Stato, è riconosciuto all'ufficio di presidenza un ruolo di flitro". Per questo, in passato, la valutazione negativa dell'ufficio di presidenza "ha condotto alla mancata sottoposizione della questione all'Assemblea".

Gli esempi riguardano tre casi risalenti al 2003, 2006 e 2008. In tutti e tre i casi l'ufficio di presidenza rilevò che non vi erano i presupposti per un conflitto di attribuzione. "Per quanto riguarda il caso in esame, non riconducibile in maniera immediata ai precedenti in materia, ritengo opportuno che la questione sia oggetto di approfondimento in sede di Giunta per il Regolamento affinchè la Presidenza possa disporre di tutti gli elementi utili per definire la procedura seguire", ha sottolineato Fini, a quanto si riferisce, annunciando che la Giunta verrà convocata nel corso della prossima settimana, una volta concluso l'esamepresso la Giunta per le autorizzazioni.

Fonte: Repubblica
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04/03/2011 14:05
 
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"Ho le prove, Ruby era maggiorenne"
Premier: registrata 2 anni dopo nascita


Nuovo colpo di scena nella vicenda Ruby. Il premier dice a più persone e in pubblico che la giovane marocchina non era minorenne. "Abbiamo le prove" afferma sicuro Silvio Berlusconi. Tali prove sarebbero state raccolte con un sopralluogo nel paese d'origine della ragazza in Marocco. All'ufficio anagrafe Karima El Mahroug sarebbe stata registrata due anni dopo la nascita. Quindi cadrebbero le accuse al premier di aver fatto sesso con una minorenne.

Il premier dice a più persone, in particolare ai suoi deputati alla Camera, che da quando frequenta Arcore la ragazza marocchina è maggiorenne.

Se ciò fosse effettivamente documentato avrebbe sicuramente un impatto sull'esito del processo a Silvio Berlusconi. I magistrati lo accusano di aver avuto rapporti sessuali con la giovane soprannominata Ruby Rubacuori a pagamento mentre lei era minorenne. Il premier inoltre si dice tranquillo anche perché la stessa ragazza nega di aver fatto sesso con lui. "Lei ha smentito" dichiara il presidente del Consiglio che trova "assurdo questo processo" nel quale "mi si accusa di un qualcosa che non esiste".

Ruby: "Premier chieda a mia madre"
"Venti anni? Berlusconi non ha visto il mio certificato di nascita, dovrebbe chiedere a mia madre". E' quanto ha dichiarato Ruby Rubacuori, ospite contesissima al Ballo delle debuttanti all'Opera a Vienna.

Fonte: tgcom
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04/03/2011 14:14
 
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Il premier: «In un Paese normale questo processo durerebbe mezz'ora».

«Ho le prove, Ruby non era minorenne»

Berlusconi ai deputati: registrata due anni dopo la nascita, sarò assolto con formula piena


ROMA - «Abbiamo le prove che non era minorenne!». Berlusconi ormai parla di Ruby con molte persone. Lo fa con toni confidenziali, in appuntamenti privati. Lo fa in pubblico, come ieri pomeriggio alla Camera, con i suoi deputati, per sfogarsi o per scherzare, certamente per ribadire che la ragazza «ha detto di non avere mai avuto rapporti sessuali con me e dunque non si capisce proprio dove stia il reato».

Ma nella mole di confidenze, argomentazioni e commenti del presidente del Consiglio negli ultimi giorni è emersa anche una novità: secondo il premier esisterebbero le prove che la ragazza soprannominata Ruby Rubacuori, che secondo i magistrati ha avuto con lui almeno un rapporto sessuale a pagamento mentre era minorenne, era invece all'epoca dei fatti più che maggiorenne. «È stata registrata all'anagrafe due anni dopo essere nata», rivela in queste ore Berlusconi. Se così fosse e se fosse dimostrabile ovviamente la novità sarebbe di rilievo e avrebbe conseguenze sul processo. Il capo del governo mentre la racconta la aggiunge a tutti gli altri motivi per cui ritiene che in ogni caso verrà «assolto con formula piena», sempre che a sentenza si arrivi. La prova verrebbe opposta ai magistrati soltanto dopo l'inizio del processo e sarebbe insomma il fatto che taglia la testa al toro: «Sostiene il premier che lui non ha mai fatto sesso con la ragazza, sosterrà la difesa che in ogni caso non si trattava di una prostituta, ma se veramente fosse dimostrabile che Ruby ha conosciuto Berlusconi quand'era maggiorenne non ci sarebbe nemmeno bisogno di dover dimostrare le prime due cose, il processo finirebbe in quel momento», argomenta nel Pdl chi le confidenze di Berlusconi ha ricevuto.

