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Nuova tegola giudiziaria per Berlusconi: il premier è indagato per il caso "Ruby"

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2015 11:24
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24/01/2011 23:18
 
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Spunta la proposta legge anti-pm
"Punire i magistrati che intercettano"

Depositata alla Camera il 28 ottobre, due giorni dopo l'esplosione dell'affare Ruby, a firma del parlamentare Pdl Vitali, ora al vaglio del premier. "Riparazione di ingiusta intercettazione di comunicazioni telefoniche e conversazioni"

ROMA - Dal Parlamento emerge con concretezza di legge l'idea che lo stesso Berlusconi ha lanciato con i sui videomessaggi sulla punizione dei magistrati inquirenti. Si tratta di una proposta di legge - riferisce l'agenzia Dire - depositata alla Camera il 28 ottobre scorso, esattamente due giorni dopo l'esplodere del caso Ruby, quando si seppe che il premier aveva telefonato alla questura di Milano per far affidare l'allora minorenne marocchina al consigliere regionale della Lombardia, Nicole Minetti. La prima firma è del deputato Pdl Luigi Vitali, sottoscritta da altri 29 parlamentari suoi colleghi, tra cui Cirielli, Cassinelli, Lehner. Il titolo è chiaro: "Introduzione dell'articolo 315-bis del codice di procedura penale, concernente la riparazione per ingiusta intercettazione di comunicazioni telefoniche o di conversazioni".


La proposta è stata consegnata direttamente nelle mani di Silvio Berlusconi - che ora la sta valutando - il giorno della riunione con i deputati-avvocati del Pdl. "L'ho consegnata io al presidente- spiega Vitali- e mi ha detto che la esaminerà con attenzione. La prossima settimana la presenterò in conferenza stampa e chiederò di esaminarla subito in commissione giustizia".

A leggere i cinque articoli, il progetto di legge sembra proprio pensato per il caso Ruby. E, se venisse approvato dal Parlamento, metterebbe un serio freno all'uso delle intercettazioni da parte dei magistrati, che potrebbero incorrere in pesanti sanzioni.

I punti principali della proposta sono i seguenti: i pm e i gip non competenti territorialmente e funzionalmente non potranno più autorizzare intercettazioni, pena provvedimenti disciplinari stabiliti dal ministro della Giustizia. In caso di assoluzione in un processo, l'imputato, ma anche tutti i testimoni finiti nelle intercettazioni 'spiattellate' sui giornali, avranno diritto a un risarcimento fino ad un massimo di 100mila euro, che sarà sborsato di tasca propria dai pm dopo sentenza "di responsabilità contabile" della Corte dei conti. Potrà infatti chiedere l'applicazione della legge chi è stato assolto con sentenza irrevocabile "perché il fatto non sussiste, per non aver commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato da un'imputazione formulata nell'ambito di un procedimento penale nel quale è stato destinatario di intercettazioni di comunicazioni telefoniche o di conversazioni". Chi verrà prosciolto da ogni accusa, insomma, "avrà diritto a un'equa riparazione per l'intercettazione ingiustamente subita".

Ma la vera "chicca" è la norma transitoria che rende la legge retroattiva: avranno diritto al risarcimento anche coloro che sono stati coinvolti in indagini risalenti a 5 anni prima della sua entrata in vigore.

Nella relazione di accompagnamento al testo, Vitali spiega: "È innegabile che soprattutto negli ultimi anni vi sia stato un abuso" dello strumento delle intercettazioni "che, da un lato, è enormemente costato alle casse dello stato e, dall'altro, è stato largamente invasivo del diritto costituzionale alla riservatezza nei confronti di numerosissimi cittadini che sono usciti dalle rispettive vicende dopo essere passati nel 'tritacarne' mediatico e giudiziario. Il Parlamento è stato fino a oggi incapace di dettare una disciplina che regolamentasse la materia".

Fonte: Repubblica
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25/01/2011 14:45
 
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Berlusconi e il "postribolo televisivo" di Gad Lerner: quando il bue chiama cornuto l' asino e si permette di fare (e dire) quello di cui accusa opposizione e avversari vari.
E anche di più ...
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25/01/2011 14:47
 
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Berlusconi teme l’asse Vaticano-Colle:
“Vogliono cambiare cavallo, ma non farò la fine di Prodi”



Silvio Berlusconi si sente “accerchiato”: teme l’allontanamento del Vaticano e un successivo asse Colle-Santa Sede. Come scrive Carmelo Lo Papa di Repubblica, dopo gli attacchi della Segreteria di Stato e della Cei, il premier teme, in poche parole, di rimanere isolato. Il sospetto che prende piede, la sensazione è che “vogliano cambiare cavallo”.

“Siamo sotto assedio – ha confidato ai suoi – Ma non farò la fine di Prodi”. Poi parte la minaccia: “Porto tutti alle urne: la gente d’altronde sta dalla mia parte, i sondaggi successivi alla tempesta che mi hanno scatenato contro lo confermano”.

Perché quelle critiche a Berlusconi non vanno proprio giù. Lui insiste nel dirsi certo che l’inchiesta “nasce dalle macchinazioni dei magistrati milanesi e anche le fonti di prova stanno vacillando, come dimostrano le prime contraddizioni che emergono dai racconti”.

Scrive Lopapa: “I rapporti tra il Vaticano e il Colle restano ‘eccellenti’ e si consolidano, la sintonia è piena. Visto dal fortino berlusconiano assediato è il cerchio che si chiude. Con l’aiuto del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che non ha risparmiato critiche all’esecutivo“.

La sensazione di Berlusconi è che il Vaticano voglia un altro governo, sempre di centrodestra, ma con un altro premier, col sostegno di Pier Ferdinando Casini. Ma non si arrende. Va all’attacco e confida di ritrovare l’intesa con Oltretevere. Come? La prima occasione, ragiona il Cavaliere, sarà l’incontro con il segretario di Stato Bertone e lo stesso presidente Cei Bagnasco l’11 febbraio, in occasione dell’anniversario dei Patti Lateranensi. Dopo, inoltre, inizierà una stagione legislativa che da febbraio virerà marcatamente sui temi etici. E allora si spera di ricucire anche gli ultimi strappi.

Fonte: blitzquotidiano
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25/01/2011 23:41
 
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Agli atti la memoria difensiva di Berlusconi
Ruby: "Dissi io di essere nipote di Mubarak"

Le dichiarazioni dei testi chiave dell'indagine, controinterrogati dai legali del premier Longo e Ghedini. Spinelli: "Diedi a Karima 8500 euro". La ragazza: "Nessun rapporto sessuale con il presidente". Il cameriere di Arcore: "Non mi ricordo di nessuna donna con questo nome"


ROMA - "Quando ho conosciuto l'on. Berlusconi gli ho detto di essere figlia di una nota cantante egiziana e nipote del presidente Mubarak, che pure non avrebbe avuto buoni rapporti con mia madre". A confermare questa versione è Karima el Marough, ormai nota come Ruby, controinterrogata dai legali del premier Piero Longo e Niccolò Ghedini. La dichiarazione di Ruby è nelle memorie difensive che gli avvocati di Berlusconi hanno presentato in giunta per le Autorizzazioni della Camera, e che riportano le dichiarazioni di 28 testimoni. "Non ho mai avuto alcun tipo di rapporto sessuale con Silvio Berlusconi", ha detto inoltre la ragazza. C'è una discrepanza tra la sua testimonianza e quella di Lele Mora: Ruby dichiara di avere incontrato Silvio Berlusconi il 14 febbraio 2010. Lele Mora, invece, sostiene di aver presentato la giovane marocchina al Cavaliere nel 2009.

Chi sono i 28 testimoni. I 28 testimoni citati dalla difesa sono: Luigi Pontillo, Angelo Reccia, Giuseppe Brumana, Alfredo Pezzotti, Michele Durante, Lorenzo Brunamonti, Dafni Di Boni, Danilo Mariani, Mariano Apicella, Carlo Rossella, Alberto Zangrillo, Giovanni Gamondi, Giampaolo Alessio Traversi, Giuseppe Spinelli, Lele Mora, Giorgio Puricelli, Antonino Battaglia, Aida Yespica, Maria Esther Polanco, Miriam Loddo, Barbara Faggioli, Nicole Minetti, Roberta Nigro, Licia Ronzulli, Daniela Santanchè, Mariarosaria Rossi, Antonio Gallo, Ruby.

La testimonianza di Ruby. Sempre secondo quanto riferisce Ruby a Longo e Ghedini, rispondendo a quesiti posti per iscritto in una lettera del 2 novembre 2010, la giovane marocchina avrebbe detto al Cavaliere di essere in condizione di "difficoltà per essere stata ripudiata" dalla sua famiglia di origine dopo che lei si era "convertita al cattolicesimo".