Sembra che alla prova di cui parla in privato il Cavaliere si sia arrivati anche con un sopralluogo nel paese di origine della ragazza, che le indagini difensive si siano spinte sino ad un verifica nel luogo di nascita, in Marocco, un Paese dove storicamente non esiste un tradizione di denuncia delle nascite efficiente, o quantomeno puntuale, come in Occidente.

Se la novità costituisce veramente uno degli assi nella manica della difesa del Cavaliere lo vedremo nelle prossime settimane, intanto la strategia difensiva continua a passare per un ventaglio di misure che coinvolgono in primo luogo il conflitto di attribuzione fra toghe e Parlamento.
Anche qualcuno nel Pd ieri si è spinto a condividere la tesi del Pdl, ovvero che la richiesta di sollevare un conflitto debba essere votata quanto prima dall'Aula di Montecitorio e questo vuol dire che verosimilmente, nel giro di poche settimane, lo scontro sulla competenza con i magistrati di Milano potrebbe trasferirsi di fronte ai giudici della Corte costituzionale.

«In un Paese civile un processo così durerebbe mezz'ora mentre lo portano per le lunghe trasformandolo in un processo mediatico. Io nella mia vita non ho mai fatto male a nessuno e non c'è una sola persona che può dimostrare il contrario», ha detto ieri il Cavaliere parlando con i suoi deputati, durante le votazioni sul federalismo.
«Trovo assurdo questo processo - ha proseguito - perché mi si accusa di un qualcosa che non esiste. La concussione è un'accusa che non sta in piedi, perché il diretto interessato ha smentito di avere subito pressioni di qualsiasi tipo. Così come Ruby ha smentito di aver avuto rapporti sessuali con me. Si tratta di una cosa assurda, semplicemente assurda».

Marco Galluzzo

Fonte: CorrieredellaSera
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04/03/2011 14:17
 
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Re:
binariomorto, 04/03/2011 14.05:

"Ho le prove, Ruby era maggiorenne"
Premier: registrata 2 anni dopo nascita


Se ciò fosse effettivamente documentato avrebbe sicuramente un impatto sull'esito del processo a Silvio Berlusconi. I magistrati lo accusano di aver avuto rapporti sessuali con la giovane soprannominata Ruby Rubacuori a pagamento mentre lei era minorenne. .

Fonte: tgcom



Credo che la sinistra serebbe contenta se la notizia fosse vera. Perché? ma come perché! per la sinistra sarebbe un cazzo al culo... e si sa... alla sinistra i cazzi al culo piacciono eccome! spendono un capitale in trans...


[SM=g1686168]

[Modificato da Blumare369 04/03/2011 14:17]
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Sono eretico, ironico e autoironico, ateo, dissacrante, cinico, odioso. Inutile cercare in me qualcosa di apprezzabile. Meglio evitarmi.
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04/03/2011 14:19
 
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Il padre: mai truccata l'età di Ruby
La procura respinge i dubbi di Berlusconi

I pm di Milano sono sicuri di avere le prove che El Marough è nata nel 1992.
Il papà di Karima: "Se fosse stata più grande, non avrei perso tempo a correrle dietro"


MILANO - Spallucce. Sorrisi e no comment. Classico gesto del tipo "Ma quando mai?". Negli uffici della Procura milanese l'ipotesi lanciata da Silvio Berlusconi in persona, di una Ruby più "vecchia" di due anni, e dunque "non minorenne" non crea sussulti. Anzi, un investigatore osa una considerazione: "Se puntano su questo, vuol dire che cominciano a rendersi conto di essere messi proprio male".