Ruby riferisce anche di avere conosciuto Berlusconi il 14 febbraio del 2010. "Quel giorno - ricorda la ragazza - sono stata invitata da Lele Mora a presenziare a una cena presso l'abitazione di una persona che non mi fu indicata". "Lo stesso Mora - prosegue il racconto di Ruby - aggiunse che sarei stata accompagnata da un'auto, che sarebbe passata a prendermi presso la mia abitazione. Così accadde: l'auto si reco verso Milano 2 dove salì a bordo anche Emilio Fede. Poi proseguì".

Karima riferisce quindi di avere saputo che si trattava della residenza di Berlusconi solo quando l'auto stava per entrare nel giardino della grande villa. E a dirglielo fu Emilio Fede. "Nessuno - prosegue - nè Berlusconi nè altre persone, mi ha mai prospettato o anche solo suggerito la possibilità di ottenere denari o altre utilità in cambio di una disponibilità ad avere rapporti sessuali con Berlusconi". Da lui, sottolinea Ruby, "ho ricevuto come forma d'aiuto, vista la mia particolare situazione di difficoltà, alcune somme di denaro (nonchè qualche regalo).

Giuseppe Spinelli. Ruby ha ricevuto da Giuseppe Spinelli, tesoriere del premier, almeno 8500 euro. A raccontarlo è stato lo stesso ragioniere agli avvocati del premier, a quanto si legge nel verbale delle indagini difensive presentate alla giunta per le autorizzazioni della Camera. Spinelli riferisce di avere dato a Ruby, che definisce una ragazza di età superiore ai venti anni, 3000 euro a fronte di una richiesta di 5000. Una settimana dopo Ruby si ripresentò agli uffici di Spinelli che, autorizzato dal premier, le consegnò altri 2000 euro. Ruby andò da Spinelli ancora un mese dopo e senza preavviso telefonico e ricevette altri 3500 euro. Nel verbale, riferisce chi lo ha letto, Spinelli non indica mai gli immobili di Segrate come sede della segreteria politica di Berlusconi, ma parla espressamente di "mio ufficio".

Ma perché Spinelli diede quelle somme a Ruby? "Il dottor Berlusconi un giorno, mi pare fosse fine primavera-inizio estate di quest'anno (il 2010, ndr.), mi ha avvisato che mi avrebbe cercato un aragazza di nome Ruby e che potevo riceverla perché aveva bisogno di essere aiutata", racconta Spinelli. "Faccio presente- aggiunge Spinelli- che il dottore Berlusconi spesso mi invia delle persone bisognose, da lui conosciute anche in tempi remoti, perché io senta di cosa abbiano bisogno e del caso aiutarle economicamente".

Il cameriere di Arcore. Agli atti anche le dichiarazioni del cameriere di Berlusconi ad Arcore, Luigi Pontillo, assunto dal premier il primo dicembre 2001, che dichiara di non ricordare nessuna donna di nome "Ruby". "Le feste di Arcore erano solo degli incontri conviviali tra familiari, politici, imprenditori e amici. Si svolgevano ad Arcore prevalentemente nel fine settimana e non ci sono mai stati spogliarelli nè parziali, nè integrali", racconta Pontillo.

Aida Yespica. "Non ricordo, ma potrebbe essere una ragazza di circa 25 anni che mi ha chiesto il permesso di farmi una foto con il suo telefonino": così la show girl Aida Yespica si riferisce a Ruby, nella deposizione contenuta nelle memorie difensive depositate dai legali del premier Silvio Berlusconi in giunta per le Autorizzazioni della Camera. Nel corso della deposizione la Yespica spiega di essere stata ad Arcore "una sola vola. Nel 2010, tra febbraio-marzo. C'erano almeno 10-15 persone tra le quali Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti ed altre ragazze di cui non conosco il nome e cognome". Alla domanda su quale fosse l'atteggiamento del presidente Berlusconi nei confronti delle partecipanti femminili durante questo incontro e nel dopocena, Yespica risponde: "Una persona gentilissima, per me una figura paterna".

Mariano Apicella. Apicella descrive le serate come "cene normalissime con familiari, imprenditori e politici e a volte anche amici" a cui partecipavano spesso "10-15" donne. Tra le partecipanti Apicella cita Maria Rosaria Rossi, Nicole Minetti, Barbara Guerra, Barbara Fagioli e "una certa Cristina di cui non so il cognome". Il musicista afferma inoltre che secondo lui gli unici minorenni presenti "alle colazioni o alle cene di famiglia" erano "i nipoti". Quanto a Ruby, prosegue "ho un vago ricordo del nome ma non del viso". Nell'interrogatorio Apicella mette a verbale che il Cavaliere non rimaneva mai solo nella discoteca di Arcore, di non aver "mai" visto nè spogliarelli "parziali o integrali" nè "scene di attività etero o omosessuale". L'atteggiamento di Berlusconi, conclude, era "normale, socievole e di dialogo".

Nicole Minetti. "Ruby l'avevo conosciuta qualche tempo prima - afferma Nicole Minetti - ad una cena dal presidente Berlusconi ad Arcore. Nella mia attività politica cercavo sempre di coinvolgere quanti più coetanei possibili nella vita del Pdl. Pur avendola vista credo non più di 3 volte e solo ad Arcore alle cene del presidente, in una di quelle occasioni Ruby raccontò una storia di vita tristissima e disse che i genitori erano musulmani e che era dovuta scappare di casa, perchè voleva convertirsi alla religione cattolica. Quando sono andata in questura ho appreso con grande stupore che in realtà era ancora minorenne". La Minetti nega che durante le serate ad Arcore gli atteggiamenti dei partecipanti avessero implicazioni di natura sessuale e quanto alla cosiddetta discoteca della villa, precisa: "Non la definirei una discoteca, si tratta di una sala musica sita nel seminterrato. Vi si tenevano anche delle riunioni politiche per il club 'Forza Silvio'".

Mora smentisce Ruby. Ruby dichiara di avere incontrato Silvio Berlusconi il 14 febbraio 2010. Lele Mora, invece, sostiene di aver presentato la giovane marocchina al Cavaliere nel 2009. La contraddizione traspare dalle controinterrogazioni raccolte dai legali del presidente del Consiglio. "Sì, ricordo bene Ruby - dice l'agente dei vip Lele Mora - l'ho conosciuta la prima volta proprio ad Arcore nell'occasione di una cena dal presidente Berlusconi a Villa San Martino. Credo che ciò sia accaduto nel 2009, non sono in grado di ricordare il mese".

Maria Esther Polanco. Ricorda la presenza di Ruby nelle serate ad Arcore, ma assicura che quando c'era la minorenne "assolutamente non" ci sono stati "avvenimenti particolari o di natura sessuale". Questa la testimonianza di Maria Esther Garcia Polanco. "Ruby è una ragazza molto alta, che ha detto che sua mamma era una cantante famosa egiziana e suo papà era brasiliano e che in Egitto lei stessa faceva la danzatrice del ventre - racconta Garcia Polanco - Diceva che aveva 24 anni e di essere laureata in estetica, che voleva aprire un centro estetico. L'ho vista ad Arcore una o due volte insieme ad altre persone".

Carlo Rossella. Il giornalista Carlo Rossella, nelle deposizioni rese ai legali del premier Berlusconi, racconta di un paio di feste: una con Fede e 20 signore e una con Fede, Mora e sempre 20 donne. La sera di Natale, invece, c'erano "due o tre signore amiche del premier". Rossella spiega che nella "sala musica" di Arcore il premier non era mai solo: "C'era sempre personale di servizio che era dedicato al bar e alla distribuzione dei drink o pasticcini agli ospiti, un tastierista per la musica e qualcuno del personale di servizio che annunciava telefonate oppure consegnava fax, agenzie e messaggi". Mai spogliarelli nè sesso. Minorenni? L'ex direttore di Panorama non le ha mai viste: "Avendo lavorato per anni nel mondo del cinema e della tv credo di avere un occhio esperto per giudicare l'età delle donne".

Il medico e l'architetto. Alberto Zangrillo conosce Silvio Berlusconi dal 2002. Gianni Gamondi invece da 25 o 30 anni. L'uno è il medico curante del premier, l'altro il suo architetto. Ambedue sono tra le persone ascoltate dai legali di Berlusconi nell'ambito delle indagini difensive sul caso Ruby. Ambedue sono molto chiari su un punto: mai viste "figure femminili che all'evidenza potessero essere di età inferiore agli anni 18", così come recita la domanda che viene loro posta da Niccolò Ghedini e Piero Longo.

Un responsabile della sicurezza. "Non c'è una vera e propria identificazione e controllo. Quando le dimore del premier erano considerate residenze alternative a palazzo Chigi, le identificazioni erano effettuate in modo più accurato e ciò accadde fino a dopo metà 2006. Oggi l'ingresso compete al servizio di vigilanza privato e non alla sicurezza del presidente". E' quanto ha riferito agli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini nel corso di un colloquio investigativo Antonino Battaglia, "responsabile di uno dei turni" della sicurezza di Berlusconi "fin dal 1990". Attualmente Battaglia è inquadrato nei Servizi con la qualifica di dirigente di seconda fascia.

Barbara Faggioli. "Si. mi ricordo che l'ho vista certamente durante una cena ad Arcore, era un'occasione particolare perchè era una riunione di tipo politico, c'era senz'altro anche Nicole Minetti ed Emilio Fede e, forse, un'altra volta sempre nello stesso luogo; - racconta ai legali di Berlusconi Barbara Faggioli - la ragazza ci aveva impietositi narrando le sue vicende personali, che era egiziana di origini, che la madre era una cantante famosa di cui ci fece vedere anche un video nella stessa serata tramite un computer. Ci disse poi che era stata maltratta dal padre ed era scappata di casa e che aveva perso i documenti. In quell'occasione ci disse anche che aveva, se non ricordo male, 24-25 anni. Non l'ho più rivista".

Il dj Danilo Mariani. Alle cene ad Arcore, Silvio Berlusconi non è mai rimasto solo con gli ospiti. Lo ha raccontato ai legali del premier Danilo Mariani, il dj di villa San Martino. Il premier restava da solo con i suoi ospiti in discoteca?, hanno chiesto Niccolò Ghedini e Piero Longo. "No, sempre insieme a me, al personale di servizio e agli ospiti", ha risposto Mariani. Il dj ha poi assicurato di non avere mai assistito a spogliarelli o scene di sesso, che in discoteca si beveva moderatamente: "Il drink più alcolico era a base di champagne", ha detto. Quanto a Ruby, ha poi spiegato, "associo questo nome a una ragazza mora, alta, di età intorno ai 20-23 anni".

Fonte: Repubblica
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Ruby, alla Camera appunti scottanti
Minetti intercettata: "Rovinata da Silvio"

Le carte trasmesse alla Giunta. Invito a comparire per la consigliera regionale, mentre spuntano tre chili di cocaina nell'appartamento della Polanco all'Olgettina. Una nuova supertestimone. Una lista con le donazioni alla ragazza marocchina. E nella casa di un'altra ragazza agenda con i regali. Il Cavaliere: "E' tutto scandaloso". "Famiglia Cristiana": "Una parte del mondo cattolico fatica ad aprire gli occhi"

ROMA - Arrivano altri documenti sul caso Ruby, carte che indeboliscono la linea difensiva del premier. Sono stati inviati dai pm di Milano alla Camera dei deputati. Si tratta di 227 pagine di "ulteriore documentazione integrativa di quella già inviata il 14 gennaio scorso" a sostegno della richiesta di l'autorizzazione ad eseguire perquisizioni negli uffici del tesoriere di Berlusconi, Giuseppe Spinelli. Documenti che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha trasmesso al presidente della Giunta per le autorizzazioni, Pierluigi Castagnetti. Dentro, tra l'altro, gli sfoghi di Nicole Minetti contro Berlusconi: "E' un pezzo di m... Si sta comportando da pezzo di m... pur di salvare il suo c... flaccido...". E vengono alla luce due episodi inquietanti: nell'abitazione all'Olgettina della Polanco sono stati sequestrati due chili e 800 grammi di droga. Secondo gli inquirenti, gli stupefacenti sarebbero del convivente della giovane, Ramirez Della Rosa.

Ma di particolare importanza sembrano essere gli appunti sequestrati a Ruby, come scrive anche il sito dell'espresso.

Il premier, però, ostenta tranquillità: "Non ho nulla da dichiarare, è tutto scandaloso. Ne ho viste tante in vita mia e ne sono sempre uscito benissimo". Lapidario Umbero Bossi: "Solo scartoffie".

Le nuove carte. I nuovi documenti supportano l'invito a comparire per il consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti, già indagata per induzione e favoreggiamento della prostituzione e prostituzione minorile. Minetti, insieme a Spinelli avrebbe provveduto alle spese delle ragazze e all'organizzazione delle feste e dovrà comparire il primo febbraio. Chi ha visto le carte parla di perquisizioni nelle abitazioni delle ragazze, verbali degli interrogatori e altre intercettazioni. Alla Minetti, inoltre, sarebbero state sequestrate fatture riguardanti canoni di Via Olgettina per importi che in un anno arrivano a oltre 50mila euro.

E proprio la Minetti sarebbe la protagonista di una nuova intercettazione nella quale si scaglia contro il Cavaliere. "E un pezzo di m... Se vuole vedermi mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati" avrebbe ancora detto, intercettata, la consigliera regionale. In particolare il colloquio della Minetti avviene con la sua assistente Clotilde Strada: "Non me ne fotte un c... se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di m... pur di salvare il suo culo flaccido". Altre intercettazioni segnalano lo sconforto di altre ragazze finite nell'affare Ruby: "Mi ha rovinato la vita. E' un vecchio..." si leggerebbe nelle carte. Tra le altre ci sono anche le lamentele di Barbara Fagioli che direbbe: "So che mi stanno ascoltando ma queste cose le dico lo stesso. A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perchè dice 'bene me le sono levate dai coglioni, lo stipendio lo paga lo Stato'".

"Lo sapevamo", le risponde Clotilde. "Perchè uno che fa così è un pezzo di m...", insiste Minetti, "perchè lui mi ha tirato nei casini in una maniera che solo Dio lo sa. In cui non sarei finita neanche se ci mettevo tutto l'impegno. Gli ho parato il c... e non si può permettere di fare così". In un'altra telefonata sempre a Clotilde, la Minetti dice: "Tu hai mai sentito dire dalla sua bocca: 'oh, fermi un attimo, guarda che lei e' una brava ragazzà? Lui pur di salvare il suo c... flaccido non se ne frega di niente". Le intercettazioni, ovviamente, precedono la "performance" dell'altra sera nell'intervento telefonico del premier all'"Infedele" di Gad Lerner. Nell'occasione, Berlusconi si è lanciato in lodi sperticate della Minetti: ".. Una che ha due lauree, che si è fatta da sé, che è di madre lingua inglese...". Non sembra assurdo ipotizzare che il Cavaliere sapesse delle invettive telefoniche della consigliera regionale Pdl.

Ma dalle carte emergono alcuni fatti nuovi. Anzitutto un nuovo testimone, Maria Makdoum, che avrebbe confermato i 'festini' a luci rosse ad Arcore. Ed ancora alcuni appunti di Ruby con l'indicazione di cifre considerevoli che avrebbe ricevuto da premier e di altre che avrebbe dovuto ricevere.

Ecco il dettaglio: Diamanti
50 mila per il libro
12.000 campagna intimo
200000 da Luca Risso
70 mila Conservati da Di Maria
170 mila conservati da Spinelli
4 milioni e mezzo da Silvio Berlusconi che ricevo tra due mesi
29/10/2010 rinuncia avvocato giuliante
29/10/2010 nomina avvocato di maria

Inoltre ci sarebbero delle intercettazioni che riguarderebbero una convocazione del premier di tutte le ragazze che hanno subito le perquisizioni da parte degli inquirenti all'Olgettina, per fare il punto della situazione con i legali del presidente del Consiglio. La prima telefonata sarebbe partita da un numero riservato riconducibile a Berlusconi, le altre sarebbero dei passa parola tra le stesse ragazze. Infine un bonifico di 10mila euro ad Alessandra Sorcinelli, una delle ospite delle feste di Arcore.

La nuova testimone. Ma anche dalle vecchie carte emergono alcuni fatti nuovi. Anzitutto un nuovo testimone, Maria Makdoum, che avrebbe confermato i 'festini' a luci rosse ad Arcore. Ed ancora alcuni appunti di Ruby con l'indicazione di cifre considerevoli che avrebbe ricevuto da premier e di altre che avrebbe dovuto ricevere. Inoltre ci sarebbero delle intercettazioni che riguarderebbero una convocazione del premier di tutte le ragazze che hanno subito le perquisizioni da parte degli inquirenti all'Olgettina, per fare il punto della situazione con i legali del presidente del Consiglio. La prima telefonata sarebbe partita da un numero riservato riconducibile a Berlusconi, le altre sarebbero dei passa parola tra le stesse ragazze. Infine un bonifico di 10mila euro ad Alessandra Sorcinelli, una delle ospite delle feste di Arcore. E, ancora, a casa di un'altra delle ospiti delle feste - Iris Berardi - sono stati sequestrati gioielli vari e una agenda dalla quale risulta che la ragazza avrebbe ricevuto nei mesi di gennaio, febbraio e aprile scorsi circa 40mila euro.