Come sappiamo, alla magistratura milanese risulta questo: Karima El Marough, detta Ruby Rubacuori, scappata da casa adolescente, una giovinezza da girovaga tra comunità e concorsi di bellezza, discoteche e corsi di recupero scolastico, frequentazioni molto pericolose, è nata l'1 novembre 1992 a F. B. Salh, Marocco. Quando il 14 febbraio 2010, giorno di San Valentino, entra ad Arcore, e incontra l'"utilizzatore finale" Berlusconi (che di lei s'incapriccia) ha diciassette anni e mezzo. E l'avvocato Venera Scrima, che segue le vicende della famiglia El Marough da molto tempo, lo sa.

Anzi, il padre di Ruby, che ieri sera si rifiutava di parlare, le ha detto: "Ma scusi, se mia figlia fosse stata due anni più grande, avremmo passato tutto 'sto tempo a correrle dietro perché era minorenne? La questione sarebbe stata già chiusa, con dolore, ma io sarei uscito prima da tutti i guai". Sulla registrazione del certificato di nascita in ritardo all'anagrafe marocchina è ancora più tranchant: "Sono cose che in Marocco accadevano cinquant'anni fa, quando si partoriva in casa, figuriamoci se nel 1992 può accadere un fatto simile...".

Il premier Berlusconi, che pure ha baciato l'anello a uno come Muhammar Gheddafi, deve pensare che l'Africa Mediterranea sia rimasta indietro, quasi al tempo del Fascio: "Abbiamo le prove che non era minorenne, è stata registrata all'anagrafe due anni dopo essere nata", si ostina a dire. Le prove? Silvio Berlusconi non le mostra. Anzi, da quando si conosce la storia di Ruby e la sua "balla" in questura sulla nipote di Mubarak, il premier ha affastellato una serie di "prove" molto di comodo tanto sul bunga bunga (come festa dove ci si diverte "lecitamente") quanto sull'aiuto che fornisce "a tante persone bisognose" (e che siano in larghissima maggioranza giovani, carine e "easy" sarà una semplice coincidenza).

Quello che Berlusconi sembra non voler fare è informarsi almeno un minimo. C'è una lettera pubblica del padre di Karima-Ruby. È stata diffusa dalla stessa avvocatessa, insieme con Irene Visigoti, del Movimento per la Vita: "Il signor El Mahroug non ha mai cacciato di casa la figlia. Quando, ancora quattordicenne, Ruby fuggì di casa, iniziò a cercarla, assieme alla madre, nel tentativo di sottrarla alle disavventure che inevitabilmente la ragazza ha dovuto affrontare (...) Il signor El Mahroug non ha mai lanciato l'acqua bollente sulla figlia. La cicatrice risale ad un incidente in cui la piccola aveva un anno e si trovava in Marocco, mentre il padre era in Italia. L'età di una cicatrice si può periziare facilmente (...)".

Berlusconi è ricchissimo, il padre di Ruby fa fatica a coniugare il pranzo con la cena, e "per essere aiutato ad accogliere e sostentare l'ultimo nato, quattro anni fa", il papà di Ruby ha cercato l'aiuto di chi sostiene la famiglia. E più volte si è sfogato, queste testimoni attendibili hanno raccolto "la sofferenza e la disperazione del signor El Mahroug, che ha sempre trepidato per la sorte della propria figlia". Una figlia minorenne che, abbandonata a se stessa e senza un tetto, è entrata a Villa San Martino ad Arcore per dieci volte, ricevendo, dall'agghiacciante generosità del premier, denaro a pioggia e gioielli. In cambio di che cosa? Lo stabilirà il processo milanese del 6 aprile, che il premier fugge come la peste.

Fonte: Repubblica
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04/03/2011 14:25
 
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“Ruby è una puttana”, “Berlusconi è malato, aiuta tutti”.
Ecco cosa pensavano alcune ragazze di Arcore


MILANO – Secondo le intercettazioni pubblicate dal Fatto Quotidiano, Ruby era vista come una “puttana” dalle altre ragazze che frequentavano la villa di Arcore di Silvio Berlusconi. Il giornale cita alcune telefonate che riguardano le protagoniste delle feste a Villa San Martino. Non ci sono solo commenti denigratori sulla ragazza marocchina, ma anche sorpresa per il comportamento del premier: “Dovrebbe fare un po’ più attenzione a chi si porta in casa”, è l’opinione più diffusa.