La droga. E spunta anche la cocaina. Ne sono stati sequestrati 2,8 chili nell'abitazione di Maria Esther Polanco a via Olgettina 65. Secondo gli inquirenti, gli stupefacenti sarebbero del convivente della giovane, Ramirez Della Rosa, che è stato trovato alla guida di una Mini-Cooper di proprietà di Nicole Minetti. Ramirez Della Rosa avrebbe usato l'auto della Minetti mentre quest'ultima si trovava in vacanza alle Seychelles. Ma sarebbe stato proprio Ramirez, al quale in un altro appartamento a via Portaluppi hanno trovato altri 10 chili di droga, a suggerire "a Nicole", di fare "una denuncia della macchina", presumibilmente di furto.

Domattina la Giunta. Intanto, la Giunta è stata riconvocata per domattina alle 10. I parlamentari nelle prossime potranno visionare la nuova documentazione, che conterrebbe riscontri ottenuti in seguito alle recenti perquisizioni effettuate negli appartamenti dell'Olgettina. La consultazione, assicura il presidente della giunta, avverrà nella massima riservatezza: verrà fatta una copia per gruppo della documentazione della procura e ogni membro potrà prenderne visione nella giunta stessa alla presenza di un funzionario senza la possibilità di duplicarla.

La reazione del Pd. "Le nuove carte sono una pietra tombale sul tentativo dei legali del premier di edulcorare e rappresentare come normali le serate ad Arcore. Da una prima sommaria lettura emerge un quadro ancora più grave" commenta il capogruppo nella giunta Marilena Samperi.

Il Pdl minimizza. "Ai fini della decisione della Giunta non serviranno, è un'integrazione di quello che già c'è" taglia corto Antonio Leone relatore di maggioranza. Mentre Fabrizio Cicchitto punta il dito contro la Procura: 'E' gravissimo e incomprensibile che la notizia del materiale aggiuntivo da parte di Milano sia stata battuta dalle agenzie di stampa in anticipo e che gli organi di informazione ne fossero a conoscenza già mezz'ora prima dei componenti della Giunta".

Carfagna: "Un atto di persecuzione". Rompe il silenzio sulla vicenda Ruby il ministro Mara Carfagna. E parla di "un atto di persecuzione, spionaggio e invadenza senza precedenti nella storia della Repubblica italiana con la casa del presidente del Consiglio tenuta sotto osservazione da più di un anno". Ma, pur schierandosi con il premier, il ministro delle Pari opportunità sembra prendere tempo: "Non spetta a me dare un giudizio morale su comportamenti che per altro non sono stati accertati. Se verrà accertato che i fatti che leggiamo sui giornali corrispondono al vero, il mio giudizio andrà in una direzione, sennò andrà in un'altra", sottolinea il ministro.

Famiglia Cristiana. Torna, però, a farsi sentire la stampa cattolica. In particolare Famiglia Cristiana, già in passato severa con il premier. "La misura era colma. Così come l'indignazione. Al punto che era impossibile tacere di fronte alle squallide vicende del presidente del Consiglio" scrive il direttore, don Antonio Sciortino, in risposta alle lettere di protesta dei lettori. "Il mondo cattolico ha reagito compatto, più che in passato - si legge sul numero oggi in edicola - e se una parte di esso fatica ad aprire gli occhi e, giustamente, chiede prudenza e attesa dell'esito dei procedimenti, a torto tace sul rispetto delle istituzioni e sulla chiarezza da fare nelle sedi competenti. E in tempi rapidi, per fugare anche il minimo sospetto che chi guida il paese e lo rappresenta, lo fa calpestando il decoro che l'alto ruolo richiede. Anche secondo la carta costituzionale". Sono ben quattro le pagine che ospitano le lettere di protesta dei lettori. A loro don Sciotino dice che "la vera gogna mediatica è quella di un Paese sbertucciato nel mondo, non certo per colpa dei media che 'mettono a nudo il re'. I nostri ragazzi all'estero sono apostrofati come 'italiani bunga bunga', e non è una lusinghiera definizione".

Archiviato esposto della Fiorillo. Il Plenum del Csm ha appena deciso di archiviare l'esposto del pm del tribunale dei minori di Milano, Anna Maria Fiorillo, in relazione alla vicenda Ruby. In questo modo è stata accolta l'indicazione della Prima Commissione di Palazzo dei Marescialli che si era già espressa per l'archiviazione. La versione del pm dei minori e quella del ministro, riconosce il csm nella delibera approvata nel pomeriggio, "sono tra loro diverse" ma "non spetta al csm chiarire eventuali contrasti". "Eventualmente sarà la competente autorità giudiziaria, nelle modalità previste dalla legge, a verificare la corretta ricostruzione dei fatti".

Fonte: Repubblica
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La coca light di Rossella ... [SM=g7352]
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IN CASA DI RUBY APPUNTI CON LE CIFRE RICEVUTE DAL PREMIER. E SPUNTANO 12 KG DI DROGA...

Altre 227 pagine dei pm alla Camera
La rabbia della Minetti su Berlusconi

Nuove carte dai pm per la richiesta di «perquisizioni nei confronti di Spinelli». Ghedini: solo gossip e battute

MILANO - Non sono proprio di elogio i commenti su Berlusconi che Nicole Minetti ha dedicato a Silvio Berlusconi in alcune telefonate intercettate nell'ambito dell'inchiesta che vede indagato il premier per concussione e sfruttamento della prostituzione e della prostituzione minorile. Il premier è stato definito un «vecchio», un «pezzo di m...», uno che «mi ha rovinato la vita». I commenti fanno parte dei nuovi atti - un plico di 227 pagine - che la Procura ha inviato alla Giunta per le autorizzazioni della Camera. I pm hanno fatto anche recapitare un invito a comparire alla stessa consigliera regionale lombarda, che deve rispondere di induzione e favoreggiamento della prostituzione e prostituzione minorile, e che tramite il suo avvocato ha fatto sapere di essere intenzionata a presentarsi davanti ai magistrati. «Non ho nulla da dire su questo. È tutto scandaloso» è stato invece il solo commento rilasciato nel pomeriggio da Silvio Berlusconi sull'argomento. E il suo avvocato, Niccolò Ghedini, ha aggiunto: «Da quello che mi dicono, perché io non ho ancora potuto vedere le carte, si tratta solo di gossip, di telefonate tra ragazze».

LA MINETTI E FEDE - Nicole Minetti è indagata insieme a Emilio Fede, Lele Mora e almeno altre 3 persone. Dagli atti di indagine, inoltre, è emerso che Minetti è intestataria di quattro appartamenti della Dimora Olgettina, dove vivono alcune delle giovani soubrette. Minetti, insieme a Giuseppe Spinelli, il fiduciario di Berlusconi, avrebbe provveduto alle spese delle ragazze e all'organizzazione delle feste. Nella documentazione c'è anche una dichiarazione di Luigi Sorrentino, il brigadiere dei carabinieri che fa anche da autista a Emilio Fede, che interrogato dai magistrati ha spiegato che erano gli stessi uomini della scorta a riaccompagnare a casa le ragazze che partecipavano alle feste di Arcore. L'uomo ha anche rivelato che le sera di San Valentino dello scorso anno, tutte le ragazze «indossano un babydoll rosso».

«E' SOLO UN VECCHIO» - Dalle intercettazioni emergono anche episodi di risentimento della Minetti nei confronti del Cavaliere. «E' un pezzo di m..» ha detto in una delle intercettazioni secondo quanto riferisce chi ha letto gli ultimi documenti inviati alla Camera. In quella conversazione l'ex igienista era apparsa molto arrabbiata con il premier. «Se vuole vedermi mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati» avrebbe ancora detto, intercettata. In particolare il colloquio della Minetti avviene con Clotilde Strada: «Non me ne fotte un c... se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di m... pur di salvare il suo culo flaccido». Altre intercettazioni segnalano lo sconforto di altre ragazze finite nell'affare Ruby: «Mi ha rovinato la vita. È un vecchio...» si leggerebbe nelle carte. Tra le altre ci sono anche le lamentele di Barbara Faggioli che direbbe: «So che mi stanno ascoltando ma queste cose le dico lo stesso...». Poi un colloquio in cui la Minetti dice alla Faggioli: «Io do le dimissioni. Sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora. Devi avere un pelo sullo stomaco. Ma a me cioè non me ne frega niente. Io voglio sposarmi, fidanzarmi, avere dei bambini, una casa». E ancora: «Cioè litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello che ha fiducia a te. La politica è un casino. Cade lui cadiamo noi». Nella stessa conversazione, la Minetti direbbe: «A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perché dice "bene me le sono levate dai coglioni, lo stipendio lo paga lo Stato"» e si lamenterebbe della raccolta delle firme che sarebbe cominciata contro di lei per «scacciarla via» presumibilmente dalla Regione Lombardia. In una telefonata con Maristelle, la Minetti ne avrebbe anche per Ruby: «Stasera saremo poche. Lui ha detto che è successo un casino perché 'sta stronza di Ruby ha detto delle cose e ci sta sputtanando». Della marocchina parla anche con la Faggioli: «Quando si cagherà adosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi. Adesso fa finta di non ricevere chiamate». Poi di nuovo gelosie con Maristelle: «Amò, ma è serio che alla Fico ha regalato la casa? Amò, se è vero ti giuro che scateno l'inferno!».

GLI APPUNTI DI RUBY E LE CIFRE - Quanto invece a Ruby, nella perquisizione eseguita lo scorso 17 gennaio a Genova nella casa che Ruby condivide con il fidanzato, gli investigatori hanno trovato appunti manoscritti con l'indicazione di cifre considerevoli che avrebbe ricevuto da premier e di altre che avrebbe dovuto ricevere. Su tali appunti sono in corso accertamenti da parte degli inquirenti. In essi sono riportate le somme che si aggirano attorno ad alcune centinaia di migliaia di euro che le sarebbero state versate - questo il sospetto dell'accusa - da Berlusconi o per conto di Berlusconi. E poi ancora quasi cinque milioni di euro - cifra che collima con quanto ha detto la giovane in una conversazione intercettata - che avrebbe dovuto ricevere tra qualche mese dal premier. In particolare in un appunto la giovane marocchina scrive di dover ricevere «4 milioni e mezzo da B. entro due mesi».

SEQUESTRATI GIOIELLI E OROLOGI - All'interno del dossier c'è anche un lungo elenco di oggetti di valore e contanti sequestrati durante le perquisizioni. Il 14 gennaio a Concetta De Vivo vengono sequestrati «un orologio Longines, orologio Rolex, anello Oro Rosa». A Eleonora De Vivo invece nel computer vengono trovate «3 foto con Berlusconi in mezzo a lei e alla sorella Concetta oltre a gioielli vari». Espinosa Aris Leida conosce invece i numeri telefonici di «Silvio 335xxx papa 320xxx papi casa 02xxxx». Il 14 gennaio avviene un sequestro anche a casa di Barbara Faggioli. Lo stesso giorno a casa di Barbara Guerra vengono trovate «con banconote per complessivi 18 mila euro che dichiarava essere pagamento per le serate». Tra le case visitate anche quella di Alessandra Sorcinelli, showgirl che ha ammesso di aver partecipato a qualche festa ad Arcore. Vengono sequestrati: «Materiale telematico, orologi e collane. Un bonifico di 10 mila euro in data 9/12/2010 da Berlusconi al suo conto Banco di Sardegna». È stato eseguito un sequestro anche a casa della modella Elisa Toti e poi a casa di Ioana Visan, sequestrati: «Gioielli vari, buste con 5000 euro e altre buste con euro 5000».

I 12 CHILI DI DROGA - C'è poi un capitolo stupefacenti che si inserisce nella vicenda. Nell'abitazione di Maria Esther Garcia Polanco, sempre in via Olgettina, sono stati sequestrati due chili e 800 grammi di droga. Secondo gli inquirenti, gli stupefacenti sarebbero del convivente della giovane, Ramirez Della Rosa, che è stato trovato alla guida di una Mini-Cooper di proprietà di Nicole Minetti. Anche questo particolare emerge dai nuovi atti trasmessi dalla Procura di Milano alla Camera. Sempre secondo quanto si legge nella nuova documentazione, Ramirez Della Rosa avrebbe usato l'auto della Minetti mentre quest'ultima si trovava in vacanza alle Seychelles. Ma sarebbe stato proprio Ramirez, al quale in un altro appartamento a via Portaluppi hanno trovato altri 10 chili di droga, a suggerire «a Nicole», di fare «una denuncia della macchina», presumibilmente di furto.

Fonte: CorrieredellaSera
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27/01/2011 01:21
 
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Aaaaahhhhh ... !!! Allora il vizietto della coca non ce l' ha solo Marrazzo ...
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27/01/2011 08:07
 
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Re:
binariomorto, 27/01/2011 1.21:

Aaaaahhhhh ... !!! Allora il vizietto della coca non ce l' ha solo Marrazzo ...




Quello della droga per Marrazzo è il vizietto minore. A Marrazzo piace avere ben piantatoi nel culo un bel cazzone di trans. Le sue sono culatton story e uso improprio dell'auto di servizio.

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Re: Re:
Blumare369, 27/01/2011 8.07:




Quello della droga per Marrazzo è il vizietto minore. A Marrazzo piace avere ben piantatoi nel culo un bel cazzone di trans. Le sue sono culatton story e uso improprio dell'auto di servizio.





Alla faccia dell' auto di servizio ... Per le amichette di Emilio Fede si muoveva tutta la scorta. Lo ha confermato il caposcorta di Fede ! Continui a mettere sullo stesso piano la trave (di Berlusconi) con la pagliuzza (degli altri).
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Re:
binariomorto, 27/01/2011 1.09:



E proprio la Minetti sarebbe la protagonista di una nuova intercettazione nella quale si scaglia contro il Cavaliere. "E un pezzo di m... Se vuole vedermi mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati" avrebbe ancora detto, intercettata, la consigliera regionale. In particolare il colloquio della Minetti avviene con la sua assistente Clotilde Strada: "Non me ne fotte un c... se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di m... pur di salvare il suo culo flaccido". Altre intercettazioni segnalano lo sconforto di altre ragazze finite nell'affare Ruby: "Mi ha rovinato la vita. E' un vecchio..." si leggerebbe nelle carte. Tra le altre ci sono anche le lamentele di Barbara Fagioli che direbbe: "So che mi stanno ascoltando ma queste cose le dico lo stesso. A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perchè dice 'bene me le sono levate dai coglioni, lo stipendio lo paga lo Stato'".

Fonte: Repubblica




Insomma che lo dicono anche le sue donne che è un vecchio di merda.
Sue poi... affittate.


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Attacchi a Boccassini, replicano i pm
"La denigrazione si qualifica da sola"

Il capo della Procura di Milano, Edmondo Bruti Liberati, replica agli articoli pubblicati oggi da "Il Giornale" e che riguardano Ilda Boccassini. Ed esprime "piena solidarietà e apprezzamento" nei confronti dei colleghi coassegnatari dell'inchiesta sulla vicenda Ruby


MILANO - "Le denigrazione dei magistrati si qualifica da sola. E gli attacchi ai magistratrati sono un problema per chi i fa". Lo afferma in un comunicato il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati. Il riferimento è all'articolo pubblicato oggi dal quotidiano Il Giornale, che in prima pagina, sotto al titolo "Amori privati della Boccassini", scrive che "la pm finì sotto processo al Csm perché sorpresa in atteggiamenti sconvenienti con un giornalista di sinistra. Si difese invocando la privacy".

DOSSIER I protagoinisti del Rubygate

"Ogni attività della magistratura, e dunque anche quella della Procura della Repubblica di Milano, in un ordinamento democratico è soggetta alla valutazione e alla critica della libera stampa; le campagne di denigrazione e l'attacco personale ai magistrati si qualificano da soli e in un sistema di civile convivenza devono essere un problema per chi ne è autore e non per chi ne è vittima", continua Bruti LIberati, che ricorda come tutti gli atti dell'inchiesta svolta da due procuratori aggiunti, Boccassini e Forno, e dal sostituto Sangermano siano stati vistati da lui. Ed esprime "pieno sostegno e apprezzamento nei confronti dei colleghi coassegnatari del procedimento i quali, senza esenzione alcuna dai turni e dall'attivotà ordinaria, hanno compuiuto e stanno compiendo con tempestività e rigore professionale attività d'indagine ai sensi dell'articoli 326 e 358 cp".

Infine, considerando "la delicatezza della vicenda", "il procuratore segue costantemente e compiutamente tutta l'attività d'indagine, di cui ha assunto personalmente il coordinamento e conseguentemente piena responsabilità. Le richieste e le note di trasmissione degli atti, dirette alla Camera dei Deputati - conclude il capo della Procura di Milano - sono state firmate dal procuratore della Repubblica. I due inviti a comparire, firmati dai magistrati coassegnatari, sono stati vistati dal procuratore, pur non essendo richiesto il visto per tali tipo di atti".