Durante una telefonata con Elisa Toti, Adriana Verdirosi, (in passato conduttrice su La7 e sulla Rai) avrebbe detto, riferendosi proprio a Berlusconi: “Deve fare attenzione a chi… si porta dietro” e informarsi “prima” su chi aiuta. L’intercettazione, spiega Il Fatto, “si trova tra gli atti depositati dai pm di Milano con la richiesta di giudizio immediato per il premier”. Quindi la Verdirosi avrebbe cominciato ad offendere Ruby: “puttana”, “come fa a sembrare una minorenne una così? Sembra una vajassa”, “andrebbe messa in un riformatorio”, “è un’altra minorata, ma col cervello sveglio”, “una sbandata”.

Il Fatto riferisce anche il seguito della conversazione: “Mi incazzerei proprio con lui che deve fare attenzione a chi c… si porta dietro”. Anche perché, commenta più avanti la Verdirosi riferendosi all’amica, “ci vanno di mezzo persone che non c’entrano un c…”.
Secondo quesa ricostruzione del Fatto, la Toti avrebbe anche fatto riferimento alla notte in Questura di Ruby: “Immaginati il personaggio”, “perché rubava”.. E qui la Verdirosi sarebbe tornata a commentare il premier: “Io ho sempre detto: si attornia di persone sbagliate (…). Ha ragione quella che ha detto: è malato! Aiutatelo! (…) Non si rende conto dove c… sta! Non può fare come c… vuole”. Elisa: “Eh, , ma noi gli si è sempre detto. Noi un pò più sagge e mature…”. Adriana: “Si, perché poi lui è una brava persona! Cioè, lui aiuta tutti”. Elisa: “Sì, è troppo buono, è troppo buono capito lui?. Adriana: “… allora… prima informati di chi c… aiuti no?”.

Fonte: blitzquotidiano
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04/03/2011 17:29
 
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Questa della registrazione all'anagrafe con due anni di ritardo non la sapevo.
Quante ne sanno, e quante ne credono i loro elettori.

COGLIONI!
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05/03/2011 14:32
 
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Mr Weiss, 04/03/2011 17.29:

Questa della registrazione all'anagrafe con due anni di ritardo non la sapevo.
Quante ne sanno, e quante ne credono i loro elettori.

COGLIONI!




La cosa singolare è che il padre della ragazza ha smentito: registrata alla nascita secondo le norme, nessun ritardo e quindi età confermata. Ma si sa, Ghedini può conprare tutta l' anagrafe marocchina ...
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Elisa dopo una settimana ad Arcore
"Mamma, sono in condizioni pietose"

Nei verbali dello scandalo Rubygate, le conversazioni tra una delle ragazze e la madre: i pagamenti, lo stress, la tabella degli incontri. E ancora le rivalità tra le giovani arruolate a Roma e il "gruppo di Arcore"

MILANO - Per Elisa Toti, "Silvio Berlusconi è come un padre". E tutte le intercettazioni che sono girate dopo lo scandalo Rubygate, le prove che la procura è convinta di aver raccolto sull'harem e sul bunga bunga, "sono tutte false". La madre, quella vera di Elisa, invece, i cachet per le comparsate della figlia nelle notti di Arcore, le pesava. Eccome. "Senti eeee, quanto v'ha dato?", chiede con insistenza, il 9 gennaio scorso, la signora Toti. "Cinque, più quegli altri mille quindi, quindi sei". Il pragmatismo della signora sembra esemplare. "Dici niente? Capito? eee poi che vi ha detto quando lui vi potrà rivedere?". La mamma pensa già al prossimo appuntamento. Anche perché la trentaduenne, fotomodella, collaboratrice del gruppo Mediaset, per sudarsi quei sei mila euro, ad Arcore risulta esserci stata una settimana intera. "Trascorsa con lui", con Papi. E non sembra essere stata una vacanza vera e propria, visto quello che racconta ancora la starlette :"Una settimana (...) alcune sono arrivate martedì io mercoledì (...) mamma mia una cosa allucinante". Accuse false, dunque quelle rivolte dai pm al premier? La permanenza conclusa con un cadeau da 6 mila euro, deve essere stata stressante. "Non ti puoi immaginare in che condizioni sono guarda - insiste Elisa - (...) sono in condizioni pietose, pietose proprio (...) ora mi ci vorrà un mese perrr, ora quei, quei soldi che ho preso mi (...) serviranno per rimettermi a posto dopo questa settimana". La mamma-ragioniera non sembra per nulla turbata: "Sono dodici milioni", di vecchie lire. E la figlia si raccomanda: "Si, ma no, non dire niente eè?". La signora, quindi, la saluta: "Ti lascio perché ti devi, devi andare a riposare".