Fonte: Repubblica
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27/01/2011 15:25
 
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Così Berlusconi pagava le donne
E ad Arcore spunta un'altra minorenne

Sesso, soldi e ricatti. Il secondo atto del Rubygate che demolisce il Cavaliere. Nelle nuove carte dei pm spunta anche la droga. Una teste dice di un'altra ragazza: "La costringeva a rapporti plurimi che lei non gradiva"


LO SCIAME investigativo che sempre segue la discovery di un'inchiesta demolisce alla lettera il fondale di cartapesta che Silvio Berlusconi ha fabbricato, in fretta e molto confusamente, per salvarsi dall'accusa di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. La lettura delle 227 pagine di "integrazioni" istruttorie inviate dalla procura di Milano alla Camera per ottenere la perquisizione di Giuseppe Spinelli (il "ragioniere" retribuisce le falene che allietano le notti al Sultano) sono un'arma decisiva nelle mani dell'accusa.

Pagine definitive per comprendere le condotte del Cavaliere; funeste per le menzogne che ha cucinato per gli italiani. L'"integrazione" conferma alcune questioni decisive. Elenchiamole. (1) Salta fuori un'altra minorenne (la terza, dopo Noemi e Ruby) che frequenta abitualmente la corte del Drago. È una prostituta brasiliana. (2) Ci sono due nuove testimonianze che ricordano che cosa accade a Villa San Martino quando la cena è finita e le ospiti - tutte giovani e giovanissime donne - raggiungono nel sotterraneo la "sala del bunga bunga" (le parole sono del premier). (3) Tutte le falene che si esibiscono per lui o che gli tengono compagnia la notte sono retribuite. (4) Ruby annota con cura il prezzo del suo silenzio, il denaro che già ha intascato dal capo del governo e accantonato, quel che gli consegna - e sono 4 milioni - il "ragioniere" del Cavaliere. (5) Il giorno successivo allo scoppio dello scandalo (15 gennaio) Berlusconi convoca tutte le ragazze del "bunga bunga" ad Arcore per depurare, con la collaborazione dei suoi avvocati, dai loro ricordi e parole i fatti più scomodi e sensibili.

Questo nuovo capitolo di una storia che umilia il Paese, prima di esporre alla luce del sole l'inadeguatezza e l'irresponsabilità del presidente del Consiglio (altra cosa il giudizio penale), si può raccontare dal centro della scena.
Il teatro è il sotterraneo di Villa san Martino. Che cosa accade? Lo ricordano nelle nuove carte due giovanissime donne, una poco più che ventenne. Non ne diciamo il nome. Chiamiamola N.

N. conosce e frequenta le ragazze della Dimora Olgettina di MilanoDue dove il Sultano ospita il suo harem. N. ne raccoglie le confidenze e può raccontare ai pubblici ministeri: "... ha fatto sesso con il presidente. Ha avuto con lui una relazione molto stressante. Stressante, sì. Lo diceva lei perché il presidente la costringeva a rapporti plurimi che ... non gradiva".

Il secondo racconto è di Maria Makdoum. È una danzatrice del ventre, è araba. Ecco che cosa ricorda della sua vista ad Arcore: "Nel giugno del 2010 Lele Mora mi chiede se sono interessata a partecipare a una serata ad Arcore (...) e se voglio far parte del suo harem. Mi trasferisco a casa sua da giugno ad agosto. Vado ad Arcore in luglio. Prima di entrare nella villa, da una stradina laterale si affiancano alla nostra auto un'autovettura con il lampeggiante delle auto di Stato. Ognuna di noi si è seduta per la cena dove voleva. Finita la cena, il presidente disse: "E ora facciamo il bunga bunga" e spiegò che cosa era, cioè era una cosa sessuale". Il gruppo si trasferisce "di sotto" e qui "le gemelle De Vivo si spogliano, sono in mutande e reggiseno. Il presidente le tocca e loro lo toccano nelle parti intime. Si avvicinano anche a Emilio Fede che le tocca il seno e altre parti intime. Poi una ragazza brasiliana con perizoma balla il samba in modo molto hard. Anche le altre ragazze a quel punto ballano scuotendo il seno, mostrando il fondo schiena. Tutte si avvicinano al presidente che le tocca nelle loro parti intime. Sono rimasta inorridita. Se avessi saputo prima quello che si faceva alla villa non sarei andata, lo confesso".

Questi racconti sono l'incubo del presidente del Consiglio da mesi. Da quando ha saputo che Ruby - quella "matta" che non tiene mai a freno la lingua, avida, una creatura che, minorenne, è stata sua ospite fin dal 2009 e poi dissennatamente il capriccio di una stagione (febbraio/maggio 2010) - è stata interrogata dal pubblici ministeri, Berlusconi non ha pace. Sa che Ruby ha detto tutto, raccontato tutto a quei maledetti in toga che non lo lasciano in pace. Ora è Ruby che lo tiene sotto pressione più dei magistrati, più dell'opposizione politica. Lo ricatta. Gli scuce milioni. Come dice la Minetti sfogandosi con la sua assistente: "Berlusconi si caga sotto (per quel che può combinare la Ruby)". Il Sultano deve reagire. Sa che il quadro che i pubblici ministeri possono mettere insieme può comprometterlo per sempre.

Non c'è solo Ruby, prostituta minorenne, tra le falene di Villa San Martino. Ce n'è un'altra di minorenne (come anticipato dal Secolo XIX). Il suo nome è nelle carte. È Iris Berardi, origini brasiliane, residenza a Forlì. Iris inizia quindicenne a frequentare le passerelle. A 17 anni si trasferisce a Milano in cerca di fortuna ed entra nel giro delle hostess per le Fiere. Presto diventerà una prostituta. Compie i diciotto anni il 28 dicembre 2009. Lo screening dei suoi tabulati telefonici la segnala una trentina di volte ad Arcore nel 2010. In quell'anno è, da gennaio, già maggiorenne. Due contatti segnalano, la prostituta brasiliana, nelle ville del presidente anche prima del suo compleanno. Per dire, il 21 novembre del 2009 a Villa Certosa (Berlusconi è in Arabia Saudita, pare) e il 13 dicembre 2009 è ad Arcore. Quella sera viene colpito al volto da quel matto di Massimo Tartaglia. Iris dorme in Villa, quella tragica notte. Con questo peso sul groppo, Berlusconi deve fare qualcosa. Deve cancellare ogni traccia, testimonianza. Inventarsi un'altra realtà. Per farlo, deve comprare - per cominciare - il silenzio di Ruby.

Nelle carte, si dà conto di quel che è stato trovato nella perquisizione dell'appartamento genovese della prostituta marocchina. In un'agenda sono annotate alcun cifre: "50 mila per il libro; 12.000 campagna intimo; 200.000 da Luca Risso; 70 mila conservati da Dinoia (è il suo avvocato di Milano, ndr); 170 mila conservati da Spinelli (è l'ufficiale pagatore di Berlusconi, ndr)". Su un altro fogliettino si legge: "4 milioni che ricevo da Spinelli". Non mentiva dunque la ragazza quando rassicurava il padre che Silvio l'avrebbe "rivestita d'oro" o confidava alle sue amiche che la storia con il presidente l'avrebbe fatta milionaria perché per tener chiusa la bocca, per lasciare il Cavaliere fuori dai guai - guai molto seri - , gli aveva chiesto "cinque milioni di euro". Ora Berlusconi può anche pensare di aver salvato ancora una volta la ghirba, ma per esserne sicuro deve indottrinare anche tutte le altre, tutte, giovani, giovanissime, soubrette o senza arte né parte. Per dirla, con la Minetti, tutte "le zoccole, brasiliane delle favelas che non parlano italiano, mezze serie" che hanno frequentato Arcore, il "bunga bunga" e Mora e Fede e Carlo Rossella e nel giorno della perquisizione si sono fatte trovare in casa buste e buste di migliaia di euro con su scritto B. e chi non ce l'ha scritto, lo ha detto ai poliziotti da dove veniva quel denaro. È il 15 gennaio del 2011. Da quarantott'ore si sa che il capo del governo è nei guai. Il Sultano convoca l'intero harem ad Arcore. Le carte disegnano la "geografia" della convocazione. Intercettazione da Faggioli a Aris:

"Mi ha chiamato il presidente Berlusconi... scandisco le parole, visto che mi stanno ascoltando. Mi ha chiesto la cortesia di farti avvicinare ad Arcore alle 19. Ci sono gli avvocati". Aris avverte Maristella: "Ha chiamato il presidente B. ha detto che alle 19 devi essere ad Arcore".

Maristella (Polanco) chiama subito Barbara (Faggioli): "Sono stata chiamata". Barbara: "Alle 19, amo', da quanto ho capito dalle intercettazioni emergono cose molto brutte che noi ragazze diciamo su di lui". La Faggioli chiama anche la Minetti e in queste conversazioni emerge un nuovo grattacapo per Berlusconi. Nicole è furibonda. Si sente abbandonata. È preoccupata. Lei non ha ottanta anni come Fede o settantacinque come il Sultano. Lei ha solo venticinque anni è la vita davanti. Non vuole finire in galera. Non vuole distruggersi la vita. A Natale se ne andava con il padre per lo shopping e finiscono in libreria. Il padre vede sullo scaffale "Mignottocrazia" di Paolo Guzzanti e scopre che un intero capitolo è dedicato alla figlia. Nicole si vergogna e l'otto gennaio dice a Barbara: "Io do le dimissioni, cioè sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora. Devi avere un pelo sullo stomaco, ma a me non me ne frega niente. Io voglio sposarmi, fidanzarmi, avere dei bambini, una casa. (Non voglio) litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello che ha fiducia in te. La politica è un casino. Cioè cade lui... cadiamo noi. A lui fa comodo mettere te e me in Parlamento, perché dice "Bene, me le sono levate dai coglioni" e lo stipendio lo paga lo Stato".

Ora ancora Barbara Faggioli l'avverte: "Mi ha chiamato la segreteria del presidente e mi hanno passato il presidente e mi ha detto di convocare tutte le ragazze per parlare con l'avvocato alle 19. Che dici? Che è ok?".

No, per Nicole Minetti, incredibilmente non è affatto ok. Dice Nicole: "No perché... devo parlare al mio avvocato. Io sono indagata, per me la cosa è diversa.. Lui sarà anche il mio capo, ma io sono indagata e lui altrettanto... È un pezzo di merda. Se vuole vedermi, mi chiama lui, ma se vado ci vado con gli avvocati". E più tardi, con maggiore violenza, spiega a Clotilde Strada, la sua assistente: "Non me ne fotte un cazzo. Se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di merda pur di salvare il suo culo flaccido. Giusto che si faccia sentire lui se non lo farà mi comporterò di conseguenza... quel briciolo di dignità che mi rimane la voglio tenere... visto che lui non mi ha chiamato... gli faccio prendere paura. Quando si cagherà addosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi.. adesso fa finta di non ricevere chiamate".

È dunque in queste condizioni l'uomo che guida il Paese. Lo avevamo intuito, ora non si possono più chiudere gli occhi dinanzi a quel vediamo: una dissennata vita privata ha consegnato Silvio Berlusconi a gravissime responsabilità penali, di cui risponderà a breve in un problematico giudizio immediato, ma soprattutto al ricatto plurimo di decine di giovani donne. Berlusconi è in una via senza uscita.

Fonte: Repubblica
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27/01/2011 15:27
 
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Bersani alla destra: "Situazione insostenibile"
Bossi: "Sto con Berlusconi nonostante i pasticci"

Il leader del Pd si rivolge alla maggioranza: "Indurre il premier a un passo indietro". Al lavoro la Giunta di Montecitorio. Il Pdl solleva il conflitto di competenza, l'opposizione chiede di rinviare il voto

ROMA - "Le carte che arrivano ancora in Parlamento certificano di una situazione ormai insostenibile; una situazione che ammutolisce la voce dell'Italia nel mondo e che lascia completamente senza presidio i problemi che si accumulano nella vita degli italiani". Lo afferma in una nota Pier Luigi Bersani segretario del Partito Democratico aggiungendo che "chi, anche nel centro destra, ha a cuore gli interessi fondamentali della nostra casa comune, deve finalmente indurre Berlusconi a fare un passo indietro e a liberare il Paese da un disagio non più sopportabile".

Umberto Bossi, però, scaccia le tentazioni e rinsalda il legame con il Cavaliere. "Sono tutto tranne che un imbroglione, non mollo Berlusconi dopo che sarà approvato il federalismo". Il Senatur, ammette che il caso Ruby è "un pasticcio che complica le cose", ma non entra nel nuivi attacchi a Fini sulla casa di Montec arlo: "La mia è a Gemonio" ironizza. Per poi dirsi ottimista sul federalismo: "'Alla fine diranno tutti si'".

Già questa mattina potrebbe arrivare intanto il primo voto della Giunta sulle autorizzazioni a procedere della Camera sulla domanda di autorizzazione alle perquisizioni domiciliari nei confronti di Silvio Berlusconi trasmessa dalla procura di milano. Gli ultimi sviluppi fanno pensare però a un ritardo nei tempi.

Il Pdl ha chiarito infatti che intende chiedere alla Camera di sollevare il conflitto di attribuzione. Intervenendo durante i lavori, Maurizio Paniz ha esposto la tesi che competente sull'inchiesta non può essere il tribunale di Milano bensì il Tribunale dei ministri, dal momento che Silvio Berlusconi avrebbe agito per motivi istituzionali quando si è mosso per Ruby fermata dalla questura di Milano, pensando che fosse la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak. Quindi, alla luce di questa richiesta, non si dovrebbe più votare per autorizzare o meno la perquisizione e i tempi dell'inchiesta si allungherebbero.

Alla luce della posizione espressa dal Pdl, il Pd ha chiesto di far slittare il voto. "Chiediamo un rinvio per valutare le nuove conclusioni, dal momento che tutto il dibattito è stato incentrato finora sulla relazione di Antonio Leone, che oggi sembra essere stata disattesa dall'intervento di Paniz", ha detto Marilena Samperi, intervenendo in Giunta.

Nel corso dei lavori di questa mattina ha preso la parola tra gli altri la parlamentare del Pd Donatella Ferranti, chiamando in causa il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. "Qualche giustificazione dovrebbe darla", ha sottolineato la deputata democratica, in quanto dalle carte trasmesse dalla procura di Milano a Montecitorio emergono "elementi gravi" dai quali si evince "un'abitudine a fare pressioni sui funzionari di Stato". Quanto accaduto con la telefonata di Berlusconi per Ruby in questura, ha precisato la Ferranti, "non è stato un fatto occasionale perché a distanza di sei mesi circa, il 6 dicembre del 2010 è arrivata da Palazzo Grazioli una chiamata a Marysthell Garcia Polanco per fornirgli il numero del prefetto di Milano Lombardi. Quando la ragazza lo chiama spiega che il numero gliel'ha dato il presidente del Consiglio".

Fonte: Repubblica
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27/01/2011 21:30
 
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Per me è insostenibile che vi siano personaggi biechi, inetti, corrotti, policanti, nullafacenti come Bersasni, la Bindi, Franceschini. Gente di poco conto che ha nel cuoree solo l'odio dei codardi. Gentucola sulla quale sarebbe lecito prendere a calci nel culo.

La sinistra è il disonore dell'Italia. Rimasugli di partiti assassini come il comunismo.

Gentaccia come la comunista siciliana che favorisce in ogni modo il marito chirurgo facendogli avere permessi impossibili. Lei che parla di moralità commette reati come la concussione, la corruzione, il nepotismo.

Mi vergogno della magistrata rossa che fa la troia spompinando giornalisti dell'estrema sinistra nelle viuzze prossime al tribunale e che scoperta (chissà che schifo quel tegame nuda) rivendica la privacy. Spompinare in strada è un reato: atti osceni (con lei osceni due volte) in luogo pubblico.

Mi vergogno del fascita di sinistra che si accompagna con una donna che ha rigovernato le frattaglie di un vecchio a fini di lucro e ha fatto commettere all' ex fascista ignobili corruttele.

Mi vergogno della Bindi che scoreggia odio a ogni passo.

E se la vogliamo mettere alla democratica, noi che ci vergognamo della viscida sinistra siamo in maggioranza.

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Blumare369, 27/01/2011 21.30:

Per me è insostenibile che vi siano personaggi biechi, inetti, corrotti, policanti, nullafacenti come Bersasni, la Bindi, Franceschini. Gente di poco conto che ha nel cuoree solo l'odio dei codardi. Gentucola sulla quale sarebbe lecito prendere a calci nel culo.

La sinistra è il disonore dell'Italia. Rimasugli di partiti assassini come il comunismo.

Gentaccia come la comunista siciliana che favorisce in ogni modo il marito chirurgo facendogli avere permessi impossibili. Lei che parla di moralità commette reati come la concussione, la corruzione, il nepotismo.