La stanchezza, spesso, sembra prendere il sopravvento sulle giovani invitate del Cavaliere. Una, sempre al telefono intercettato, confida di non avere più le "energie". Diana Gonzales, dominicana di 22 anni, è sollevata: "Io sono stata lì ieri. .. No. .. l'altro ieri ed io non ho fatto niente grazie a Dio". Il 7 gennaio scorso, conversando con Aris Espinosa, chiede: "Andate o non andate?". E Aris: "No, tutto il mondo è stanco. .. Ognuna ha un problema a casa". E Diana le confida ancora: "Guarda che io sono stata lì ieri. .. No. .. l'altro ieri ed io non ho fatto niente grazie a Dio", perché "ero indisposta". Diana, però, vuole andare ad Arcore anche quella sera, ma "se fossi sicura che c'è qualcosa da prendere. .. Io ci andrei per fargli corta la notte".

Poco più tardi, invece, verso le 23 dello stesso giorno, Aris Espinosa telefona a Iris Berardi per dirle che non andrà: "Non c'ho voglia". Iris cerca di "spronarla": "Lui ha detto che poss... che possiamo andare io e te". Aris: "Lo so amò, ma son già sul letto... digli che ho un mal di testa fortissimo". Una delle gemelle De Vivo, Imma, lo stesso giorno si lamenta al telefono con la sorella si lamenta di aver ricevuto, al termine della serata, una catenina "talmente piccole ed invisibili" e tanto brutte da essere paragonabile a "una collanina del cesso".

E il 9 gennaio, 5 giorni prima delle perquisizioni ordinate dalla procura di Milano nella Dimora Olgettina, Miriam Loddo, al telefono con Barbara Guerra, fa notare che una "poveraccia", tale "Marianna", sta "ancora lì" e "non riesce ad andare via". E Barbara si preoccupa: "Fa un'altra cena? Un'altra?" (...) Anche Anna non è ancora tornata!". Iris Berardi, la 19enne brasiliana, in una telefonata del 9 gennaio scorso, tra le oltre 21 mila pagine di atti allegati all'inchiesta e in parte riportati ieri dall'Ansa, descrive anche la rivalità che serpeggia tra le ospiti alle serate di Arcore. "Si ammazzerebbero tra di loro", spiega ancora Iris alla Espinosa. La giovane modella, aggiunge come anche "quelle di Roma (le altre ragazze invitate, ndr)" si sarebbero accorte delle divisioni interne nel "fronte" delle ragazze di Arcore. Iris, tra le altre cose, commenta con Aris il comportamento di un'altra ragazza di cui non fa il nome: "Comunque mi sta troppo sui c... io le ho detto no perché sai lui fa la ce.. fa 4 sere però in.. in.. però magari la prima sera ti ha già fatto un piccolo regalo non pensare che se vai là tre sere... per tre sere ti fa degli altri regali perché non è così". E Aris replica: "Ma sai quello che mi da fastidio amò, che mo' pretende la casa della Madonna. Oh, ma chi ti credi di essere!". La Berardi, parlando sempre della ragazza: "No infatti sei l'ultima arrivata devi solo dir grazie che sei tornata li, che lui non ti voleva neanche più (...) lui ti può dare anche un milione di euro e a me mi può dare mille euro e allora, mica mi incazzo con te".

Fonte: Repubblica
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06/03/2011 12:17
 
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Poi ci si domanda perchè Mubarak è caduto mentre Berlusconi sta ancora lì (ed ha vinto la sua battaglia contro i magistrati con la riforma Alfano).
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07/03/2011 14:06
 
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Sora Cesira presenta il dramma delle Olgettinas disoccupate in "Mannaggiammé".



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07/03/2011 14:30
 
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NUOVE INTERCETTAZIONI

Le ragazze di via Olgettina:
«I regali di Silvio? Catenine da cesso...»
Elisa Toti alla madre: «Seimila euro per una settimana con lui».
L'ironia delle sorelle De Vivo


MILANO- Seimila euro per aver trascorso quasi una settimana con «lui», anche se in compagnia di altre ragazze. «Beh, sono dodici milioni di vecchie lire»: è la madre di una delle «ragazze di via Olgettina» che fa i conti di quanto ha portato a casa la figlia, Elisa Toti, una delle ospiti assidue delle feste ad Arcore. Al telefono con la madre Anna, la sera dello scorso 9 gennaio, la domenica che chiude il ponte dell'Epifania, in una conversazione intercettata e allegata alla richiesta di giudizio immediato dei pm milanesi per Silvio Berlusconi, imputato per il caso Ruby, la giovane spiega di essere «appena tornata a casa» e aggiunge di essere «preoccupata per la salute di lui». La madre, invece, sembra preoccuparsi di altro: «Senti eeee quanto v'ha dato?». E la figlia: «Cinque più quegli altri mille quindi, quindi sei». La signora Anna è contenta: »Dici niente? Capito? eee poi che vi ha detto quando lui vi ripotrà vedere?». Risposta: «Ce lo dirà lui».

«UNA COSA ALLUCINANTE» - La ragazza racconta di essere stata «una settimana (...) alcune sono arrivate martedì io mercoledì (...) mamma mia una cosa allucinante». Quindi è stanca: «Non ti puoi immaginare in che condizioni sono guarda (...) sono in condizioni pietose, pietose proprio (...) ora mi ci vorrà un mese perrr, ora quei, quei soldi che ho preso mi (...) serviranno per rimettermi a posto dopo questa settimana». La mamma fa due conti: »Sono dodici milioni«, di vecchie lire. E la Toti: »Si ma no, non dire niente eh». La signora, quindi, la saluta: «Ti lascio perchè ti devi, devi andare a riposare».

LE GEMELLE E I VESTITI - Non solo soldi. Anche abiti da farsi dare come compenso per aver partecipato alla cena è il consiglio che Ale, l'«amore» di Imma De Vivo, dà alla gemella napoletana, anche lei tra le giovani soubrette che hanno calcato la scena di Villa San Martino. Il ragazzo, poco prima delle 4 di mattina dell'8 gennaio, riceve una chiamata da Arcore. «T'ha dato i vestiti o no?», si informa. E la De Vivo: «Ma io sono ancora qui, ma se me li dà, me li dà quando, prima di andare via. Ma io penso che non mi dà niente». Il giovane si altera: «No, perché no scusa? Mi incazzo! oh! (...)». E quando lei chiarisce che «comunque...non faccio niente con lui», Ale replica: »Eh, ma sei scema? Ma anche se fai o non fai, fatti dare!«.

«CATENINE DA CESSO» - Oltre a lamentarsi dei 'tour de force' a cui sono costrette, delle 'fatiche' delle feste, e del fatto che quelle serate durano «fino alle cinque del mattino», togliendo loro tutte «le energie», le ragazze non sempre sono contente dei regali che ricevono. Pare a loro poi che la generosità del padrone di casa ultimamente sia in declino: Barbara Guerra il 7 gennaio parla di «manina stretta». Chi usa un linguaggio più colorito, invece, è il giorno dopo sempre Imma De Vivo. Al cellulare con la sorella parla di alcuni doni. Di catenine «talmente piccole ed invisibili» e tanto brutte da essere paragonabili a «una catenina del cesso». E ancora: «Hai visto quei regalini che ha fatto bruttissimi?». Eleonora: «Infatti non gliel'ho proprio chiesto e nemmeno voglio (...) ho fatto la superiore non gli ho proprio chiesto niente a lui (...) lui ha detto io ve le faccio fare alle altre però senza rivolgersi a me o guardandomi o che ... io non gliel'ho chiesto (...) ho fatto la superiore».

Fonte: CorrieredellaSera
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