Mi vergogno della magistrata rossa che fa la troia spompinando giornalisti dell'estrema sinistra nelle viuzze prossime al tribunale e che scoperta (chissà che schifo quel tegame nuda) rivendica la privacy. Spompinare in strada è un reato: atti osceni (con lei osceni due volte) in luogo pubblico.

Mi vergogno del fascita di sinistra che si accompagna con una donna che ha rigovernato le frattaglie di un vecchio a fini di lucro e ha fatto commettere all' ex fascista ignobili corruttele.

Mi vergogno della Bindi che scoreggia odio a ogni passo.

E se la vogliamo mettere alla democratica, noi che ci vergognamo della viscida sinistra siamo in maggioranza.

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Ci hai detto di cosa ti vergogni, ma dicci: vai orgoglioso del vecchio dal culo flacido?
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Il foro di Settecolori

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27/01/2011 22:07
 
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Fammi la domanda di riserva...
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Generalità: Giordano Bruno

Sono eretico, ironico e autoironico, ateo, dissacrante, cinico, odioso. Inutile cercare in me qualcosa di apprezzabile. Meglio evitarmi.
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APPROVATA LA MOZIONE DEL PDL, ORA DECIDERÀ L'AULA

La Giunta : rinviare gli atti ai pm

«Berlusconi intervenne per motivi istituzionali alla questura: pensava fosse la nipote di Mubarak»


MILANO - La Giunta per le autorizzazioni della Camera ha votato la proposta del Pdl di restituire gli atti alla procura di Milano sul caso Ruby. I «sì» sono stati undici, otto i «no». La proposta ora deve passare l'esame dell'Aula la quale dovrà esprimersi con voto palese sul rinvio delle carte e servirebbe quindi una maggioranza di 316 deputati.

GIUNTA - Intervenendo durante i lavori, Maurizio Paniz ha esposto la tesi che competente sull'inchiesta non può essere il Tribunale di Milano, bensì il Tribunale dei ministri in quanto Silvio Berlusconi avrebbe agito per motivi istituzionali quando si è mosso per Karima «Ruby» El Mahroug fermata dalla questura di Milano, pensando che fosse la nipote del presidente egiziano Mubarak.

«ATTO ILLLEGITTIMO» - Secondo il presidente dei deputati del Pd, Dario Franceschini, la decisione della giunta è «una vergogna e un affronto alla credibilità delle istituzioni». Il Pdl ha adottato «una linea da azzeccagarbugli che ha prodotto un atto illegittimo che non avrà alcun effetto perché non è il Parlamento che può stabilire di chi è la competenza giurisdizionale a giudicare un reato, come sanno benissimo quelli che l'hanno proposto e i magistrati stessi». Per Antonio Di Pietro la decisione della giunta è «un golpe, perché solo in un Paese antidemocratico il Parlamento si sostituisce alla magistratura per decidere la competenza territoriale o funzionale».

CAMBIO STRATEGIA - L'assenza in giunta del deputato finiano Giuseppe Consolo, che sul Corriere della Sera di giovedì sosteneva la competenza del Tribunale dei ministri, sarebbe il segnale che il Pdl ha interpretato come la possibilità di avere i voti necessari in Aula per respingere a Milano l'incartamento. Si tratta di un cambio di strategia, infatti sino al giorno prima il Pdl sosteneva l'esistenza del «fumus persecutionis» nei confronti del Cavaliere e se la giunta si fosse espressa solo sulla richiesta di concedere o meno l'autorizzazione a perquisire gli uffici del ragioniere del premier, Giuseppe Spinelli, il voto dell'Aula sarebbe stato segreto. Invece con il conflitto di competenza, il voto diventa palese e la maggioranza, forte della fiducia ottenuta mercoledì dal ministro Bondi, dimostra di essere sicura di ottenere i numeri necessari. Una volta passati gli atti al Tribunale dei ministri, si potrebbe giocare anche la carta del fumus persecutionis: la Procura di Milano, sarebbe la tesi, è andata avanti «ben sapendo di non essere competente», solo per «mero intento persecutorio. A quel punto - si assicura nella maggioranza - tutti gli atti della procura sarebbero nulli».

Fonte: Repubblica
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27/01/2011 23:32
 
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La Giunta vota per la restituzione delle carte
E il Pdl scende in piazza contro i giudici

L'organismo di Montecitorio fa sua la tesi che a indagare dovrebbe essere il Tribunale dei ministri, ma la scelta finale spetta all'Aula. Il Pd: "Si vuole alimentare una crisi istituzionale". Di Pietro: "E' golpe". Fonti del Popolo delle libertà: "Manifestazione contro i pm politicizzati il 13 febbraio"

ROMA - In piazza contro i magistrati. Lo avrebbe deciso il Pdl, stabilendo anche la data: il 13 febbraio a Milano, dove ci sarà anche il Cavaliere. L'obiettivo, spiega un dirigente del partito, "è quello di scendere in piazza per difendere il premier contro la giustizia politicizzata". Originariamente, era prevista un'iniziativa nei teatri di 100 città, ma il clima politico seguito al 'caso Ruby' avrebbe spinto il premier a trasformare il tutto in un'unica grande manifestazione che, con tutta probabilità, si terrà in piazza del Duomo.

Intanto in Parlamento la Giunta per le autorizzazioni della Camera ha votato oggi pomeriggio, su iniziativa del Pdl, la proposta di restituire gli atti alla procura di Milano sul caso Ruby motivando la decisione con il fatto che la competenza dell'indagine spetterebbe al Tribunale dei ministri. I voti a favore sono stati 11, quelli contrari 8. Due gli assenti, Giuseppe Consolo (Fli) e Rossomando del Pd. Hanno votato sì Pdl, Lega e Responsabili. per il no invece Pd, Idv Udc e il componente di Fli presente. La parola definitiva spetta però ora all'aula di Montecitorio.

Nel chiedere alla Camera di sollevare il conflitto di attribuzione, il membro della Giunta del Pdl Maurizio Paniz ha esposto la tesi che competente sull'inchiesta non può essere il tribunale di Milano bensì il Tribunale dei ministri, dal momento che Silvio Berlusconi avrebbe agito per motivi istituzionali quando si è mosso per Ruby fermata dalla questura di Milano,
pensando che fosse la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak.

L'opposizione insorge, con il Pd che parla di atto illegittimo per alimentare una crisi istituzionale e l'Italia dei Valori, secondo cui la decisione della Giunta di rimandare le carte è un golpe. "E' passata la forza dei numeri non
certo quella della ragione: la giunta ha votato un provvedimento assolutamente illegittimo che serve solo ad inasprire lo scontro con la magistratura e rischia di alimentare un vero e proprio conflitto istituzionale. Quando, come emerge dal contenuto degli atti, l'unico nemico di Berlusconi è Berlusconi. Non certo la magistratura", afferma in una nota Marilena Samperi, capogruppo del Pd nella Giunta per autorizzazione a procedere della Camera.

Per Antonio Di Pietro siamo al golpe, "perché solo in un Paese antidemocratico il Parlamento si sostituisce alla magistratura per decidere la competenza territoriale o funzionale".

Proprio oggi Pierluigi Bersani aveva lanciato un appello: chi, sostiene il segretario del Pd, "anche nel centrodestra, ha a cuore gli interessi fondamentali della nostra casa comune, deve finalmente indurre Berlusconi a fare un passo indietro e a liberare il Paese da un disagio non più sopportabile". Le carte che arrivano ancora in Parlamento "certificano di una situazione ormai insostenibile; una situazione che ammutolisce la voce dell'Italia nel mondo e che lascia completamente senza presidio i problemi che si accumulano nella vita degli italiani".

Prima che attraverso la richiesta di rinvio degli atti a Milano il Pdl lasciasse lettera morta le parole di Bersani, a bocciare la richiesta del Pd era stato tra Umberto Bossi. Parlando di una possibile rottura con il Cavaliere aveva detto: "Sono tutto tranne che un imbroglione, non mollo Berlusconi dopo che sarà approvato il federalismo". Il Senatur, ha ammesso che il caso Ruby è "un pasticcio che complica le cose", ma si è detto ottimista sulla riforma: "Alla fine diranno tutti sì".

Lo stesso Berlusconi, che ha riunito oggi a Palazzo Grazioli quello che i suoi parlamentari hanno definito "un consiglio di guerra", ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di tirarsi indietro. La linea di difesa, all'indomani della nuova ondata di documenti arrivati in Parlamento della Procura di Milano, è che non c'è nulla di penalmente rilevante, e tutto sta a spiegarlo all'opinione pubblica. Da qui l'idea di cambiare strategia nella Giunta per le autorizzazioni della Camera. Poi, in serata, l'accelerazione verso la piazza.

Fonte: Repubblica
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